Cinquantacinque anni dopo la liberazione dal giogo nazifascista ci ritroviamo di nuovo a fare i conti con la vergogna della storia. Oggi come ieri le "differenze" vengono rinchiuse dietro al filo spinato e dentro le caserme. Oggi come ieri le città vengono militarizzate. Nulla è cambiato: la democrazia, nata dal sacrifìcio e dalla lotta dell'antifascismo, è solo uno specchietto per le allodole. Oggi il diritto ad una vita dignitosa viene spazzata via con un colpo di spugna. L'immigrato che fugge dalla povertà e dalla guerra e cerca nelle nostre metropoli di ricostruirsi un futuro da uomo libero, è perseguitato e rinchiuso dentro un carcere per aver commesso un reato, che è assente nel codice penale.
La legge Turco - Napolitano non ha nulla da invidiare alle leggi razziali di Mussolini e di Hitler. Una legge figlia del governo di "sinistra", che preoccupata di perdere consensi elettorali, si china supinamente e accoglie le peggiori istanze dei fascisti in doppiopetto, creando così i nuovi Lager di Stato. Uno di questi fa bella mostra di sé nella nostra città, in corso Brunelleschi. Una vergogna del 2000, un calcio in bocca alla libertà promessaci quel 25 aprile di 55 anni fa. Oggi si ricorda la Liberazione indegnamente. Fiaccolate, corone di fiori per i caduti, sindaci e giullari di corte con fasce e stendardi. Tutti pronti a celebrare i valori di libertà, uguaglianza e democrazia, sapendo benissimo che queste parole oggi valgono solo se si è di razza europea, non vedendo che a poche centinaia di metri gli stessi principi da loro menzionati con enfasi vengono calpestati. A quanto pare la sinistra istituzionale dopo pochi anni di potere ha dimenticato la sua storia: ha appoggiato un anno fa un'aggressione imperialista contro il popolo serbo, ha incrementato il lavoro precario creando nuove povertà e maggiori incertezze nelle fasce più deboli, ha donato il controllo assoluto ad un ramo delle forze armate (i carabinieri), ha rinchiuso extracomunitari. Nessuna libertà, nessuna Liberazione. Solo menzogne e ipocrisia da parte di persone pronte a tutto per una manciata di voti, anche a vendere la storia.
Ricordare degnamente il 25 aprile significa riappropriarsi dei valori di allora. Ricordare la Resistenza vuol dire lottare contro ogni revisionismo e ogni tentativo di riappacifìcazione.
Vuol dire abbattere ogni muro, ogni lager, ogni discriminazione.
Tutto il resto è solo propaganda!