Erano le sei del pomeriggio quando una decina di noi è andata a distribuire un volantino al mercato di Corso Racconigi. Il testo consigliava di non votare, chiedeva che nel quartiere in cui viviamo non ci sia posto per razzisti, razzismi e ronde padane. Volevamo dire quello che pensiamo sulla campagna elettorale in corso, chiedere libertà ed ugualianza. Chi volantinava si è imbattuto nel banchetto della lega, partito le cui ultime dichiarazioni dei leader suggeriscono di "affogare gli Albanesi" e "spezzare la schiena" a chi non è d'accordo con loro.
Non ci piacciono i leghisti, non ci diverte gettare a mare nessuno, ci disgusta i] razzismo: glielo abbiamo detto. Lo abbiamo detto forte, usando un megafono. Ma la situazione è degenerata rapidamente e proprio alla schiena hanno preferito aggredire un compagno gettandolo a terra. Non siamo stati a guardare.
Questo alle sei del pomeriggio. Poi alle otto la polizia ha circondato il Centro Sociale. Avevano i caschi, i lacrimogeni, lanciavano pietre. Cercavano i colpevoli, noi non ci sentivamo tali e non eravamo disposti a far portare via nessun compagno.
Non ci sentiremo mai colpevoli di essere antirazzisti e di comportarci di conseguenza, di credere in una società multietnica e di difendere chi emigra per bisogno. Sarebbero entrati se molta gente non fosse venuta a difendere il posto, se gli antirazzisti, gli anticapitalisti, i libertari di questa città non fossero venuti ad impedire che ciò accadesse.
Si sgombera un posto perché dice quello che pensa, perché chi lo frequenta non accetta di essere pestato per quello che dice, perché non accetta che i partiti giochino le loro campagne elettorali sulle spalle di uomini donne e bambini.
Il 25 Aprile di parecchi anni fa (qualcuno che c'era vive ancora) si festeggiavano gli uomini e le donne che avevano liberato questo paese da fanatici Fascisti che predicavano la purezza della razza, la persecuzione religiosa, uso della violenza indiscriminata. Oggi lo Stato asservisce le forze dell'ordine perché difendano coloro che predicano quegli stessi valori di casta anche quando sono gli aggressori.
Questo non succede solo a Torino, a San Paolo. I recenti fatti verificatesi a Milano, Savona, Firenze ne sono testimonianza.
Noi continueremo a protestare,
volantinare e lottare per le cose che riteniamo giuste.