indice documenti / gabrio home page

DIVERSI E UNITI:
LA MOLTITUDINE CONTRO
LE NUOVE MANOVRE NEO-LIBERISTE

Una nuova ondata neoliberista, guidata dal governo Berlusconi, sta investendo questo nostro paese.
Si tratta di nuove misure che ledono la vita di tutti e tutte prevedendo la demolizione di diritti fondamentali:
dai diritti all’istruzione a quelli sulla salute, dalla tutela dei diritti dei cittadini migranti a quella dei cittadini tossicodipendenti, dalla violazione dell’integrità dell’ambiente e del patrimonio naturale alla violazione dei diritti dei lavoratori dipendenti.

Su quest’ultimo aspetto, questo governo, con l’avallo della Confindustria, sta cercando di distruggere quanto rimasto delle conquiste che i lavoratori ottennero nel ciclo di lotte passate.
Già con i governi di centrosinistra, con la concertazione, in nome di una "pace sociale", che giovava solo al padronato, hanno creato delle categorie di lavoratori precari con scarsi diritti (legge sul lavoro interinale e seguito).
Adesso, con Berlusconi, la Confindustria e i poteri forti stanno cercando di dare una spallata finale per la deregulation dei rapporti fra lavoratori e padronato.

L’attacco più forte e visibile a questo progetto è proprio l’abolizione dell’art.18; ma altrettanto gravi e pericolose sono le proposte di precarizzare i rapporti di lavoro con contratti in cui il lavoratore riveste solo più un ruolo di bassa manovalanza ad uso e consumo del padrone. Con la decontribuzione per i neo assunti, le aziende risparmieranno, ma anche il lavoratore "risparmierà" quando andrà in pensione poiché con la nuova previdenza calcolata sulla base contributiva, anziché sul modello retributivo, si vedrà decurtata una bella fetta di pensione.

Questa strategia, in nome di una crescita per il paese, creerà un’ancora più marcata differenziazione tra ricchi e poveri.
Sotto quest’attacco il sindacato in molte delle sue parti si è dimostrato morbido, cercando di evitare lo scontro, chiamando il governo alla concertazione, dichiarando che l’art. 18 non si tocca (fra l’altro un referendum ha già confermato la volontà degli italiani a non abolirlo), ma che per il resto si può trattare, invece di dichiarare lo sciopero generale, anche ad oltranza.

Malgrado le incertezze e le mediazioni delle vecchie dirigenze sindacali, oggi siamo qui in piazza. Certo, in uno sciopero che è regionale e che non vede il pubblico impiego presente. Siamo comunque qui per contarci e per contare, come uomini e donne, con culture e idee diverse, ma uniti dall’unico scopo di impedire un attacco assurdo ai diritti di tutti e di tutte. Per invadere come moltitudine le piazze e riprenderci un diritto alla parola che da troppo tempo ci è stato tolto.

Detto questo, il movimento dei disobbedienti non intende scendere a patti con certi atteggiamenti, come abbiamo dimostrato smontando il Centro di Detenzione per Migranti di Bologna: intendiamo disobbedire a queste violenze del governo sulla pelle dei cittadini riproponendo la possibilità di costruire insieme lo sciopero di cittadinanza generalizzato a tutte le categorie di lavoratori.

CONTRO LA PRECARIZZAZIOINE E L’ABOLIZIONE DELL’ART.18

CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DEL DIRITTO ALLO STUDIO E ALLA SALUTE

ANCORA PER UN MONDO DIVERSO, POSSIBILE E NECESSARIO

DISOBBEDIENZA SOCIALE - TORINO