FUORI LA REPRESSIONE DALLE NOSTRE VITE!

La macchina proibizionista e repressiva creata dalla legge Craxi-Jervolino e oramai arruginita, non molla la presa: in un clima da caccia alle streghe si susseguono senza tregua perquisizioni e sequestri. Causa di tanto ardire una innocente e bellissima pianta, dal nome Marijuana. Vittime di tale persecuzione, tanti giovani, ragazzi e ragazze, studenti e lavoratori, persone normali colpevoli soltanto di preferire uno spinello a una sigaretta o a un bicchiere di vino.

Nella nostra assolata Calabria, dove la canapa fiorisce spontaneamente, si assiste negli ultimi tempi a uno stillicidio ambientale continuo: piantagioni intere date alle fiamme sono ormai cronaca quotidiana nella Piana di Gioia Tauro e nell'hinterland cosentino. Eppure in un'ottica diversa, tendente a rivalutare i mille usi potenziali della canapa, si potrebbero attuare le direttive della CEE, che prevedono anche finanziamenti per la sperimentazione della canapicoltura.

Ma la negatività di questa legge si riperquote in maniera ancora più assurda sui consumatori. Basti pensare alle 400mila segnalazioni ai Prefetti in tutta Italia: dato assolutamente inadeguato rispetto agli altri Paesi europei, che sperimentano da tempo politiche più tolleranti e più civili, e si muovono verso la legalizzazione delle droghe leggere e la completa depenalizzazione del consumo di droghe.

E mentre a livello nazionale emergono timidi segnali a favore della riduzione del danno (vedi Conferenza di Napoli), e la Commissione giustizia del Senato compie dei piccoli passi approvando la coltivazione per uso personale, il consumo di gruppo e il possesso di dosi minime (si attende adesso il parere delle Camere), a livello locale, in controtendenza, si moltiplicano gli episodi di intolleranza, repressione e controllo sociale.

Ci allarma in modo particolare la scrupolosità con cui la legge viene applicata nel nostro territorio. Non si può criminalizzare un ragazzo di 19 anni per due grammi di marijuana e sbatterlo in carcere, anche solo per una notte! E' divenuto impossibile circolare tranquillamente in città, nel centro storico, perchè c'è "il maresciallo" esaltato di turno che fiuta odor di canna da una macchina in transito e ferma, perquisisce e trattiene quattro persone per due ore in caserma con atteggiamenti prepotenti e toni di sfida, e alla fine sequestra mezzo spinello! Anche all'Università si va intensificando la presenza di forze dell'ordine, con posti di blocco, identificazioni, controlli sempre più frequenti e pressanti: come l'inutile esibizione di forza di alcuni agenti della G.d.F. , che, durante l'ormai consueta Festa dei Popoli, si aggiravano tra gli studenti all'unico scopo di rovinare la serata a chi stava soltanto fumando una canna in perfetta armonia con il clima di festa generale.

Crediamo che questa situazione sia anche conseguenza di un calo del dibattito antiproibizionista in città, e pertanto reputiamo necessario che amministratori pubblici, intellettuali, avvocati, medici, associazioni culturali, prendano posizione su questi piccoli ma emblematici episodi di repressione quotidiana, e che si facciano promotori presso le più alte cariche competenti di una richiesta forte ed autorevole tendente ad evitare che questi fatti si ripetano.

COORDINAMENTO PROVINCIALE ANTIPROIBIZIONISTA