Comunicato stampa.

La morte del compagno anarchico Edoardo Massari nel carcere delle Vallette di Torino ha dei precisi mandanti.

Indubbiamente una delle prime responsabilità ricade sul sistema di segregazione carcerario che di per sè è una fabbrica di suicidi e morti "strane" ogni mese, ogni anno. Un aspetto, questo, di cui si parla ancora troppo poco nei logorroici rapporti di fine anno del Ministero di Grazia e Giustizia.

Un altra responsabilità, ben più grave, ricade su un certo modo di condurre le indagini invalso in buona parte della magistratura, fin dall’epoca di tangentopoli. Ci riferiamo all’uso disinvolto della carcerazione cautelare o preventiva che molti magistrati adottano al fine di estorcere confessioni "spontanee" dagli stessi indagati, a fronte di una carenza o assenza di prove "oggettive".

Nel merito dell’inchiesta sugli attentati alla TAV in Val di Susa condotta dal magistrato Laudi (già noto per le inchieste su Br e Pl a Torino) vi sono molti elementi che potrebbero far supporre ad una montatura se non ad un vero e proprio depistaggio da altri fronti delle indagini. Per prima cosa dei 13 sabotaggi al treno veloce, solo due sono stati firmati dalla misteriosa sigla dei "Lupi Grigi" ("organizzazione" di cui sono accusati di far parte Edo, Silvano e Soledad). Il materiale "sequestrato" nelle perquisizioni risulta alquanto debole come fonte di prova: opuscoli autoprodotti facilmente acquisibili nei circuiti alternativi, bengala spacciati per pipe-bomb, bottiglioni di benzina per alimentare un generatore elettrico scambiati per molotov, siringhe al silicone vendute ai media come temibili bombe anarchiche.

Ci sembra sospetto che altre piste legate a strani intrecci fra mafia, servizi segreti, mazzette e tangenti in Val di Susa, non siano state percorse. Eppure inquietanti personaggi si aggirano per la Valle: occupano posti di rilievo in alcune aziende che partecipano al progetto di Alta Velocità, risultano legati ai servizi segreti, gestiscono l’occultamento di armi e materiale esplosivo in Valle di Susa (ci riferiamo al caso Fuschi/Tessari). Lo stesso materiale sofisticato che stranamente ricompare in alcuni attentati alla TAV...

Ma Laudi ha preferito imboccare la strada più "politica", quella anarchica, quella che - notoriamente - gode di meno protezioni altolocate e su di cui, tutto sommato, con l’ausilio di qualche giornalista compiacente, è facile costruirsi un immagine, un nome, una celebrità.

L’uso barbarico dell’isolamento degli arrestati, le pressioni continue fondate sulla pesantezza dei capi di imputazione, servivano affinché qualcuno "crollasse". E difatti Edo è "crollato", cioè si è suicidato. Adesso Laudi gira con la scorta, quasi a sottolineare la "pericolosità" degli anarchici-sovversivi su cui indaga!

Di fronte a tutto questo, lo stesso silenzio sinistro delle cosidette istituzioni e degli organi competenti pesa come un macigno e puzza di complicità.

 

CSOA GABRIO - Torino, 1 aprile