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QUALE
PACIFICAZIONE CON CHI PROPUGNA L'ODIO???? |
Gli esponenti di Azione Giovani, manovalanza del circolo "ambientale"
di A.N., sono abituati alle provocazioni: anche quest'anno hanno trovato
il modo di strumentalizzare vergognosamente la festa della liberazione
e la memoria di migliaia di combattenti per la libert.
Questi loschi figuri hanno diffuso un volantino in cui, spacciandosi
per "pacifiche" vittime della propaganda comunista, propongono di
barattare l'anniversario della liberazione dall'oppressione nazi-fascista
con uno stupido gioco delle parti: tutti i caduti sono uguali, non
ci sono ragioni n torti, la democrazia pu dormire sonni tranquilli,
i nuovi fascisti non sono pi quelli in camicia nera.
Per il 25 aprile, a quanto pare, hanno intenzione di deporre, a latere
della commemorazione ufficiale, una corona di fiori "per tutti i caduti
della guerra civile" (ma quale guerra civile???), cos comprendendo
anche i BOIA FASCISTI.
Per il "maquillage" della nuova destra, i nostri si sono ridotti persino
a negare la loro identit storica, affermando che "non loro intenzione
giudicare chi avesse torto o ragione". (se vi sentisse Almirante!!!!!).
In realt, la "democrazia" non pu dormire sonni tranquilli: questi
stessi personaggi che parlano di pacificazione progettano e promuovono
leggi xenofobe che costringono centinaia di migranti nei centri di
detenzione temporanea, leggi liberticide che riportano i lavoratori
a condizioni tardo-medievali e, a tempo perso, si dilettano in minacce
ed assalti ai centri sociali ed a tutte le realt alternative (basta
leggere i trafiletti di cronaca locale dell'ultimo anno per averne
un idea).
Va detto anche che il gruppo "AZIONE ANTIFASCISTA" di Pordenone aveva
gi prenotato con tre settimane di anticipo Piazzale Ellero per la
mattinata del 25 Aprile indicendo un presidio contro il revisionismo,
senza che nessuno, in questura, avesse nulla da obiettare.
Evidentemente il questore Minozzi si diverte ad accendere quante pi
micce possibili, autorizzando due manifestazioni per loro natura INCONCILIABILI.
GIOVEDI 25 APRILE dalle 8:30
SAREMO COMUNQUE IN PIAZZA A FARE COLAZIONE E AD IMPEDIRE QUALSIASI
OPERAZIONE DI NEGAZIONISMO STORICO
NE' PACIFICAZIONI NE'COMPROMESSI
COI REVISIONISTI
AZIONE ANTIFASCISTA |
LA
MEMORIA CONFUSA ED OFFUSCATA |
Oggi 25 aprile la ricorrenza della
liberazione del paese da ci che rimaneva delloccupazione nazi
fascista.
La giornata, dal 1945, sempre stata unoccasione per festeggiare
la fine degli ultimi colpi di coda ( Repubblica sociale di Sal) del
regine , e per ricordare tutte le nefandezze compiute in suo nome
e sotto la sua protezione.
Soppressione della libert despressione, odio, razzismo, incarcerazioni,
torture e rappresaglie nei confronti di chi si opponeva sono solo
alcuni esempi.
La lotta partigiana, resistenza popolare contro questo regime, allepoca
ha avuto un valore reale per la cessazione di questi soprusi, ed al
giorno doggi mantiene un valore simbolico, di opposizione ideologica
alla riproposizione di logiche altrettanto deprecabili.
Per questo ci opponiamo ad ogni tentativo di revisionismo storico,
nemmeno il doveroso rispetto per i morti, tanto invocato dal presidente
della repubblica, ci deve far dimenticare il loro passato, la differenza
per chi combatteva per propria ed altrui libert e chi combatteva
per il mantenimento di una dittatura.
Per questo ci opponiamo ad ogni menzogna di pacificazione, soprattutto
se portate avanti da chi, fino allaltro giorno, si dichiarava con
orgoglio depositario dellideologia fascista, da chi come lonorevole
Ballaman della Lega, ripropone misure dhaparteid contro gli immigrati,
che richiamano alla memoria le leggi razziali del regime.
Diciamo no a tutti coloro che cercano di modificare la verit della
storia per reintrodurre logiche liberticide, razziste od autoritarie,
a partire dai fascistelli locali fino ad arrivare ai vertici dello
stato, del governo, con le sue riforme autoritarie contro i lavoratori
e le sue leggi razziste verso limmigrazione.
Prendiamo atto che il questore di Pordenone permette agli eredi del
regime di deporre dei fiori macchiati del sangue dei difensori della
libert, per parificare fascisti ed antifascisti, boia e vittime.
La mossa del questore risulta ancora pi grave poich il gruppo Azione
Antifascista, insieme ad altre realt ed associazioni, aveva gi
richiesto da ben tre settimane lagibilit della piazza, dove celebrare
i valori della resistenza. La consuetudine vorrebbe che gli ultimi
arrivati, se incompatibili con chi gi occupa legalmente lo spazio,
fossero invitati a spostare la loro iniziativa altrove.
La decisione di costringere gli antifascisti a rimanere relegati ai
lati della piazza, mentre i nostalgici del regime sono intenti a profanarla,
crea unevidente situazione di tensione e potenziale scontro, in evidente
contraddizione con il teorico compito del mantenimento dellordine
pubblico, ma forse il questore teme di offendere qualche referente
politico invitando i revisionisti ad andarsene.
Ci domandiamo come si sarebbe comportato il questore se, in concomitanza
con una processione religiosa, nello stesso identico posto fosse stata
indetta una manifestazione per il diritto allaborto questultima,
probabilmente, sarebbe stata immediatamente spostata o addirittura
annullata, per rispetto alla prima.
E evidente che il questore, non volendo impedire LA GRAVE PROVOCAZIONE
DEI FASCISTI, si inchina di fronte alle trame della classe politica
ora pi potente, soffiando addirittura sul fuoco della tensione di
piazza, probabilmente interessato a far scoppiare queste tensioni
per sminuire il valore dellantifascismo ed attaccare direttamente
chi non dimentica il valore della libert. Invitiamo tutti coloro
che questa capacita la mantengono a manifestare il loro proprio sdegno,
a riprendere e portare a compimento una lotta politica di liberazione
purtroppo rimasta in sospeso.
AZIONE ANTIFASCISTA
COLLETTIVO GATANEGRA |
IL
25 APRILE NON E' UNA RICORRENZA- ORA E SEMPRE RESISTENZA |
Il 25 aprile 1945 le principali citt del nord Italia (Milano, Genova,
Torino) insorgevano per cancellare ci che rimaneva della brutale
oppressione nazifascista.
Per migliaia di partigiani, per, quel giorno doveva rappresentare
contemporaneamente una fine ed un inizio: la fine della dittatura
fascista, dellinquadramento sociale, della repressione; la fine di
ventanni di militarismo quotidiano, di squadrismo e pestaggi, di
censure e imposizioni; la fine di una guerra voluta fortemente dal
grande statista Mussolini, ma pagata sulla propria pelle da migliaia
di civili inermi, lasciati alla merc delle SS naziste e dei loro
servi repubblichini.
Doveva essere, per, anche linizio di una nuova lotta: contro la
schiavit del lavoro capitalista, contro lo sfruttamento e le ingiustizie
di ogni luogo e specie, per unidea di uguaglianza che non fosse solamente
politica, ma anche sociale ed economica.
Questa lotta non si ancora conclusa.
La negazione dei pi elementari diritti sociali, infatti, sempre
apparsa normale nelle democrazie parlamentari del dopoguerra: repressione
del dissenso, controllo poliziesco, istituzione di basi militari e
promozione di ideologie autoritarie e neofasciste hanno sempre rappresentato
il principale impegno dei governi costituitisi dalla liberazione ai
giorni nostri.
Il frutto pi maturo di questa dedizione stata la benevolenza (per
non dire convivenza) che gli apparati dello Stato hanno avuto verso
il fascismo, sia come istituzione, sia come ideologia. Dallimpunit
per coloro che hanno obbedito agli ordini, alladdestramento di
torturatori e criminali di guerra (in funzione anticomunista), alla
complicit nella strategia stragista, fino al nuovo revisionismo strisciante
quello del perdono e dellamnesia; quello che vede tutti i morti
dello stesso colore, italiani che hanno fatto scelte diverse, e
che vorrebbe chiamare giustizia lequiparazione di vittime e carnefici.
Per questo riteniamo infamante e vergognosa la celebrazione ai caduti
che lanno scorso ha portato le formazioni politiche della destra
nostrana ad onorare chi uccideva e sgozzava in nome del fascismo,
ed per questo che manifesteremo in piazza Ellero dei mille alle
ore 08:30
. Perch dopo cinquantasette anni i concetti di razza e di nazione
sono ancora strumenti di consenso politico, mezzi esclusivi e gerarchici
che trasformano quotidianamente i diritti acquisiti, anche attraverso
la lotta di liberazione, in stupidi privilegi; perch dopo cinquantasette
anni la nostra societ ancora pervasa da quella cecit, da quella
chiusura e da quella miseria che costituirono il terreno fertile per
il dominio mussoliniano: e non ci riferiamo solamente alla proliferazione
di miriadi di gruppuscoli neonazisti, neofascisti, xenofobi - che
trovano spesso e volentieri appoggio politico-economico tra le fila
dei partiti conservatori istituzionali - ma soprattutto al diffondersi
di atteggiamenti chiaramente autoritari e dispotici nelle principali
strutture sociali (nella scuola, nel lavoro, negli spazi culturali
ufficiali).
Il celeberrimo motto fascista credere, obbedire, combattere non
mai stato cos attuale: la guerra in corso (mascherata da operazione
antiterrorismo) richiede fede assoluta, pronta obbedienza e forze
militari motivate; la propaganda bellica deve tranquillizzare le coscienze
e preparare lopinione pubblica ai pi truci massacri: non ci pu
essere posto, qui, per il ripudio della guerra !
Ma anche prima dellundici settembre le cose andavano nello stesso
modo: le multinazionali di tutto il mondo hanno imposto di credere
nellFMI, nella Banca Mondiale e nei loro progetti devastanti; i governi
hanno obbedito attuando politiche di impoverimento estremo, finendo
per portare al collasso le economie di interi Paesi; le polizie hanno
combattuto sparando a vista su quanti si ostinavano a contestare
questa globalizzazione.
E la lotta per un mondo libero e giusto non pu prescindere, in questi
giorni, dalla solidariet attiva nei confronti della popolazione palestinese,
oppressa e sterminata da mezzo secolo di occupazioni militari, ma
pronta a resistere ancora, giorno dopo giorno, allesercito israeliano,
in attesa di un proprio 25 aprile.
AZIONE ANTIFASCISTA |
COMUNICATO
STAMPA |
Passato il 25 aprile, ora di fare
qualche considerazione su come si svolta la giornata e sul significato
della mobilitazione.
Va rinnovata la profonda critica che stata mossa nei confronti della
questura e delle istituzioni che vi hanno partecipato: alla questura
per la grave decisione di permettere la compresenza della commemorazione
e della provocazione fascista di A.N., rischiando di compromettere
l'esito della commemorazione; alle istituzioni per non aver assunto
una posizione critica che rendesse onore al significato storico della
festa della liberazione dall'oppressione nazi-fascista.
La polemica innescata nei giorni precedenti ha avuto ottimi esiti:
la questione non pi riducibile alla solita "guerra tra opposti
estremismi", come ancora i mezzi di informazione tentano di presentare
il fatto, ma ha coinvolto largamente la popolazione pordenonese: oltre
all'azione di "disobbedienza civile" compiuta da molte persone di
fronte al monumento ai caduti per la patria, che ha ritardato di un
buon quarto d'ora lo scempio della memoria organizzato da A.N., pi
di centocinquanta persone solidali hanno risposto all'appello schierandosi
apertamente contro l'operazione di revisionismo storico, costringendo
i fascisti a deporre in fretta e furia i loro fiorellini, percorrendo
uno stretto corridoio di "forze del dis-ordine" poste per difenderli
dalla piazza.
Che umiliazione per i "poveri" revisionisti, ivi compreso Manlio Contento,
nella DUPLICE VESTE di SOTTOSEGRETARIO e di MEMBRO DI UN PARTITO.
D'altronde, come pu parlare di pacificazione e "pluralismo" chi propone
leggi razziste e liberticide, chi censura l'informazione e la satira
(Gasparri), chi non pi di due anni fa espresse solidariet ai nazi-skin
che avevano appena aggredito e massacrato persone inermi al Parareit
di Cordenons definendoli "bravi ragazzi"?
Il percorso politico seguito da tutti gli individui ed i gruppi che
si sono confrontati per questa scadenza ha avuto il merito di riproporre
a Pordenone una vera PIAZZA ANTIFASCISTA, come si sta riproponendo
in Italia ed in Europa.
Cogliamo l'occasione per applaudire alla mobilitazione che, a Trieste,
ha lasciato da sola la commemorazione ufficiale del fascista Roberto
Menia, contrapponendo ai revisionisti ben settemila antifascisti.
L'importanza di questo percorso politico non riducibile semplicemente
al senso simbolico di impedire ai fascisti di deporre i fiori al monumento
"ai caduti per la patria", ma riuscire a DELEGITTIMARE COMPLETAMENTE
OGNI OPERAZIONE DI REVISIONISMO, NEGAZIONISMO E FALSIFICAZIONE STORICA.
NO PASARAN!
AZIONE ANTIFASCISTA |
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