PRATICHIAMO I NOSTRI DESIDERI

Oggi il gioco più in voga tra i politici e i sindacalisti è la gara a svendere la dignità della gente.
Un gioco che pare divertirli molto e pare accontentare la Chiesa e la Confindustria, i quali hanno assunto il ruolo molto comodo di arbitri. Una situazione che è ai limiti del credibile, con i cossuttiani a reggere la candela dei clericali e Alleanza Nazionale, che da sempre chiede fondi per le scuole dei preti, a urlare al misfatto.

Ormai lo Stato conduce una battaglia su tutti i fronti: distrugge la sanità e la scuola, svende i patrimoni immobiliari pubblici o li abbandona al degrado, reprime i movimenti antagonisti e uccide. L’unico triste interesse delle nostre amministrazioni cittadine sono le luminarie natalizie e le vetrine del centro città. È un elenco infinito di paradossi che oggi giorno non permette di distinguere tra un assessore catto-fascista come Lepri, che combatte il diritto all’aborto, e un ministro di grazia e giustizia comunista, che non pronuncia una parola contro i campi lager per immigrati.

È una battaglia fondamentale quella del diritto a una formazione pubblica, gratuita e libera dai dogmi in cui è sempre stata avvolta negli ultimi cinquant’anni: quel diritto all’istruzione che deve essere garantito dall’asilo nido alle specializzazioni post-laurea.
Ma oggi, e forse mai, è stato così e quindi è arrivato il momento di tentare di riappropriarsi degli spazi della cultura, delle scuole e delle università. E non basta, perché dopo la scuola non si sa di che vivere, si è costretti a casa con i genitori per mancanza di un reddito garantito e di una casa calda e dignitosa senza dover pagare un affitto esorbitante.

Insomma, essere giovani adesso non è poi così divertente in questa società che sempre più tende a togliere diritti (diritto allo studio, diritto alla casa, diritto al reddito sociale, diritto a una vita decente) e ad aumentare dall’altra parte le spese per il controllo e la repressione (vedi l’incremento di poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili nel pattugliare le maggiori città in vista del Giubileo).

Per questo motivo crediamo sia arrivato il momento di diffondere sul territorio il virus dell’occupazione: occupiamo le scuole, occupiamo le facoltà, occupiamo gli alloggi sfitti e gli edifici abbandonati, per iniziare a riappropriarci di pezzi della nostra vita.
Sviluppiamo un forte movimento di autodeterminazione per i bisogni fondamentali, che unisca gli studenti ai precari, gli immigrati ai giovani esclusi dei quartieri e i disoccupati ai lavoratori.

RIAPPROPRIAMOCI DELLA VITA, RIAPPROPRIAMOCI DEI SOGNI

PER IL CONTROPOTERE

CASE OCCUPATE VIA BLIGNY 18

CSOA GABRIO