NUOVI SPAZI DI DEMOCRAZIA PER L'AUTOGOVERNO DELL'UNIVERSITÀ'
La manifestazione degli studenti in tuta bianca di mercoledì 16 Dicembre contro il traffico ormai insostenibile, per i trasporti pubblici garantiti e per una migliore vivibilità del Campus, ha rappresentato un momento politico alto ed estremamente creativo che da tempo non si realizzava all'Università della Calabria, scuotendo il normale e patetico svolgimento della quotidiana vita universitaria, e stimolando la riflessione e il confronto sulle problematiche legate all'Università stessa.
E' da questi contenuti che vogliamo ripartire. Nonostante il tentativo di oscurarli e sminuirli da parte delle istituzioni universitarie, quasi al completo, che hanno cercato di attribuire agli studenti la responsabilità dell'incidente di cui il Rettore si è reso infelice protagonista. In merito all'episodio abbiamo deciso di non sporgere denuncia nei confronti dell' incauto automobilista (nonostante più di cinquanta studenti fossero pronti a testimoniare ciò che hanno visto). La magistratura è un mezzo di cui non intendiamo avvalerci, essendo stata storicamente strumento privilegiato di difesa degli interessi di precisi gruppi di potere, attraverso la repressione sistematica delle lotte sociali, e poiché siamo fermamente convinti che, in nessun caso, il conflitto politico e sociale debba e possa risolversi nelle aule dei tribunali.
Non possiamo non compiacerci del fatto che l'imprevisto di mercoledì mattina, abbia immediatamente scatenato le dichiarazioni dei presidi di facoltà, del C.d.A. del C.R., e di alcuni vertici sindacali, troppo spesso latitanti quando si trattava di esprimersi su altre questioni fondamentali riguardanti la vita del Campus, e che, improvvisamente oggi si soffermano a decantare -citiamo letteralmente dal comunicato di solidarietà dei Presidi di Facoltà- : "i valori della tolleranza, del confronto democratico e della discussione serena. Valori ai quali Rettore e docenti, nella loro quotidiana opera educativa e formativa, assieme a tutti i componenti della Comunità universitaria sempre vogliono attenersi".
Siamo altresì convinti che la democrazia non si realizzi attraverso il puro esercizio dell'arte retorica, né tanto meno oscurando la validità politica delle proposte degli studenti, e meno che mai inventando completamente un'aggressione, all'unico scopo di giustificare reazioni altrimenti ingiustificabili in un clima di "civile convivenza".
Crediamo ancora che una democrazia debba basarsi su di un concreto confronto dialettico tra le parti, tra tutte le soggettività presenti, comprese le minoranze, più o meno sparute, e le associazioni informali di studenti che si autorappresentano, in una prospettiva di reale Autonomia. Vorremmo che l'Università tornasse ad essere, prima di tutto, luogo di formazione di un sapere critico, con forme di autogoverno che garantiscano legittimità alle espressioni di autogestione dal basso, in cui il protagonismo degli studenti venga incoraggiato attraverso una loro più ampia partecipazione ai processi decisionali anche in materia di didattica.
Crediamo che la Conferenza d'ateneo possa diventare un momento periodico per confrontarsi sulle grandi tematiche inerenti la vita dell'Università: sul ruolo della formazione in continua tras/formazione, su nuovi criteri che riaffermino il diritto allo studio, sul significato profondo del processo di Autonomia, sui molteplici collegamenti attivabili con il territorio calabrese. Uno spazio di democrazia, dove confluiscano e si discutano eventuali progetti di collaborazione con gli enti locali, in primo luogo i Comuni limitrofi -Rende, Montalto, Cosenza, etc.-, per ridefinire l'assetto generale dei servizi, favorire un'amministrazione equilibrata delle risorse, comprendere le proposte di autoformazione degli studenti.
Oggi indossiamo la tuta bianca per dare visibilità alle istanze di cambiamento che provengono dagli studenti, alla necessità di maggiore trasparenza e democrazia nella gestione della cosa pubblica, così come la indossano tanti disoccupati, lavoratori ed autorganizzati in Italia, per rivendicare la garanzia di un "reddito di cittadinanza" che preveda una serie di diritti contro la precarietà e l'esclusione sociale: il diritto alla salute, il diritto alla mobilità e al trasporto pubblico, il diritto ad usufruire di mense e alloggi a prezzi accessibili, il diritto allo studio e alla formazione come processo permanente per tutti i cittadini di ogni età (libero accesso a cinema, teatri, mostre, musei, e luoghi di espressione culturale, ma anche libero accesso all'Università). Il diritto ad un'esistenza libera e dignitosa.
Vogliamo un'Università pubblica, non statale, i cui finanziamenti, provenienti dalla collettività, siano gestiti in stretto rapporto con il proprio territorio, tenendo conto delle sue caratteristiche naturali e culturali, ed in cui i percorsi di formazione non siano imposti dall'alto, ma si sviluppino liberamente e in modo differenziato.
Per tutti questi motivi e per discutere di tante altre idee e proposte per e con l'Università, proponiamo al presente Consiglio di inserire all'ordine del giorno la convocazione di una Conferenza d'Ateneo per la metà o la fine del mese di Gennaio, dando finalmente inizio a un percorso di confronto orizzontale e democratico.
L'unico possibile.
Arcavacata, 21/12/'98
TUTE BIANCHE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO