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LETTERA APERTA AL SINDACO DELLA CITTA’ DI TORINO
Al Sindaco di Torino
e p.c.
Ai membri della Giunta Comunale
Ai membri del Consiglio Comunale
Ai cittadini di Torino
A tutti gli organi di Stampa
Siamo cittadini, uomini e donne, di questa metropoli. Viviamo, produciamo e riproduciamo dentro le filiere caotiche che compongono la fabbrica sociale che costituisce questa megalopoli del globo. Siamo dunque parte di quella moltitudine che fa vivere e andare avanti questa città di cui lei è casualmente sindaco.
Non siamo gente pacificata, facciamo parte di quel “popolo di sognatori” che ha riempito le vie di Genova nel giugno del 2001, e poi quelle di Roma contro la guerra, e che ancor prima è stata a Seattle, poi a Praga, Goeteborg, Nizza. Da sempre siamo in movimento per la difesa dei diritti di cittadinanza in questa città come altrove, per la difesa del diritto di studio, per il diritto al reddito, per la libera circolazione degli uomini e delle donne su questo pianeta, per la difesa dei migranti, contro i centri di detenzione temporanea, contro qualsiasi forma di negazione di libertà.
E proprio in quanto partigiani della libertà ci rivolgiamo a lei “primo cittadino” di una città già medaglia d’oro della Resistenza. Le chiediamo perché mai non ha da proferire parola sullo scandalo di un convegno indetto presso un luogo noto e di cultura come il GAM da parte di una forza politica che apertamente si richiama ai valori del fascismo e del nazismo, dell’intolleranza e del razzismo.
A questo convegno hanno pure aderito esponenti delle forze politiche di opposizione nella città (primo fra tutti Borghezio della Lega Nord, già inquisito per omicidio colposo ai danni di un migrante), giusto per portare lustro a chi lustro non dovrebbe avercelo, come l’ex-stragista Roberto Fiore segretario della forza politica in questione e fra i primi relatori del convegno. Crediamo che i valori della Resistenza non debbano essere solo un richiamo per le feste comandate, ma vadano messi in pratica nella quotidiana lotta per la libertà che riguarda tutti e tutte.
Qualche settimana fa fummo lasciati soli nel tentativo di affermare questi valori, soli a impedire quel convegno riproposto oggi alla GAM, soli con la nostra fantasia e i nostri corpi. Avete lasciato che solo la polizia affrontasse in gran numero il problema, contro di noi e la nostra generosità.
Ci avete lasciati ancora soli, braccati e condannati come dei teppisti da poliziotti e media assetati di scoop.Per questa volta abbiamo deciso di passare la mano e chiedere a Lei, in quanto primo cittadino, alle forze istituzionali democratiche che La sostengono, a quelle che si richiamano ai valori della Resistenza di prender la parola.
Perché altrimenti il vostro silenzio è complice.
DISOBBEDIENTI TORINO - 21 marzo 2002