AGIRE CONTRO LA REPRESSIONE

In questi mesi abbiamo manifestato in solidarietà con molti popoli solo geograficamente lontani, contro la repressione e gli omicidi in Chiapas, contro il governo turco e quello peruviano.

Abbiamo manifestato il 12 dicembre per la verità sulle stragi di stato, per un’amnistia dal ’68 al ’98, contro l’affondamento delle navi dei profughi.

Ci siamo trovati in molti attorno ad alcune di queste iniziative, e vogliamo proseguire occupandoci maggiormente delle violenze e della repressione che subiamo nelle nostre città, nella nostra città.

Repressione che procede su diversi piani: attraverso il proibizionismo, con la miseria e la mancanza di reddito sufficiente per vivere, con l’intervento sbirresco nelle scuole occupate o autogestite come nella formazione scolastica e universitaria, con i decreti razzisti, con il silenzio e le falsità dei mass-media, nei lavori precari e malpagati, costretti in città sempre più avvilenti ed invivibili, ecc.

Ya basta !

Noi siamo fra quelli che ritengono questo non sia l’unico mondo possibile, che credono nell’autorganizzazione sociale, nella libera circolazione delle persone e del sapere, nel diritto all’autodeterminazione di ogni individuo, nella distruzione dei rapporti gerarchici.

Proprio per queste caratteristiche siamo fra quelli che con più violenza subiscono la repressione di un potere che vogliamo distruggere, subendo pesanti denunce, processi e condanne. Nella nostra città non teniamo più il conto di tutte le denunce e dei processi nei confronti di occupanti e manifestanti, delle aggressioni fisiche all’esterno di case occupate e centri sociali, nelle strade, delle provocazioni a dei sabotaggi, delle montature giudiziarie.

Le condizioni di chi si rivolta contro questo stato di cose hanno raggiunto livelli allarmanti, limitando pesantemente la libertà personale e l’agibilità politica.

Due mesi fa le condanne per gli scontri antifascisti a Palazzo Nuovo, prima per le piazze sindacali, per le occupazioni e per vari altri avvenimenti. Fra i numerosi processi che ci aspettano uno inizia fra qualche giorno, il 27 gennaio, e riguarda diversi compagni con pesanti capi d’imputazione per insignificanti tafferugli durante una manifestazione del settembre ’96.

Al termine della manifestazione 3 compagni furono vittime di una incredibile caccia all’uomo per la città, proseguita con il fermo e le violenze nella caserma della polizia municipale mentre le mani erano ammanettate dietro la schiena o alle panchine, terminata ( ma non finisce qui ! ) con il carcere per un compagno.

Non crediamo che tutto si possa limitare allo slogan che la repressione non fermerà la nostra lotta, la situazione attuale richiede un notevole sforzo, una presenza attiva e costante, una reazione decisa e puntuale nei confronti di tutti i comportamenti repressivi e una partecipazione agli appuntamenti processuali. Si deve reagire per difendere la nostra già misera libertà, per incrementarla e per conquistare nuovi spazi nella lotta per la nostra autodeterminazione, cercando di ridurre la frammentazione attuale almeno riguardo la repressione giudiziaria.

Un primo appuntamento, a cui seguiranno altri, è previsto per

MARTEDI’ 27 GENNAIO

Via corte d’appello , di fronte al tribunale ore 10

PRESIDIO CONTRO LA REPRESSIONE

CSOA GABRIO