Diritto allo studio significa avere la più ampia autonomia di scelta per tutta la durata del proprio percorso formativo, poter fruire di servizi che siano gratuiti e, soprattutto, appropriarsi di un sapere critico che non si pieghi ad esigenze politico-economiche (quindi appiattendosi e settorializzandosi).
La nuova riforma scolastica al contrario offre, in prima analisi, un caro-scuola in continuo aumento, un esame di maturità "incognita", nuovi presidi-manager.
Tutto questo viene condito, (ma qui dobbiamo probabilmente incazzarci con il nuovo questore Izzo), con "qualche carica" della polizia, quando studenti che non facciano parte del sindacatino giovanile del governo D’Alema, tentano di manifestare il proprio dissenso.
Crediamo che, se completamente attuato, il nuovo progetto di riforma farà si che gli studenti, dalle medie superiori all’università, vengano inseriti in un meccanismo atto esclusivamente a produrre merce-lavoro: impedendo, ad esempio, a studenti provenienti da scuole tecniche l’accesso a molti corsi universitari. Una scuola, quindi, sempre più selettiva e sempre meno di massa, sempre più classista e sempre meno libera.
Il primo passo in questa direzione sono i finanziamenti pubblici a scuole private e confessionali; non essendo assolutamente interessati a quanto sancito dalla Costituzione italiana, pensiamo che, se soldi esistono, questi debbano andare a sanare le gravissime condizioni in cui versa la scuola pubblica.
CONTRO IL GOVERNO D’ALEMA E LE SUE
POLITICHE NEOLIBERISTE ,
COSTRUIAMO UN’OPPOSIZIONE DAL BASSO
E AUTORGANIZZATA !