A TORINO DIRITTO ALLA CASA NEGATO |
immagine tratta da "Parole ribelli, il 68 e dintorni" stampa alternativa 1998 |
La situazione cittadina sul versante del diritto alla casa è sempre più tragica: una graduatoria per l'assegnazione di case popolari che conta 11mila famiglie, 10MILA DOMANDE DI SFRATTO, 3 MILA ESECUTIVI, un patrimonio pubblico sfitto di 600 alloggi, centinaia di stabili di proprietà comunale e di enti pubblici vuoti da anni.
Condizioni igieniche disastrose, migliaia di coabitazioni, di famiglie che non possono più permettersi gli aumenti degli affitti, l'avvicinarsi dello spettro dello sfratto per chi vive su uno stipendio, per quelle famiglie dove i lavoratori vengono licenziati, per le spese sempre più insostenibili, per chi vive la disoccupazione, il precariato ecc..
Migliaia di immigrati costretti ad affittare da strozzini, quando sono fortunati, o a vivere in centri d'accoglienza che sempre maggiormente sembrano lager, a dormire in stabili vuoti, abbandonati, o " sotto le stelle ".
Tantissimi giovani costretti a vivere in casa dei genitori fino a trent'anni, studenti fuori sede sotto gli artigli di agenzie immobiliari che sono delle vere e proprie associazioni a delinquere, con cauzioni di 3 o 4 mensilità, o in nero ad affitti altissimi.
L'edilizia pubblica vive una situazione scandalosa: rappresenta in Italia appena il 4% dell'intero patrimonio residenziale ben poca cosa rispetto ai reali bisogni e alle percentuali europee che viaggiano tra il 40 e il 60%, fosse questo un parametro di Maastricht e non la flessibilità.
Non si risponde quindi ai reali bisogni di edilizia popolare e si decide di portarla all'estinzione, infatti la giunta regionale in accordo con la giunta comunale - da far notare come centro-destra e centro-sinistra siano in comune accordo quando vi è da tutelare gli interessi delle immobiliari e dei padroni assieme all'azienda territoriale per la casa e ai sindacati degli inquilini, hanno deciso la vendita dell'intero patrimonio residenziale pubblico .
Contraddittorio il comportamento di chi promuove bandi di concorso per l'assegnazione di case popolari - l'ultimo, terminato nel dicembre del '95, dopo 15 anni che non si faceva, ha sancito che 11 mila famiglie avevano diritto a un alloggio popolare - nutre speranze di migliori condizioni riguardo al costo dell'affitto, e in realtà procede spedito alla vendita del patrimonio pubblico, eliminando di fatto le possibilità per migliaia di famiglie di ridurre in parte i propri disagi abitativi.
Sempre riguardo l'edilizia pubblica non meno scandalosa è la rapina dei fondi GESCAL - circa 40 mila miliardi - trattenuta sulle buste paga dei lavoratori, che doveva, in teoria, servire per costruire case per i lavoratori e che sono inutilizzati .
QUEI SOLDI SONO DEI LAVORATORI E DEVONO ESSERE UTILIZZATI PER IL RILANCIO DELL'EDILIZIA PUBBLICA.
Nell'edilizia residenziale privata si registrano gli altri traumi , infatti quando i contratti di locazione non sono in nero e quindi soggetti alla mancanza di ogni regola e a ogni capriccio e volontà dei padroni di casa , ci pensano i contratti di locazione denominati PATTI IN DEROGA , PRINCIPALE CAUSA DEL MILIONE DI SFRATTI DA ESEGUIRE IN ITALIA.
I patti in deroga, riforma varata nell'estate del '92, sono in pratica la liberalizzazione del mercato degli affitti , e hanno portato aumenti fino al 300%, creando delle condizioni sociali tragiche ed esplosive .
Oltre a imporci l'aumento della disoccupazione, sempre peggiori condizioni di lavoro, tagli sulle pensioni, sui salari, sulla salute, sull'alimentazione e lo studio, CI IMPONGONO ANCHE SEMPRE PEGGIORI CONDIZIONI ABITATIVE .
Senza un lavoro, con uno stipendio da fame, con tasse altissime sulla salute, sull'istruzione, con contributi di "solidarietà" che sono veri furti legalizzati , e tutti gli aspetti di questi anni di attacco alle condizioni di vita delle fasce sociali più deboli ecc.. come si possono pagare 800.000 - 1.200.000 al mese per l'affitto ?
Chiaramente diventa sempre più difficile.
Ma si sta riprendendo a lottare per garantirsi quei diritti che oggi ci negano , quei bisogni che non ci lasciano soddisfare, e anche sul bisogno/diritto alla casa si sta ricominciando a ottenere qualcosa, ma solo dove la lotta è organizzata direttamente dagli inquilini, dai senza tetto, da tutti gli esclusi, indipendentemente dai partiti e dai sindacati .
A Firenze, Roma, Padova e Venezia si iniziano a ottenere le prime vittorie, dopo essersi autorganizzati e aver capito che solo agendo direttamente senza deleghe è possibile cercare di essere padroni della propria vita.
Quanto dovremo ancora aspettare a Torino per capirlo ?
A cura del COMITATO PER IL DIRITTO ALLA CASA