La presentazione di questo libro potrebbe essere un primo momento di incontro tra tutti coloro che per lavoro, esperienza o scelta sono sensibili alle tematiche del carcere. Durante l'iniziativa verranno inoltre presentate le prossime attività dell'MDMA (Movimento Di Massa Antiproibizionista) sul territorio cittadino e nazionale.

CSOA GABRIO
Via Revello 3
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«Era una mattina molto fredda. Il filo della puntuale disciplina s'era momentaneamente spezzato come qualche volta capitava. Non arrivai per primo nei cortili né fui messo all'ultimo come avrebbe dovuto essere. Nel cortile a fianco a quello in cui entrai c'era Valdimar, con una maglietta mezze maniche, tutto infreddolito. Che un ragazzo abituato a un clima caldo venisse al passeggio in mezze maniche, col freddo che faceva, mi stupí.

Gli chiesi allora perché fosse senza maglione lui rispose che lo aveva lavato e che stava asciugando sul termosifone. "Non ne hai un altro?". Aveva solo quello, mi rispose timidamente. A quel punto, rompendo la disciplina che pretendeva ch'io non parlassi con anima viva gli chiesi cosa gli servisse oltre al maglione.
Aveva bisogno di tutto.
Tutto».

Cosí l'incontro, nel cortile dell'aria del carcere di Bergamo, fra Annino Mele, pastore sardo condannato all'ergastolo, e Valdimar Andrade Silva, omosessuale brasiliano. Questo libro narra i ricordi dei camminos sardi e delle vie brasiliane, narra l'incontro tra due differenze, entrambe socialmente sanzionate, che percorrendo impervi camminos giungono, da culture e storie diverse, all'accoglimento e al rispetto dell'altro, di quel "diverso" che la società punisce e isola.
Questa storia - due storie - lancia una sfida, apre una breccia nel muro.
Chiede a tutti di non rimuovere quella breccia,
e di guardare dentro.

SABATO 10 MARZO ORE 15.30

Renato Curcio, della Cooperativa "Sensibili alle Foglie"

Presenterà il libro

SOS CAMMINOS
DELLA DIFFERENZA

di Annino Mele e Valdimar Andrade Silva

DUE STORIE DI VITA IN SARDEGNA E IN BRASILE,
NEL CARCERE DEL 2000

EDIZIONI SENSIBILI ALLE FOGLIE


Durante l'anno appena trascorso molto si è parlato (in occasione del Giubileo) del carcere e della disumana condizione che circa 50.000 persone vivono quotidianamente all'interno dei penitenziari italiani. Apparentemente carichi di ottime intenzioni, gli amministratori di turno hanno in realtà solamente e vanamente blaterato di amnistia ed indulto per poi glissare velocemente in nome della sicurezza; cosí, nonostante le rassicuranti (?!) dichiarazioni del ministro Fassino, abbiamo assistito a terribili abusi come il pestaggio di Sassari, alle solite morti in carcere per overdose e ai suicidi di persone abbandonate alle loro problematiche spesso senza l'ombra di un sostegno, fosse pure istituzionale.

Tutto questo nonostante il grido di dolore che una serie di associazioni e centri sociali hanno lanciato nel tentativo di sensibilizzare un'opinione pubblica assolutamente plagiata dai media, sempre pronti a scagliarsi contro lo scippatore di turno ma totalmente indifferenti quando quello stesso viene percosso, umiliato o muore perché abbandonato da tutti.

Noi del Centro Sociale Gabrio siamo da anni impegnati in una battaglia antiproibizionista rispetto al consumo di sostanze stupefacenti, una battaglia di libertà che non può non tenere conto delle decine di migliaia di persone detenute per reati connessi all'uso di droghe.
Anche noi l'estate scorsa siamo andati a gridare la nostra rabbia sotto il carcere delle Vallette; il battere delle pentole sulle sbarre ci ha ricordato che oltre quel muro e quelle sbarre ci sono esseri umani che soffrono e muoiono.

Vogliamo portare avanti una campagna di controinformazione su questi temi, ma anche trovare altri gruppi ed individui disposti a mettersi in gioco per andare verso il superamento del carcere, della miseria umana che produce in seno ad una società che osa ancora definirsi civile.

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