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COMUNICATO STAMPA

TORINO, CITTÀ OLIMPICA (ma non per tutti), 1 MARZO 2002.

Oggi, un gruppo di Disobbedienti con membri della Rete di Lilliput, Commercio Equo e Solidale, Mag4 Piemonte, Mir Movimento Non violento ha pacificamente occupato per un'ora la sede operativa e l'ufficio stampa del Toroc (Comitato organizzatore delle Olimpiadi di Torino 2006) l'occupazione ha visto l'affissione di striscioni e manifesti che descrivevano le nostre richieste: non ci poniamo contro le Olimpiadi in quanto tali ma riteniamo indispensabile aprire una grossa discussione cittadina sulla effettiva ricaduta sociale che queste Olimpiadi sono in grado di dare. Torino è una città sull'orlo di una crisi ha perso via via risorse ultima delle quale il Salone dell'Automobile e sta investendo tutto in una improbabile riconversione al turismo usando le Olimpiadi come ultima occasione per sopravvivere, in questo contesto tutto è lecito, la guerra intestina tra Comune e Toroc per le sponsorizzazioni, i grossi investimenti fatti per avere i testimonial da fuori città mentre ai cittadini si chiede di partecipare come volontari a questa sorta di chiamata alle armi cittadina.

Noi ribadiamo la grave chiusura degli spazi di confronto da parte delle istituzioni e ricordiamo il grave gesto compiuto in occasione della festa precedente, lo scorso 30 novembre, quando la questura ha fisicamente impedito a una cinquantina di persone (fermandone tre) di andare alla festa pubblica in piazza per il semplice fatto che avevano con se uno striscione che chiedeva l'eticità delle sponsorizzazioni !!!

Area della Disobbedienza Sociale Torino
Rete Lilliput Torino
Mag4 Piemonte
Mir Movimento Non violento
Bottega Equamente
Coop. Il Ponte

 

OLIMPIADI 2006 OBBLIGATI A ESSERE FESTANTI, DISOBBEDIAMO!

Torino 2002: una città alle corde per la perdita del Salone dell’Automobile, dopo l’abbandono di Telecom. Torino si aggrappa alle Olimpiadi Invernali del 2006, se non sarà il rilancio, di certo almeno una boccata d’ossigeno e un pieno di miliardi. Questo scenario è rischioso: da un lato si chiede ai cittadini di Torino di entusiasmarsi, sventolando bandiere olimpiche per quattro anni. Dall’altro aumentano le probabilità che questo clima da ultima spiaggia si trasformi in una chiamata alle armi totale, che non accetta dubbi, opposizioni, critiche, come quelle che noi facciamo.

Noi non siamo convinti complessivamente dalle politiche di sviluppo e di trasformazione urbana basate sui grandi eventi, e lo dichiariamo apertamente alla città.
Crediamo inoltre che lo spettacolo olimpico sia sempre più dominato da logiche economiche (spese faraoniche e distruttive, sponsorizzazioni, diritti televisivi, gadgettistica) e degenerative (la corruzione che ha dominato il metodo di assegnazione delle ultime sedi Olimpiche, da Atlanta a Sidney; il doping che ha tolto credibilità a Salt Lake City; gli enormi dispiegamenti militari per garantire la sicurezza).

In occasione di questa giornata di festa anche noi decidiamo di ribadire le nostre opinioni, occupando la sede del Toroc (visto che ci si impedisce clamorosamente di partecipare alle feste in piazza, come è successo lo scorso 30 novembre, quando le forze dell’ordine ci hanno bloccato senza permettere di esporre uno striscione alla festa di Piazza Castello).

1.Sponsorizzazioni: Il Presidente della Regione Ghigo ha dichiarato (Repubblica, 19 febbraio). Il Sindaco Chiamparino il 12 febbraio lancia l’appello a banchieri e industriali. Noi lo ripetiamo chiaro: non accetteremo che le Olimpiadi del 2006 abbiano come sponsor multinazionali o imprese che nella loro produzione non rispettino diritti dei lavoratori, diritti sociali, l’ambiente. Non accetteremo che si ripeta lo scandalo dei Mondiali giocati con palloni cuciti da bambini pakistani, né finanziamenti ad esempio dalle banche armate ovvero quelle che finanziano il commercio internazionale di armi.
2.Ambiente: appoggiamo le iniziative di tutela delle associazioni ambientaliste, impegnate ad impedire costruzioni inutili e ad alto impatto ambientale (la pista da bob, ad esempio, quando si potrebbe utilizzare quella di Albertville), devastazioni e sprechi di risorse. 3.Sicurezza nei cantieri: la fretta è una cattiva consigliera, si sa. Tra poco partiranno i cantieri per i lavori e tutti ci ricordiamo ancora la catena di incidenti e morti nei cantieri dei Mondiali del ’90, dovuti alla catena di subappalti, al lavoro nero, al non rispetto degli standard di sicurezza imposti dalla legislazione sociale.
4.Riutilizzibilità sociale delle strutture costruite: siamo contro gli sprechi, la costruzione di impianti inutili (con l’unico fine di arricchire costruttori amici e mafie varie), e richiediamo che una quota delle nuove costruzioni che si faranno a Torino siano destinate a fine Olimpiadi a fini sociali, concordando con Cittadini, Associazioni e Cooperative la destinazione d’uso.
5.Informazione: richiediamo la massima trasparenza da parte del Toroc, dell’Agenzia 2006, degli Enti locali, su tutti gli atti che riguardano le Olimpiadi.

BUONA FESTA, MA PER TUTTI!
PERCHÉ LA FESTA NON SIA PAGATA DA CHI LAVORA SENZA DIRITTI IN INDONESIA, DA CHI MUORE IN UN CANTIERE, DA CHI VEDE DEVASTARE I PROPRI TERRITORI!