MDMA - TORINO
Seminiamo Dissenso Raccogliamo Libertà
(ovvero chi siamo e cosa vorremmo)I! collettivo antiproibizionista nasce come gruppo di discussione aperta sulle droghe e sul loro uso (dalla produzione fino al modo d'assunzione) che attualmente hanno nella nostra società.
Come militanti dei centri sociali, quindi, ci proponiamo di abbattere le catene proibizioniste che legano ogni individuo - consumatore e di combattere i grandi narcocapitalisti della droga che s'ingrassano sulla pelle dei contadini, produttori delle sostanze, e dei piccoli distributori a! dettaglio.
Inoltre, proprio perché siamo consumatori anche noi, non siamo sostenitori dalle "cultura dello sballo" ovvero dell'utilizzo smodato ed incosciente delle sostanze. Anzi è nostra opinione che il proibizionismo porti anche alla disinformazione cosicché chi per la prima volta utilizza una droga si trova senza le informazioni necessarie per accostarvisi correttamente.
Ci proponiamo pertanto di essere un punto d'incontro per fornire informazioni sull'utilizzo e per raccogliere e diffondere materiali da noi stessi preparati o derivanti dalle altrui esperienze.La constatazione del fallimento e dei danni causati dalle politiche proibizioniste è alla base della nostra presa di posizione: in cinquanta e più anni non una sola sostanza è scomparsa dal mercato, anzi ogni anno ne appaiono di nuove, mentre aumentano continuamente i consumatori in tutto il mondo.
Il proibizionismo ha, in primo luogo, provocato la repressione su tutti i consumatori. La base legale di queste politiche è dovuto al così detto dominio terapeutico dello stato, in altre parole la possibilità da parte dei governi di decidere cosa fa bene e cosa fa male al cittadino in modo che questi si possa inserire nella grande catena capitalistica in modo efficiente e produttivo.
In Italia chi è individuato come consumatore, da una parte perde alcuni diritti importanti dei propri diritti civili (per esempio il ritiro delia patente e del passaporto) diventando un cittadino di serie B, dall'altra rischia continuamente il carcere commettendo reati per ottenere la sostanza "proibita" sul mercato nero. Si calcola, per esempio, che un terzo dei carcerati che si trovano attualmente alle "Vallette" di Torino, vi siamo finiti per reati legati alle sostanze.In secondo luogo il proibizionismo ha letteralmente creato il narcotraffico ovvero il mercato illegale incontrollato delle droghe. È impossibile calcolare quale sia la reale consistenza di esso, ma sicuramente si può parlare dell'affare del XX secolo visto che, per esempio, un grammo di eroina quando è venduto al consumatore ha in media dieci volte il valore della stessa quantità d'oro. È invece chiaro che i soldi che sono ricavati sono reinvestiti in altri mercati illeciti (quello delle armi e dei migranti clandestini) e leciti (soprattutto esercizi di vendita, ristoranti, bar, videoteche, imprese edilizie, etc.). Esistono alcuni paradisi fiscali (stati che permettono alle banche di non essere trasparenti sui loro clienti) che si trovano soprattutto nei Caraibi, in cui i grandi trafficanti possono "ripulire" i proventi del mercato illegale. Dopo questo passaggio il denaro viene investito per la maggior parte nell'economia dei paesi del "primo mondo".
In questo momento i nostri principali obbiettivi sono:
Serie politiche di riduzione del danno, cioè controllo delle sostanze prima dell'utilizzo, fornitura di materiali sterili e via così.
Legalizzazione della produzione, della vendita e dell'uso della cannabis!
Se sei interessato a riflettere, discutere sulle droghe e a costruire iniziative e proposte contattaci al centro sociale Gabrio, via e-mail all'indirizzo gabrio@ecn.org oppure vieni a trovarci tutti i giovedì nei locali del centro sociale in via revello 3 (quartiere San Paolo).