PER UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE IL 15 MAGGIO A TORINO,

CONTRO L’AGGRESSIONE DELLA NATO ALLA SERBIA,

CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE DEL MOVIMENTO

DI OPPOSIZIONE ALLA GUERRA, PER LA LIBERTA’ DI PROTESTA


I fatti violenti del primo maggio a Torino (cariche della polizia sul corteo, devastazione del centro sociale Askatasuna) rappresentano simbolicamente un passaggio storico. Per la prima volta la maggioranza della sinistra di questo paese condivide e gestisce in prima persona la scelta di una guerra di aggressione, per la prima volta sempre questa sinistra cerca di monopolizzare nei contenuti la "Festa del lavoro" con l’aiuto della polizia di stato. A Torino si è scatenata in piazza una guerra civile nella sinistra in cui la polizia ha svolto il ruolo di copertura miltare della sinistra filo-atlantica, e dove probabilmente la magistratura svolgerà un ruolo di persecuzione della sinistra anti-Nato. Siamo all’esordio non formale dello "stato di guerra", già annunciato dalle cariche e dalle denuncie di Napoli, Roma, Bologna, Aviano e Milano in questo primo mese bellico, in cui l’unica opposizione "tollerata" è quella ventriloqua di chi sta al governo ma "prega" tutti i santi giorni per la pace.

Con la guerra la sinistra di governo si sta velocemente irreggimentando e ci vuole irreggimentare, tenta di omologare tutti al suo pensiero unico neo liberale bellicista, espurgando chi non si adegua, emarginando con il silenzio chi grida ad alta voce il proprio disaccordo.

Quello che è accaduto a Torino è ancora illuminante: un assessore comunale e un membro della segreteria della CGIL vengono licenziati (o congelati) per la sola colpa di aver manifestato il proprio pensiero contrario a quello della maggioranza e quindi non conforme alla carica "istituzionale" ricoperta. Non c’è che dire: siamo alle prime purghe nel sindacato e nelle istituzioni per chi è radicalmente contro questa guerra, e lo dice , e lo manifesta, anche contro la protervia di diessini armati e poliziotti fiancheggiatori.

c.s. gabrio