IMMIGRAZIONE: RIFLETTIAMOCI!
Perché il livello di analisi del problema dell'immigrazione non si spinge, in nessun caso, a mettere in discussione la struttura portante del capitalismo?
Perché tali analisi si riduce ad un problema di povertà prescindendo dalle cause che la generano nei paesi del terzo mondo?
I paesi occidentali sono esenti da colpe?
E' necessario porsi queste domande e tentare una riflessione sfuggendo da ogni logica riduttiva e dal senso comune, il quale impone che un fenomeno di tale portata venga affrontato con leggi o con decreti speciali che trasformano nella sostanza problemi di natura sociale in problemi di ordine pubblico.
Non solo, ma tendono in modo palese a porre la discriminante razziale quando il crimine non ha colore di pelle!
L'ultimo scempio contro gli extracomunitari in termini legislativi si è concretizzato nel decreto appena approvato che nei fatti impone l'espulsione immediata di tali persone dal nostro paese per qualsiasi reato commesso o presunto che sia (conosciamo fin troppo bene i metodi arbitrari dei tutori dell'ordine e della magistratura!), mentre consentiamo ai criminali di casa nostra di mandarci fax da Hammamet o stare comodamente seduti in poltrona su cuscini d'oro.
Inoltre in tale decreto è previsto l'impedimento, a coloro i quali hanno commesso un reato nel proprio paese, di avere accesso legale in Italia annientando di fatto la possibilità di chiedere asilo politico a quei soggetti che manifestano un dissenso nei confronti di governi totalitari.
Pertanto, non solo si perde di vista la dimensione umana della tragedia che un esodo di massa comporta e le ragioni che lo determinano, ma si assiste al paradosso di forze politiche che storicamente sono state paladine della causa degli oppressi e degli sfruttati, cedere alla logica subdola del baratto dei consensi (vedi P.D.S.!) affermando, nella persona di Violante, che il punto cardine della questione è l'espulsione per chi commette un reato. Noi pensiamo che una società debba essere basta sul presupposto multirazziale, spogliata da qualsiasi nazionalismo sterile fomentato da più parti e tendente ad annichilire la questione ad un semplice scontro fra multietnici proletari, intendendo la libertà e l'uguaglianza, nel senso di pari opportunità e dignità nel pieno rispetto delle diversità culturali ed etniche, quali regole elementari del vivere civile.
In quest'ottica è evidente la nostra ferma opposizione a qualsiasi trattativa di reprimere ogni forma di eterogeneità razziale che a nostro avviso costituisce solo il primo passo verso una repressione di qualsiasi altra espressione di diversità, logica quest'ultima che non dovrebbe certo appartenerci se solo riflettessimo sulla storia del nostro paese.
Diventa necessario a questo punto proporre una regolarizzazione legale degli immigrati extracomunitari, che noi preferiamo chiamare cittadine del mondo, al fine di garantire forme di assistenza e di trattamento come per qualsiasi altro cittadino.
Di fronte a questa situazione oggettiva non possiamo esimerci dal prendere una posizione; non possiamo essere indifferenti e consentire che le sorti di migliaia di vite umane siano alla mercé di organizzazioni criminali prive di scrupoli che sfruttano il "lavoro" e la disperazione di questa gente per un proprio tornaconto capitalistico, o di forze politiche che non esitano a strumentalizzare tale problematica per giustificare l'inefficienza e le contraddizioni della nostra società.
Ci auguriamo che queste note di riflessione abbiano come risultato la possibilità di aprire un dibattito in quanto questo documento, per ovvie ragioni, presenta notevoli limiti data la vastità della problematica.
COLLETTIVO
FILO ROSSO