STRANIERI OCCUPANO LE STRADE DEL CENTRO

Torino 10/2/99 - Nell'arco di una settimana sono state organizzate due iniziative dalla Rete cittadina immigrazioni e diritti: un'occupazione simbolica del lager di C.so Brunelleschi e un corteo che ha attraversato il centro città.

La mobilitazione di giovedì 21 gennaio ha anticipato di un paio di giorni la manifestazione ed è riuscita nel suo intento: salire sulla struttura di cinta delle ex-caserme di C.so Brunelleschi, stendere uno striscione contro l'apertura del nuovo lager di stato e distribuire del materiale informativo. Lì erano presenti anche esponenti politici dei Verdi e di Rif. Comunista giunti nel frattempo affinché la dimostrazione non degenerasse in "deportazioni" in questura. Tutto è terminato con l'intervento di un buon dispiegamento di forze del (dis)ordine che hanno effettuato il riconoscimento degli occupanti.

Il tentativo di rilanciare pubblicamente ha riaperto la polemica sulle testate giornalistiche, che hanno offerto gratuitamente la pubblicità alla manifestazione del sabato pomeriggio.

E adesso veniamo al fatto interessante, perché se è vero che "l'occupazione" del lager ha avuto la sua importanza, ma rientra in un'azione dimostrativa "classica" per il metodo e per il numero di partecipanti (circa 40 persone), il corteo di sabato 23 gennaio ha coinvolto forze nuove.

La manifestazione, partita con 250 persone, è diventata realmente multietnica mentre ha attraversato Porta Palazzo e raccolto così altri 500 dimostranti. Erano stranieri regolari e irregolari che hanno ingrossato le fila portando molta musica e sentiti slogan contro centro di detenzione e per una sanatoria generalizzata. Numerosi gli interventi dal furgone che testimoniavano le proprie esperienze e cercavano di far luce sulla situazione di fronte alla quale ci si trova con la nuova legge anti-immigrati.

Singolare è stato anche il comportamento delle forze politiche che fortunatamente non hanno messo in mostra i propri vessilli (escluso socialismo rivoluzionario che pare volersi sempre distinguere nel proprio settarismo). In buona sostanza la prima grande iniziativa riuscita non tanto nel numero nel suo complesso quanto nella "qualità" dei partecipanti e dei cosiddetti militanti di base.

Famiglie al completo e tanti africani hanno attraversato la Torino bene partendo da quel quartiere troppo spesso condannato dalle cronache dei giornali a essere un ghetto. Decisamente un successo inaspettato, ma tuttosommato meritato visto il lavoro portato avanti i mesi precedenti dalla Rete cittadina immigrazioni e diritti. Cinque sono i punti della piattaforma che uniscono le forze della Rete e rilanciati a gran voce durante il tragitto: chiusura dei centri di detenzione, eliminazione della legge Turco-Napolitano, diritto all'asilo politico, libera circolazione degli individui e sanatoria generalizzata per tutti gli stranieri.

E mentre la polizia del caro questore Nicola Izzo si diverte tutte le domeniche mattina a ribaltare i banchetti "abusivi" a Porta Palazzo si attende con ansia la prossima iniziativa.