SENZA MEZZI TERMINI
Un popolo che non ricorda la sua storia è costretto a riviverla, e a quanto pare noi ci siamo vicini.

C'è infatti nell'aria uno strano fetore, come se improvvisamente si fossero scoperchiati i tombini delle fognature: divieti di sciopero e di manifestare, squadracce fasciste che aggrediscono immigrati ed omosessuali, bavagli alle voci fuori dal coro dell'informazione e dello spettacolo e via manganellando.

Per le strade, nei bar, sugli autobus del mattino, i cittadini italiani sono rabbiosi, ogni ritardo e disservizio scatena polemiche e reazioni spropositate in cui spesso si sente parlare di non precisati bisogni di ordine e sicurezza.

Non sono rari i casi in cui la colpa viene addossata agli extracomunitari, responsabili perfino delle avverse condizioni meteorologiche (almeno una volta si diceva piove governo ladro).

Il tutto condito da un becero revisionismo storico che oramai ha preso piede, cosicché i repubblichini di Salò diventano degli "italiani che sbagliarono", i partigiani dei feroci assassini al soldo dei sovietici e tutto il resto… non è mai esistito.

Non sono mai esistiti i lager, le deportazioni e le esecuzioni di massa, le torture, al punto che Alessandra Mussolini è giunta a dire in tv che con suo nonno gli oppositori erano trattati meglio che il Polo in Rai (sic!).

In questo oscurantismo strisciante, ultimamente hanno tirato fuori la testolina rasata i nazifascisti, nascondendosi dietro una serie di nuove sigle per confondere le idee, cercando di adattare i loro cari vecchi slogan ai nostri tempi (sui manifesti di Forza Nuova il vecchio "A noi!" diventa "Con noi!") restando però fedeli alle consolidate tradizioni del fascismo e del nazismo (vigliaccate notturne, manganelli, quozienti intellettivi da insetti).

Non si deve mai dimenticare che alla storia questa gente si è sempre presentata così, un manipolo di esaltati senza arte né parte che possono essere messi in condizione di non nuocere in qualsiasi momento, cosí li considerava Vittorio Emanuele durante la marcia su Roma, Allende prima del golpe in Cile, e l'Europa tutta prima della grande tragedia della seconda guerra mondiale.

Ma quando viene il momento e i potentati economici sono minacciati dalla consapevolezza dei popoli, come sta succedendo per il movimento antiglobalizzazione, ecco che anche questi imbecilli tornano utili per la loro scarsa coscienza e scrupolosità e vengono utilizzati e coperti per abbattere ogni forma di rivolta popolare, manipolando l'informazione cosicché le aggressioni e i soprusi passino per conflitti tra gli opposti estremismi.

A parole si dichiarano anticapitalisti, come i vari Mussolini e Hitler; in realtà, esattamente come la mafia, sono i cani da guardia dei potenti, mercenari prezzolati e pronti ad essere scaricati in qualsiasi momento dovesse buttare male per i loro padroni (ve lo ricordate Badoglio?).

Il 25 aprile ricorda una guerra atroce, dove milioni di donne e di uomini persero la vita a causa di un ideale nefasto, ma non la dignità infine riconquistata in quelle strade e piazze che videro un gioioso popolo ribelle alzare la bandiera della libertà, a volte sui propri cadaveri, per ricacciare I TOPI NELLE LORO FOGNE.
Oggi siamo in piazza anche noi, la scelta di sfilare a S. Paolo non è casuale, questo quartiere fu teatro di battaglie e tragedie della Resistenza, qui morí Dante Di Nanni, al quale dedichiamo questa nostra giornata di lotta al fascismo.

CENTRO SOCIALE GABRIO

NOI, CHE APRIMMO LE PORTE ALLA GENTILEZZA,
NOI CHE GENTILI NON POTEMMO ESSERE
(B. Brecht)
indice documenti
home page gabrio