VERSO LA CONFERENZA NAZIONALE DI GENOVA
Che cosa accadrà a Genova? I temi che saranno trattati nei giorni della conferenza rappresentano un passo indietro per le politiche ministeriali in materia di droga.
La ministra Livia Turco e la sua corte sembrano infatti molto spaventati da questo appuntamento che, va detto, ha una scadenza fissa triennale. Probabilmente sarà lultimo atto in materia del governo Amato dato che le elezioni sono alle porte, ed è ovviamente questo clima ad avere condizionato le scelte governative molto caute.
Infatti rispetto alla conferenza di Napoli, che si tenne nel 1997, non vengono più neanche accennati argomenti come la riduzione del danno e men che meno blande politiche di legalizzazione delle sostanze cosiddette leggere.
La politica della sinistra in materia è oggi più che mai condizionata dai temi agitati dalla destra, in primo luogo quello della sicurezza: una carta molto facile da giocare in una società come quella italiana dove i fenomeni di utilizzo delle sostanze e dellimmigrazione diventano il capro espiatorio di ogni episodio di microcriminalità.
Ecco la lezione dei professionisti dellopinione che troviamo quotidianamente sui giornali nazionali: lequazione di primo grado immigrato = spacciatore = pericolo sociale e di conseguenza quella di secondo grado consumatore di sostanze = ladro = malato sono più che mai in auge.In questo clima di terrore chi conduce la lotta antiproibizionista diventa facile bersaglio di zelanti magistrati sempre pronti a mostrarsi "coraggiosi" paladini dellordine sociale costituito.
Quello che è successo a Torino testimonia la strategia dazione messa in atto dalla magistratura.
Alcuni episodi cittadini sono infatti il frutto di queste scelte. Alla fine di aprile durante la perquisizione di una cosiddetta centrale di spaccio, guarda caso in un appartamento di immigrati, in seguito ad una collutazione con alcuni carabinieri un giovane marocchino "cadeva" dal balcone finendo per infilzarsi ad unasta alcuni piani sotto. Ha dellincredibile che fatti come questi destino clamore soltanto nelle comunità di immigrati e non nellopinione pubblica italiana, che ne è rimasta del tutto indifferente.Anche chi si dedica alla lotta antiproibizionista non ha vita facile. Da tempo, infatti, il centro sociale Gabrio si impegna su questo tema attraverso la partecipazione alle feste del raccolto e della semina nazionali ed organizzando iniziative proprie ( campagne di contro - informazione e di riduzione del danno). Nel corso di una di queste, nellottobre del 1999, venne aperto provocatoriamente e pubblicamente il primo coffee - shop cittadino, con la distribuzione di marjuana autoprodotta. Liniziativa provocò una serie di polemiche rimbalzate sui giornali della città: in particolare AN si distinse per la sue feroci prese di posizione che pretendevano limmediata incarcerazione di questi "pusher" di una notte che avevano avuto la faccia tosta di rivendicare pubblicamente la loro azione criminosa.
La reazione della magistratura torinese non si fece attendere. Due settimane dopo la festa. con un impiego di forze del tutto spropositato, vennero eseguiti dal nucleo anti narcotici della polizia una serie di perquisizioni nei locali del centro sociale e nelle case di una decina di militanti dello stesso.Questa splendida azione portò al sequestro di un etto di marjuana e di otto grammi di semi della stessa, nonché allincriminazione di diversi militanti antiproibizionisti con le infamanti accuse di spaccio e detenzione a fini di spaccio.
A tutt'oggi il procedimento è ancora in corso per uno solo di essi, mentre in città continuano a fumare grandi e piccini, ricchi e poveri, occupati e disoccupati, belli e brutti...È da non dimenticare che questa è anche la città del carcere delle Vallette,dove a fare le spese di una dissennata se non criminale politica repressiva sono centinaia di detenuti tossicodipendenti ed extracomunitari, entrambi vittime, chi per un motivo chi per l'altro, di una giurisprudenza contorta. Esempio più recente è stata la condanna di due detenuti che non avevano controllato il loro compagno di cella nell'atto di defecare così come gli avevano ordinato i secondini (?!); questo in seguito aveva venduto dell'eroina che è costata tre morti per overdose e gira che ti rigira la colpa se la sono beccata i due detenuti.
SEMBRA ASSURDO NON E' VERO?
Al di là del sorriso (amaro) che può provocare una situazione del genere, oggi noi siamo sicuri che sia tra i consumatori sia tra gli addetti ai lavori la conferenza di Genova rappresenti un passo indietro e sia del tutto inutile. Una conferenza governativa sulle droghe dimostra di essere la solita farsa teatrale e noi lavoreremo e costruiremo iniziative per smascherarla.
CENTRO SOCIALE GABRIO