![]() |
PAOLO SIGNORELLI
|
2 AGOSTO 1980 STAZIONE DI BOLOGNA: 85 morti e 200 feriti ISTRUTTORIAIl 14 giugno 1986 il giudice istruttore Vito ZINCANI e Sergio CASTALDO rinviano a giudizio
Come già la requisitoria dei p.m. Mancuso e Dardani, del maggio 1986, così anche la sentenza-ordinanza dei g.i. Zincani e Castaldo denunciano la manovra di disinformazione che avvolge, subito dopo la strage della stazione di Bologna, la magistratura bolognese ed elencano le attività di copertura e di sviamento compiute da alcuni settori dei Servizi immediatamente dopo la strage della stazione di Bologna. La manovra ad avviso della magistratura bolognese - si concretizza in diverse indicazioni investigative rivelatesi in un secondo tempo false: uomini della Loggia P2, inseriti ai vertici dei servizi (GRASSINI direttore dei SISDE; SANTOVITO direttore dei SISMI; MUSUMECI con incarichi di vigilanza sulla lealtà dei dipendenti del Sismi; PAZIENZA e BELMONTE) hanno impedito laccertamento della verità .. Le responsabilità della manovra di disinformazione dovevano imputarsi ai vertici della Loggia Massonica P2 strettamente legati agli esponenti dell'eversione di destra: DE FELICE, SIGNORELLI e FACHINI e ad elementi appartenenti alla criminalità organizzata tra cui SEMERARI, lo psichiatra legato agli ambienti della Banda della Magliana.
La magistratura bolognese il 26 agosto 1980 emette ordini di cattura nei confronti di "SEMERARI, DE FELICE, SIGNORELLI E FACHINI strettamente legati ai vertici della P2 e loro stessi collocati in funzione di cerniera operativa con le formazioni terroristiche dell'estrema destra". L'OPERAZIONE TERRORE SUI TRENI del 23 gennaio 1981 Il rinvenimento della valigia di esplosivo nella stazione di Bologna sul treno 514 Taranto-Milano costituisce lapice della manovra di sviamento delle indagini operata dal Sismi. Nel febbraio 1981 il servizio segreto militare, in una nota indirizzata alla Procura di Bologna, ribadisce di aver appreso dell'esistenza di un piano eversivo articolato in due fasi: attentati sui treni e ricatti alle autorità consistenti nella minaccia di far esplodere ordigni preventivamente collocati in importanti obiettivi. Il piano viene attribuito a Freda-Ventura-Delle Chiaie, a francesi del gruppo FANE e a tedeschi. Lintento del Sismi, diretto allora da MUSUMECI, era quello di scagionare dall'accusa di strage il vertice di Ordine nuovo - Costruiamo l'azione - MRP. Mancuso considera a tal proposito che loperazione delle informative relative al ritrovamento della valigia "fu condotta contemporaneamente alla pendenza delle istanze di scarcerazione presentate da Signorelli, De Felice e Semerari e che quest'ultimo fosse sul punto di "crollare", come risulta dalle dichiarazioni dei familiari del Semerari, di Aleandri e dei collega criminologo Ferracuti". La sentenza della Corte di Assise di Roma del 29 luglio 1985 ha svelato le menzogne cui ricorsero MUSUMECI e BELMONTE, condannati per detenzione di armi e esplosivo "al fine di poter far apparire l'esistenza di una fonte cui far risalire le informative". ITER PROCESSUALE
Condanne: ergastolo a FACHINI, MAMBRO, FIORAVANTI V. E PICCIAFUOCO per il reato di strage. Per il reato di banda armata: SIGNORELLI (12 anni), RINANI (6), GIULIANI (13), CAVALLINI (16), GIORGI (3), FIORAVANTI V. (15), MAMBRO (12), PICCIAFUOCO (12), FACHINI (12) Per depistaggio: 10 anni a GELLI (5 condonati), PAZIENZA, MUSUMECI e BELMONTE (3 condonati) per calunnia pluriaggravata Assoluzioni:
Assoluzioni:
Condanne:
Qui finisce la vicenda giudiziaria di SIGNORELLI PAOLO, il processo per la strage continuerà, fra difficoltà e continui depistaggi. Gli atti completi su oppure http://www.comune.bologna.it/iperbole/2agost80/Capit1.htm Piazza Fontana 12 dicembre 1969: alle 16,30 un ordigno esplode all' interno della Banca Nazionale dell' Agricoltura in piazza Fontana a Milano provocando 16 morti e 84 feriti. Quasi contemporaneamente altre tre bombe scoppiano a Roma (Altare della Patria, Museo del Risorgimento e Banca Nazionale del Lavoro) e a Milano e' sventato un attentato alla Banca Commerciale in piazza della Scala.
Durante le indagini 11 aprile 1995: a conclusione di quattro anni di indagini svolte sull' attivita' di gruppi eversivi dell' estrema destra a Milano, un' inchiesta parallela a quella sulla strage di Piazza Fontana, il giudice istruttore Guido Salvini rinvia a giudizio Giancarlo Rognoni, Nico Azzi, Paolo Signorelli, Sergio Calore, Carlo Digilio e Ettore Malcangi e trasmette a Roma gli atti riguardanti Licio Gelli per il reato di cospirazione politica per il quale, comunque, non si potra' procedere perche' il gran maestro della Loggia P2 non ha avuto l' estradizione dalla Svizzera per questo reato. http://web.tiscali.it/almanacco/fontanacronologia.htm Associazione tra i familiari delle
vittime (un punto di vista sullassoluzione) STRAGE DI BOLOGNA DEL 2 AGOSTO 1980CONTRIBUTI ALLA VERITÀ
23.06.1980 ........... SDT Roma.11 giudice Mario Amato è assassinato da un killer a volto scoperto sceso da una moto guidata da un complice e avvicinatosi mentre il giudice attendeva l'autobus per recarsi al lavoro. Il magistrato conduceva da due anni le principali inchieste sui movimenti eversivi di destra. Nei giorni precedenti, il giudice aveva chiesto inutilmente una macchina blindata. Lindomani, i NAR fanno ritrovare con una telefonata ad un quotidiano un volantino di rivendicazione che afferma: "Oggi 23 giugno 1980 alle ore 8,05 abbiamo eseguito la sentenza di morte emanata contro il Sostituto Procuratore Mario Amato, per le cui mani passavano tutti i processi a carico dei camerati. Oggi egli ha chiuso la sua squallida esistenza imbottito di piombo. Altri, ancora, pagheranno". Per l'assassinio del giudice, attraverso una serie di successivi processi, sono diventate definitive le condanne all'ergastolo di Cristiano Fioravanti, Francesca Mambro e Gilberto Cavallini, e a pena minore di Stefano Soderini. è- stata invece cassata la condanna all'ergastolo di Paolo Signorelli. ........... da pag. 926 Documenti messi on-line dalla Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 http://www.comune.bologna.it/iperbole/2agost80/risposte.htm
Parte I D'altronde, come ho accennato poco fa, appena si diffuse la notizia di quest'ultima strage le reazioni all'interno dei gruppi di destra furono univoche nel senso di ricondurre la sua realizzazione ad una matrice politico/eversiva di destra. In questo senso si possono ricordare i brani della conversazione tenuta nel carcere di Ferrara, in cui si faceva riferimento "ai ragazzini", si precisava che non si era voluto realizzare un massacro così grande, e ci si chiedeva come "hanno fatto a prenderci tutti"; le indicazioni fornite da Guido Naldi, e riferite dall'agente Calipatti nell'immediatezza della strage, circa le responsabilità della strage stessa (Naldi afferma che la strage rappresentava una provocazione del Quex, che la matrice era di destra e rientrava nella faida interna dei vari movimenti di estrema destra, che gli attentatori venivano da fuori Bologna, quasi certamente da Roma, "oserei dire dalle organizzazioni di Ordine Nuovo e di Alleanza Nazionale", che Signorelli era il capo indiscusso di Ordine Nuovo); l'articolo pubblicato su Quex nel marzo 1981 in cui ancora una volta, sia pure distinguendo all'interno della destra, si ricollegava la strage di Bologna alla destra eversiva. .. Alla luce di quanto rilevato, appare dunque confermata la riconducibilità della strage di Bologna ai gruppi della destra eversiva. Ma non solo. Dagli atti del processo è ulteriormente possibile cogliere le tracce di collegamenti personali importanti quali Fachini/Cavallini, Cavallini/Fioravanti, Fioravanti/Signorelli, i quali consentono di ribadire gli stretti legami esistenti fra il gruppo eversivo romano di cui faceva parte Fioravanti e quello veneto di Fachini, entrambi implicati, secondo la impostazione della accusa di questo processo, nella strage. . Documenti messi on-line dalla Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 Testo Completo su http://www.comune.bologna.it/iperbole/2agost80/arringa1.htm L'ATTENTATO DI PETEANO 2.1. L'attentato di Peteano, che con qualche improprietà viene annoverato nella pubblicistica tra gli eventi di strage, costituisce uno degli episodi attribuiti alla destra radicale per i quali in sede giudiziaria si è giunti ad una conclusione di colpevolezza passata in giudicato, resa possibile dalla confessione dell'esecutore. Trattasi di un attentato che per il numero delle vittime da un lato può considerarsi minore rispetto ad altri che tragicamente segnarono la prima metà degli anni '70, dall'altro e anche per la specificità dell'obiettivo non può considerarsi, come già affermato, un atto di strage indiscriminato. Tuttavia esso assume importanza nell'analisi della Commissione perché nella sua ormai certa attribuibilità ad una cellula periferica di Ordine Nuovo, consente di penetrare nel complesso di una realtà occulta più ampia, idonea a consentire sul piano storico un attendibile lettura ricostruttiva dell'intero periodo. .. Un accurato esame dei bossoli di Peteano, ragionò la Corte, avrebbe rivelato che i colpi erano partiti dalla stessa pistola, indirizzando così le indagini sul gruppo di Ordine Nuovo, che, al contrario, non fu toccato, malgrado i numerosi e convergenti indizi a suo carico (168). Cicuttini, il proprietario della pistola, era non soltanto un membro di Ordine Nuovo, ma anche segretario di sezione dell'MSI in un vicino paese. La sua fuga in Spagna (dove si unì al gruppo di rifugiati guidato da Stefano D elle Chiaie) fu, come si è detto, favorita da un massiccio intervento dalla rete neofascista italiana ed internazionale. Vinciguerra denuncia in modo esplicito il coinvolgimento, a vario titolo, nell'episodio di alcuni dei più prestigiosi dirigenti della destra estrema e radicale, da Paolo Signorelli a Massimiliano Fachini, fino a Pino Rauti (che ne sarebbe stato solo a conoscenza). Una volta in Spagna, Cicuttini continuò ad essere protetto dai massimi vertici del partito neofascista. .. http://www.stragi80.com/ustica/com_stragi/rela_pellegrino/peteano.html
|
|