************************************************************** I CONTI DEL G8 TESTIMONIANZA - POLIZIA PENITENZIARIA (DA LA REPUBBLICA) VERBALE DEL CARABINIERE CHE HA SPARATO (DA LA REPUBBLICA DI GENOVA) ************************************************************** I CONTI DEL G8 1 miliardo e 500 milioni di dollari stanziati per la lotta all'aids equivale a 27 cents di dollaro pro capite per le popolazioni considerate sotto il livello di povertà (il famoso 80%). immaginando di concentrare questi aiuti solo su chi e' veramente afflitto dall'aids (1 miliardo grosso modo) a questi spettera 1,5 dollari pro capite ... mettiamo che una buona parte di questi aiuti finirà nelle tasche di speculatori , funzionari corrotti o aiuti inutili , l'80% per essere ottimisti, al malato arriverano si e no 30 cents = 700 lire pro capite.. la cura di un malato di aids qui da noi si aggira intorno ai 100 mila dollari pro capite..=230 milioni di lire... forse sono dati approssimativi..ma chi possiede i dati certi ce li dica invece di riempirsi la bocca con cifre altisonanti ************************************************************** TESTIMONIANZA - POLIZIA PENITENZIARIA Genova, un poliziotto racconta cosa è successo nella caserma del Gruppo operativo mobile di polizia penitenziaria La notte dei pestaggi a Bolzaneto il lager dei Gom "Calci, pugni, insulti: i diritti costituzionali erano sospesi. E dicevano: tranquilli, siamo coperti" di MARCO PREVE -------------- GENOVA - Un poliziotto che presta servizio al Reparto Mobile di Bolzaneto, e di cui Repubblica conosce il nome e il grado ma che non rivela per ragioni di riservatezza, racconta la "notte cilena" del G8. "Purtroppo è tutto vero. Anche di più. Ho ancora nel naso l'odore di quelle ore, quello delle feci degli arrestati ai quali non veniva permesso di andare in bagno. Ma quella notte è cominciata una settimana prima. Quando qui da noi a Bolzaneto sono arrivati un centinaio di agenti del Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria". E' il primo di uno dei molti retroscena sconosciuti del drammatico sabato del G8. Il nostro interlocutore ammette che "nella polizia c'è ancora tanto fascismo, c'è la sottocultura di tanti giovani facilmente influenzabili, e di quelli di noi che quella sera hanno applaudito. Ma il macello lo hanno fatto gli altri, quelli del Gom della penitenziaria". E il pestaggio sistematico nella scuola? "Quello è roba nostra. C'è chi dice sia stata una rappresaglia, chi invece che da Roma fosse arrivato un ordine preciso: fare degli arresti a qualunque costo. L'intervento lo hanno fatto i colleghi del Reparto Mobile di Roma, i celerini della capitale. E a dirigerlo c'erano i vertici dello Sco e dirigenti dei Nocs, altro che la questura di Genova che è stata esautorata. E' stata una follia. Sia per le vittime, che per la nostra immagine, che per i rischi di una sommossa popolare. Quella notte in questura c'era chi bestemmiava perché se la notizia fosse arrivata alle orecchie dei ventimila in partenza alla stazione di Brignole, si rischiava un'insurrezione". La trasformazione della caserma di Bolzaneto in un "lager" comincia lunedì con l'arrivo dei Gom, reparto speciale istituito nel 1997 con a capo un ex generale del Sisde, e già protagonista di un durissimo intervento di repressione nel carcere di Opera. Appena arrivati - vestiti con le mimetiche grigio verde, il giubbotto senza maniche nero multitasche, il cinturone nero cui è agganciata la fondina con la pistola, alla cintola le manette e il manganello, e la radiotrasmittente fissata allo spallaccio - prendono possesso della parte di caserma che già alcune settimane prima del vertice era stata adattata a carcere, con annessa infermeria, per gli arrestati del G8. La palestra è stata trasformata nel centro di primo arrivo e di identificazione. Tutti i manifestanti fermati vengono portati qui, chi ha i documenti li mostra, a tutti vengono prese le impronte. A fianco alla palestra, sulla sinistra, accanto al campo da tennis, c'è una palazzina che è stata appositamente ristrutturata per il vertice ed è stata trasformata nel carcere vero e proprio. All'ingresso ci sono due stanzoni aperti che fungono da anticamera. Qui, la notte di sabato, fino a mattina inoltrata di domenica, staziona il vicecapo della Digos genovese con alcuni poliziotti dell'ufficio e qualche carabiniere. "Quello accaduto alla scuola e poi continuato qui a Bolzaneto è stata una sospensione dei diritti, un vuoto della Costituzione. Ho provato a parlarne con dei colleghi e loro sai che rispondono: che tanto non dobbiamo avere paura, perché siamo coperti". Quella notte. "Il cancello si apriva in continuazione - racconta il poliziotto - dai furgoni scendevano quei ragazzi e giù botte. Li hanno fatti stare in piedi contro i muri. Una volta all'interno gli sbattevano la testa contro il muro. A qualcuno hanno pisciato addosso, altri colpi se non cantavano faccetta nera. Una ragazza vomitava sangue e le kapò dei Gom la stavano a guardare. Alle ragazze le minacciavano di stuprarle con i manganelli... insomma è inutile che ti racconto quello che ho già letto". E voi, gli altri? "Di noi non c'era tanta gente. Il grosso era ancora a Genova a presidiare la zona rossa. Comunque c'è stato chi ha approvato, chi invece è intervenuto, come un ispettore che ha interrotto un pestaggio dicendo "questa non è casa vostra". E c'è stato chi come me ha fatto forse poco, e adesso ha vergogna". E se non ci fossero stati i Gom? "Non credo sarebbe accaduto quel macello. Il nostro comandante è un duro ma uno di quelli all'antica, che hanno il culto dell'onore e sanno educare gli uomini, noi lo chiamiamo Rommel". Che fine hanno fatto i poliziotti democratici? "Siamo ancora molti - risponde il poliziotto - ma oggi abbiamo paura e vergogna". (26 luglio 2001) ************************************************************** VERBALE DEL CARABINIERE Genova, 16:56 G8: polizia perquisisce Repubblica e sequestra verbali La polizia, per ordine del sostituto procuratore Silvio Franz, ha perquisito stamani la redazione genovese di 'Repubblica'. Gli agenti cercavano i due verbali degli interrogatori del carabiniere che ha ucciso Carlo Giuliani e del suo commilitone che guidava la Land Rover. I verbali sono stati pubblicati, oggi, integralmente dal quotidiano, nell'edizione di Genova (leggi qui). Il capo redattore, Franco Manzitti, ha consegnato agli investigatori i documenti prima che gli agenti cominciassero a cercare nei cassetti. (Mat) 'In fondo alla jeep non vedevo persone davanti a me' Pubblichiamo in esclusiva i verbali di interrogatorio dei carabinieri coinvolti nella morte di Carlo Giuliani "Ho sparato nel panico" Pubblichiamo in esclusiva i verbali di interrogatorio dei due carabinieri direttamente coinvolti nell'episodio della morte di Carlo Giuliani. Il primo è quello di Mario Placanica, che ha sparato al ragazzo. Il militare, che ieri sera ha lasciato Genova per la sua casa di Catanzaro, è assistito dall'avvocato Umberto Pruzzo. L'anno 2001 addì 20 del mese di luglio alle ore 23.00 negli ufficio del Nucleo Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Genova, davanti ai Sostituti Procuratori Anna Canepa, Francesco Pinto ed Andrea Canciani, è presente Placanica Mario, nato Catanzaro il 13/08/1980, Carabiniere Ausiliario in forza al 12 BTG Sicilia di Palermo, che viene sentito in qualità di persona sottoposta ad indagini in relazione alla morte di Giuliani Carlo nato a Roma il 14.3.1978 avvenuta in Genova in data odierna in via Caffa a seguito dei disordini scaturiti dalle manifestazioni relative al G.8. Fonti di prova: informazioni testimoniali, acquisizione da internet di immagini tratte da video riprese. Ai sensi dell'art. 64 C.P.P. la persona sentita viene avvisata che le dichiarazioni che rende potranno essere sempre utilizzate nei suoi confronti; che ha altresì facoltà di non rispondere ad alcuna domanda e che comunque il procedimento seguirà il suo corso; che se renderà dichiarazioni su fatti che concernono la responsabilità di altri assumerà in ordine a tali fatti la qualità di testimone salve le incompatibilità previste dall'art. 197 e le garanzie di cui all'art. 197 bis C.P.P. Richiesto di nominare un difensore di fiducia dichiara: nomino l'avvocato Umberto Pruzzo del foro di Genova qui presente richiesto altresì di eleggere domicilio per eventuali comunicazioni dichiara presso lo studio del difensore via XX settembre 3/13. La persona sottoposta all'indagine dichiara: intendo rispondere. Ero schierato con il mio plotone dalla mattina; eravamo in servizio dalle 6,30 circa. Dopo essere partiti dalla Fiera del mare siamo stati schierati in città insieme ad altre 100 persone circa, cioè 2 plotoni. Nel pomeriggio ci trovavamo schierati in una zona della città, dove vi erano stati scontri violenti nel corso dei quali è rimasto bruciato anche un blindato dei carabinieri. Nel corso di questi scontri io personalmente ho sparato lacrimogeni in quanto addetto specificatamente al lancio dei lacrimogeni. Faccio presente che con tutto il plotone ci muovevamo a piedi seguiti dai due defender e cioè 2 Land Rover, una con a bordo il colonnello che ci coordinava e l'altra con a bordo un altro ufficiale. In quanto addetto a sparare il lacrimogeni, a causa del fumo, dopo ripetuti lanci, avevo inalato molto fumo e la mia maschera non era più in grado di proteggermi adeguatamente e quindi avevo occhi e viso in fiamme. Per questo mo tivo ad un certo punto mi sono avvicinato al defender ed ho chiesto soccorso e sono salito sul mezzo dove ho iniziato a sentirmi male vomitando. Il mezzo sui cui sono salito era quello guidato dall'autista Cavataio. Dopo che sono salito sul mezzo, il plotone ha subito una carica dai numerosi dimostranti, carica che è stata respinta; a bordo del Land rover abbiamo seguito il plotone; ad un certo punto la situazione si è tranquillizzata ed allora il personale del plotone, per prendere aria, si è tolto la maschera antigas; a questo punto sul mezzo sui cui mi trovavo in compagnia del solo autista è salito un altro collega di cui al momento non ricordo bene il nome che aveva avuto dei problemi coi lacrimogeni come me. A questo punto però i dimostranti si sono avvicinati ed i carabinieri li hanno caricati per respingerli; la carica dei carabinieri è stata però respinta dai manifestanti - la confusione era moltissima - l'autista della vettur a ha cercato di fare retromarcia, circondato dai manifestanti che avevano rotto il blocco del plotone, ma è rimasto bloccato da un cassonetto della spazzatura ribaltato a terra dai manifestanti e pieno; se fosse stato vuoto la Land Rover sarebbe stata in grado di superare l'ostacolo; a questo punto io ed il collega dietro ci siamo impauriti, anche perché i manifestanti hanno continuato a lanciare pietre di grosse, anzi enormi dimensioni. I vetri della Land Rover, quelli, laterali e posteriori (il Land Rover ha vetri protetti da griglia metallica solo sul davanti) erano stati nel frattempo mandati in frantumi dal lancio di pietre. Io mi sono messo a gridare, dicendo all'autista di scappare ed urlandogli che ci stavano ammazzando; eravamo infatti circondati dai manifestanti io ho inteso che ce ne fossero centinaia; in quel momento ho visto in difficoltà il mio collega e ho pensato che dovevo difenderlo; l'ho abbracciato per le spall e ed ho cercato di farlo accucciare sul fondo della jeep; io scalciavo perché i manifestanti mi tiravano per una gamba che mi veniva afferrata dall'esterno, per cercare di tirarmi fuori dalla macchina; hanno anche tirato oggetti pesanti che non ho neanche capito di cosa si trattasse; mi è stato dato un colpo con un qualcosa di estremamente pesante e metallico. L'ufficio da atto che Placanica zoppica manifestamente con la gamba destra e mostra un ginocchio destro gonfio ed escoriato. Mentre eravamo accucciati e ci difendevamo dagli assalti che ho descritto continuavano ad arrivare nella vettura pietre, il mio amico è rimasto colpito da una pietra sotto l'occhio all'altezza dello zigomo, a questo punto sempre più terrorizzato urlavo all'autista di muoversi che non ce la facevo più; dopo avere gridato mi hanno colpito con una grossa pietra in testa di colore bianco con i lati taglienti; mi hanno colpito con la pietra che non veniva lanci ata, per ben due volte, la pietra mi ha colpito in testa ferendomi; alla vista del sangue e del mio amico ferito ho messo il colpo in canna alla pistola che tenevo in una fondina a coscia, rimettendo poi però la sicura. Nel frattempo intimavo ai manifestanti di finirla perché se no avrei sparato, loro imperterriti hanno continuato a colpire ed a lanciare pietre. Nell'agitazione e cercando di difendermi, mi sono accorto a posteriori che con la mano avevo nel frattempo inavvertitamente levato la sicura. Il lancio di pietre è continuato ed io ho sentito la mia mano contrarsi e partire dalla mia pistola 2 colpi di arma da fuoco; io ero in posizione accucciata con la mano alzata ed armata, la mia mano con la pistola era quello che spuntava dalla camionetta; A domanda risponde: alla mia vista nel momento in cui puntavo la pistola non aveva persone, percepivo che vi erano aggressori ma non li vedevo percependo solo il continuo lancio di p ietre. Ero convinto che vedendo l'arma avrebbero desistito ed invece hanno continuato. ADR: per quello che posso ricordare mi pare di avere tenuto la pistola in mano con le modalità riferite, per circa un minuto. Anche dopo che sono partiti i due colpi il lancio delle pietre è continuato; nessuno ha urlato, nessuno ha detto nulla in merito alla possibilità che avessi colpito qualcuno. Io ero accucciato e non ho fatto caso se avessi colpito qualcuno. Nel frattempo l'ostacolo rappresentato dal bidone è stato superato ed ho potuto sentire che la camionetta si metteva in moto, eravamo stremati. Ho sentito l'automezzo spostarsi in avanti; l'ho sentito fermarsi per fare salire un'altra persona; questo collega ci ha offerto copertura con lo scudo, sistemandolo come lunotto posteriore, perché il lancio di pietre continuava. Io perdevo sangue ed ero in preda al panico anche perché sentivo che stavo per perdere i sensi, ho iniziato a tremare ed a urlare; sull'automezzo nel frattempo è salito un altro maresciallo; io ero nel panico preoccupatissimo per me e per il mio amico, lamentando la sfortuna faccio infatti presente che io sono in servizio di leva. Ho tremato fino a quando sono arrivato all'ospedale. ADR: avevo una certa pratica nell'uso delle armi, e per tale motivo sono stato scelto quale «granatista». Voglio ancora precisare che ero impaurito per tutto quello che, nel corso della giornata ed in particolare in quel frangente, avevo (troncato dalla fonte) **************************************************************