F E R M I A M O L I !

Due settimane fa solo i bene informati sapevano dove si trovava il Kosovo e cosa stesse succedendo in quella sfortunata regione...

Due settimane fa pochi si aspettavano che l’Italia sarebbe stata la linea del fronte del primo conflitto internazionale in Europa dalla fine della II° guerra mondiale ...

Oggi ciò è sotto gli occhi di tutti e la considerazione più frustrante è che l’escalation del conflitto non sembra aver più né freni né limiti.

Dopo la prima settimana di bombardamenti NATO risulta chiaro che questa azione danneggia e colpisce in egual misura sia il popolo serbo sia il popolo kosovaro: i loro ritmi di vita non hanno più nulla di civile dettati come sono dagli allarmi antiaerei, dagli angusti rifugi, dalla speranza di non trovarsi vicino ad un bersaglio considerato strategico (come è successo ai profughi di un campo colpevoli di dormire vicino ad una caserma) o di non rimanere investiti da nubi tossiche fuoriuscite dalle fabbriche distrutte.

Le bombe NATO hanno costretto centinaia di migliaia di civili alla fuga dalla loro terra, inseguiti dalle truppe e dalle formazioni paramilitari serbe che stanno approfittando dell’aggressione per ripulire il territorio dagli indesiderati, mentre l’UCK, il cosiddetto esercito di liberazione kosovaro addestrato ed armato dagli europei ed americani non muove un dito aspettando il momento propizio per l’azione. La propaganda atlantica però non guarda in faccia neanche queste vittime inermi e predestinate, gonfiando il numero , o inventandosi del tutto, massacri ed assassini come quello del leader democratico kosovaro Rugova, la cui casa pareva essere stata incendiata e che invece a rilasciato una tranquillizzante intervista nelle ultime ore.

Cosa succederà tra due settimane che noi oggi non riusciamo neanche ad immaginare?

La folle politica aggressiva di Clinton e della NATO rischia di portare ad una allargamento della guerra: la spirale del conflitto etnico - razziale potrebbe trascinare con sé la Croazia, le cui mire espansionistiche verso la vicina Serbia non sono mai state nascoste; la Macedonia, in cui esistono consistenti minoranze albanesi, serbe e bulgare; l’Albania, in cui ci sono le basi e i campi di addestramento dell’UCK ed ancora la Russia, che sta inviando navi militari nell’Adriatico, la Grecia e la Bulgaria.

Ad alimentare la tensione sono le notizie sempre più insistenti circa l’utilizzo di truppe di terra NATO poiché i feroci bombardamenti non sono sufficienti per piegare la Serbia e per imporre lo status quo voluto dagli occidentali.

Chi oggi tace è complice di questa operazione che nulla ha di umanitario, è solo l’ennesimo conflitto in difesa di interessi economici e politici occidentali, altrimenti non si spiegherebbe l’assenza di un intervento in Kurdistan, dove la situazione di genocidio è del tutto simile.

La spirale di violenza non si fermerà se non davanti ad una presa di posizione popolare forte che dica no ad una guerra voluta dai pochi signori del mondo e che vede il governo italiano in prima linea complice di questa follia di fine secolo.

Né un uomo né un soldo per la loro guerra

Chiudiamo le basi NATO in Italia

ASSEMBLEA PUBBLICA IL 7/4/1999 H.2100


C.S.O.A. GABRIO