Questa mattina abbiamo appreso la tragica notizia del suicidio di Maria Soledad, avvenuta durante notte nella comunità "Sotto i ponti" di Benevagenna.
Ancora un suicidio di stato, ancora un'altra vittima dell'inchiesta Laudi sugli atti di sabotaggio in Val Susa contro il Treno ad Alta Velocità.
Un'inchiesta, lo ricordiamo, nata senza grandi prove e costruita sulla sabbia di supposizioni degne della Grande Inquisizione. Il mandante, dunque, di questa ennesima morte ci è chiaro: la magistratura italiana con i suoi metodi inquisitori, gli apparati repressivi dello stato alla disperata ricerca di "sovversivi" da sequestrare/processare e di fantomatiche organizzazioni di "terroristi" da smantellare (inchiesta Laudi, inchiesta Marini).
C'è da stupirsi che in questo "bel paese" dell'Ulivo, magistratura e polizia godano di un potere e di un'impunità intoccabili, senza pari in Europa; dove la critica alle sacre toghe d'ermellino se la può permettere solo un presidente della repubblica quando viene toccato l'"onore" di qualche mafioso come Berlusconi.
Per chi non ha santi in paradiso tutto questo can can non esiste, solo il silenzio e il sequestro della reclusione per eliminare, nascondere, uccidere la diversità. Un silenzio ancor più sinistro, quando intorno al "problema carcere" non c'è nessun movimento di liberazione, ma la richiesta di ampi settori di popolazione alienata di più lager, più polizia, più repressione.
La nostra strada sarà e vuole essere diversa, per l'abbattimento delle carceri, per la liberazione dei detenuti politici e proletari, per l'autorganizzazione e l'autogestione della propria vita.
Onore a Edoardo e Soledad caduti per un'idea di libertà
Silvano e Luca liberi
c.s. gabrio