:: Intervento per il 25 aprile Festa di Liberazione nazionale
Oggi in questa bellissima manifestazione, per commemorare la liberazione dell'Italia dal nazifascismo, e per celebrare i valori della resistenza partigiana e della pace, in mezzo al popolo antifascista come ogni anno sono presenti anche tanti gay, tante lesbiche e tanti transessuali. Noi omosessuali e transessuali sentiamo fortemente di condividere con voi tutti ideali e valori comuni, e ci sentiamo a nostro agio in questa Milano oggi democratica, antifascista e pacifista.

Manifestare per il 25 Aprile significa innanzitutto ricordare, rinnovare la memoria delle lotte coraggiose del passato, ringraziare chi ha permesso che i diritti umani, i valori della libertà e dell'uguaglianza trionfassero sulla follia totalitaria; e significa commemorare le vittime di quella follia. Purtroppo manifestare oggi per il 25 Aprile, mentre è in corso questa terribile guerra nei Balcani, significa anche constatare come i germi della follia totalitaria non si siano mai estinti nella storia, e come essi appartengano non solo al passato, ma anche drammaticamente al presente. La bandiera del movimento omosessuale e transessuale ha i colori dell'arcobaleno, come quella del movimento pacifista. Ed è per la pace e il rispetto di ogni minoranza, sia essa etnica, religiosa o sessuale, che abbiamo manifestato oggi e che da sempre ci battiamo: noi chiediamo oggi la cessazione di stragi e bombardamenti nei Balcani, e chiediamo che la logica del dialogo prevalga su quella delle armi.

Il totalitarismo di ieri e di oggi significa riduzione dello spazio d'azione dei soggetti, soppressione di tutte le differenze, riduzione al silenzio di ogni voce controcorrente e "diversa": il totalitarismo parla con una sola voce. Totalitarismo significa lo sterminio non solo di chi coraggiosamente tenta un'opposizione, ma anche di chi, semplicemente per il proprio modo di essere, irriducibilmente non può rientrare in questo piano scellerato di omologazione dell'umanità ad un unico modello. Non è un caso che oggi la televisione serba demonizzi i leader dell'occidente accusandoli di essere omosessuali. E non è un caso che, assieme agli oppositori politici, agli Ebrei, agli Zingari, agli apolidi, anche gli omosessuali sono stati internati e sono stati uccisi a migliaia nei campi di sterminio nazisti, dove venivano solitamente contrassegnati -con intento evidentemente dispregiativo- con un triangolo rosa cucito sulla casacca, e dove venivano forzati ai lavori più ripugnanti, umiliati per "divertire" le SS, stuprati, e spesso sottoposti a castrazione. Mentre piangiamo le vittime innocenti di una nuova guerra e di una nuova pulizia etnica cui avremmo sperato di non dover mai più assistere, oggi noi vogliamo ricordare, assieme alle altre, anche le vittime omosessuali del nazifascismo, che troppo spesso vengono coperte dal silenzio, a causa della condanna sociale che ha sempre accompagnato l'omosessualità nella storia contemporanea: le persone omosessuali erano discriminate prima del nazifascismo, sono state da questo perseguitate e sterminate, e sono state discriminate anche dopo la liberazione. Così oggi nessuno ricorda le vittime omosessuali del nazismo: i libri di storia non ne parlano, e pochi sanno che cosa stava ad indicare il triangolo rosa.

Ma manifestare per il 25 Aprile ha anche per noi una dimensione diversa da quella della memoria: significa anche celebrare i valori della lotta della resistenza quali la libertà, l'uguale dignità giuridica di tutti i cittadini, il pluralismo democratico, la laicità dello stato, il pacifismo; significa difendere la nostra costituzione che a questi valori si è ispirata, e che oggi non viene del tutto rispettata, e significa attualizzare questi valori in nuove battaglie che li portino a compimento. Il totalitarismo di ieri e di oggi parla con una sola voce; noi invece vogliamo difendere il diritto di tutti a prendere la parola: troppo spesso, anche nell'Italia democratica di oggi, lesbiche gay e transessuali sono ridotti al silenzio, all'invisibilità, sono costretti a nascondersi e a vivere una doppia vita perché ci si vergogna di loro; sono discriminati e derisi in famiglia, a scuola, nei luoghi di lavoro e di aggregazione. Inoltre le coppie omosessuali non hanno alcun riconoscimento giuridico, in deroga al principio dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Ancora oggi in Italia viviamo in una democrazia incompleta, perché ancora si mette a tacere la voce di lesbiche, gay e transessuali, mentre ci tocca sentire Fini affermare che un omosessuale non è degno di fare il maestro elementare. Manifestando per il 25 Aprile, noi chiediamo anche la piena applicazione dei valori egalitari della costituzione antifascista, l'estensione alle coppie omosessuali di tutti i diritti di cui godono le coppie eterosessuali, e una legge antidiscriminatoria che sancisca esplicitamente la libertà di piena espressione dell'orientamento e dell'identità sessuali.

Per noi è importante aver preso la parola oggi, perché sentiamo di condividere con voi valori comuni e sentiamo di potervi coinvolgere nelle nostre battaglie in nome di quei valori. Questa guerra ci mostra che i germi della follia totalitaria non sono stati debellati e che continuano a mietere sempre nuove vittime, che continuano a esistere popoli e soggetti cui è negato il diritto all`autodeterminazione, e che sono determinati dalla volontà e dal potere di altri. Non solo la storia, ma purtroppo anche l'attualità ci insegnano che cosa può accadere quando il pluralismo non è completo, quando invece di tante voci diverse ne parla una sola. Noi vogliamo invece affermare il principio secondo cui la diversità - sia essa etnica, religiosa o sessuale- non deve mai spaventare, perché è una ricchezza: perché chi è diverso da me o chi sceglie di praticare percorsi di vita diversi dai miei, apre alternative di esistenza e di conoscenza possibili anche per me, rendendomi più libero: perché in una società e nel mondo nessuno è veramente libero se non lo sono tutti.