A PROPOSITO DI SOCIALITA'

Il progetto originario del Campus universitario (vedi Legge Istitutiva) prevedeva la suddivisione del territorio in quartieri, all'intero dei quali fossero ubicate una serie di strutture (mense, biblioteche, centri sociali, attrezzature sportive, etc.) e alloggi per studenti, docenti e personale tecnico amministrativo, al fine di favorire la socializzazione e per un saper che non fosse solo relegato ad una formale ed impersonale lezione o alla fredda pagina scritta, ma che fosse capace di rendersi vivi ed interattivo anche attraverso il semplice scambio informale di idee che arricchisce rendendo più umana ogni tipo di comunicazione.

Non solo tutto ciò non è mai stato realizzato, ma si è perso di vista (volutamente), proprio l'elemento fondante di questo Ateneo, cioè la Residenzialità che attraverso i passaggi che hanno portato conclusivamente alla proposta del Nuovo Statuto è relegata ad essere mera formalità burocratica utile solo dal punto di vista finanziario: in fatti l'Università soltanto conservando questa sua peculiarità può continuare a percepire una maggiore quantità di finanziamenti, incamerando dall'altro lato le tasse sempre più cospicue di un numero sproporzionatamente più crescente di studenti, ai quali viene imposta, sotto forma di ricatto la rinuncia ai servizi, costringendoli a pagare affitti ogni anno più alti ai privati.

A questo punto è legittimo chiedersi se vi è un filo che collega tutto questo alla ormai sempre più selvaggia speculazione edilizia.

E' visibile agli occhi di chiunque attraversi la collinetta felice che costeggia il Centro Residenziale, i Marteenson e dintorni, l'obbrobrio urbanistico di ferro e calce che sottoforma di eterno quartiere o ormai terminate villette a schiera, stravolge tutto il paesaggio trasformando in un'unica enorme colata di cemento quel parco naturale che avrebbe dovuto fare da sfondo alla cittadella universitaria.

Ma tutto questo scempio è in realtà la fedele realizzazione di un progetto edilizio pensato dal Comune di Rende e dall'Amministrazione Universitaria; progetto che, col pretesto di integrare l'università col tessuto urbano, in realtà non fa altro che consentire l'ingresso dei privati all'interno del territorio dell'Ateneo.

Ma se i motivi del sindaco del Comune di Rende sono facilmente intuibili visti i forti interessi economici del suo elettorato, quali sono invece le ragioni che sottendono il complice silenzio da parte dei componenti di questo Consiglio d'Amministrazione e Senato Accademico, i quali dovrebbero tutelare e difendere tutto il patrimonio architettonico e paesaggistico dell'Ateneo? E' solo casuale in questo contesto l'aumento del costo degli alloggi, o è implicitamente finalizzato ad arricchire il mercato degli affitti? Ed infine, quali sono gli accordi più o meno celati che intercorrono tra le due parti in causa?

Certo è che non tutti sono rimasti a guardare; è ormai risaputo che i Consigli di Facoltà di Economia e di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali hanno preso ferme posizioni al riguardo denunciando con un documento questa politica di forte speculazione.

Di questa cattiva gestione si è discusso molto in questi giorni anche all'interno dello spazio sociale Filo Rosso e le critiche avanzate tendono ad una analisi più di tipo sociale e politico che prettamente strutturale ed economico.

Partendo dall'ultimo preventivo, è davvero scandaloso che su una somma di 237 miliardi di lire stanziati dal CIPE soltanto 1 miliardo e 137 milioni sono stati stornati a favore dell'edilizia residenziale, con la conseguenza più diretta che tutto ciò implica: alimentare in maniera sempre più sproporzionata il business degli affitti e, di rimando incoraggiare ulteriormente una già attiva speculazione edilizia.

Tra il paradosso di dipartimenti deserti e alloggi zeppi nessun accenno viene fatto in merito agli spazi di socialità da destinare agli studenti.

In questi giorni, durante gli incontri che si sono tenuti tra il collettivo Filo Rosso ed il Rettore, più volte è stata sottolineata a quest'ultimo la forte esigenza da parte degli studenti di poter avere questi spazi dove poter svolgere attività non solo di tipo politico, ma anche di carattere artistico e culturale, dimostrando come dopo neanche un mese di occupazione si sia riusciti a far rivivere un luogo pressoché inutilizzato per quanto centrale, attraverso iniziative (ad es. Rassegne cinematografiche, concerti, performance teatrali, etc.) che hanno visto la partecipazione di diverse centinaia di persone provenienti da più parti del territorio.

Difronte a tutte queste richieste, il Rettore, non solo ha banalizzato il tutto riducendo la portata culturale di questi luoghi paragonandoli ad una "piazzetta con Centro Commerciale", ma non limitandosi a ciò, ha risposto in modo molto violento usando la repressione da parte delle forze dell'ordine come unica via di risoluzione al problema, che da politico e sociale quale è, viene trasformato in una questione di ordine pubblico.

Riteniamo necessaria, in un momento come questo, particolarmente delicato e di grossa valenza politica, la solidarietà ai compagni del collettivo, che, nonostante le denunce e le minacce continuano la loro lotta, consci delle difficoltà che questo implica, ma sempre più convinti dell'importanza di mantenere questo spazio che è divenuto ormai vitale e che ripristinando la memoria storica dei vari Movimenti vuole dare continuità ad una politica e ad una cultura altra da quella che ci viene offerta e che può avere libera voce soprattutto in realtà autogestite come questa, che permettono di favorire uno scambio ed una pluralità di espressione.

A questo proposito crediamo sia importante poter avere momenti di confronto quali assemblee, dibattiti, seminari dove poter discutere di questo e di altro e soprattutto in cui poter cercare percorsi di crescita comune, attraverso la socializzazione di un sapere anche soggettivo e parziale, non necessariamente cristallizzato e codificato da una qualsiasi forma di autorità o tradizione, ma fluido e dialettico e soprattutto capace di sapersi mettere sempre in discussione.

S.S.O.A. Filo Rosso

8 gennaio 1996