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Destra azzurra, destra nera, destra verde, destra bianca
per noi pari sono
Le destre sono omofobe, razziste, clericali, ingorde. Omosessuali, lesbiche, trans, queer: contro le destre per definizione.
_Milano, città governata dalla destra.
Ancora una volta la città di Milano ha scelto di essere governata da uno schieramento di destra, che ha al suo interno pericolose correnti clerico-fasciste, omofobe e razziste. La riconferma del forzista Albertini a sindaco di quella che un tempo era considerata la capitale morale del nostro paese, arriva dopo che l'intera Lombardia si è lasciata incantare dalle sirene dei seguaci di don Giussani, oramai saldamente insediati alla guida della Regione. Costoro hanno già dato prova di voler considerare la salute dei cittadini non un diritto, ma una merce qualunque, da trattare secondo le ferree leggi del mercato, e di voler favorire quelle famiglie che scelgono di dare ai loro figli un'educazione cattolica, deviando ai privati i contributi da versare alle scuole pubbliche. Amministrare per costoro significa utilizzare le tasse pagate da tutti i cittadini, eterosessuali, gay, bianchi, gialli, neri per offrire dei servizi solo ad alcuni, preferibilmente di razza bianca.
"Padroni a casa nostra", "Case popolari ai milanesi", "Insegnanti padani nelle nostre scuole" sono solo alcuni degli slogan che abbiamo visto campeggiare in questi anni sui muri della nostra città firmati dalla Lega Nord. Se a questo aggiungiamo il neanche tanto dissimulato desiderio di taluni ambienti cattolici di bandire una nuova crociata contro gli infedeli seguaci di Maometto e la berlusconiana paronoia nei confronti dei "rossi", dovremmo facilmente capire che i prossimi bersagli saremo noi, gay, lesbiche e transessuali, perché la nostra destra nasce dalla peggiore tradizione democristiana conservatrice e dalle nefandezze del M.S.I. Essa non ha nulla né di democratico, né di moderno, si adopera per il ritorno dei Savoia, per eliminare la legge sull'aborto, per equiparare repubblichini e partigiani, per cambiare la Costituzione, per cancellare lo Statuto dei Lavoratori e tutte le conquiste nate dalle tante lotte di lavoratori e lavoratrici.
Per ora l'attività delle destre non si è ancora espressa in azioni frontali nei confronti della nostra comunità. I tentativi di tagliare i finanziamenti a prestigiose iniziative gay e lesbiche sono apparentemente rientrati; la campagna di odio anti-gay e anti-lesbico della Lega Nord si è limitata -per ora- a produrre qualche brontolio senza che si scatenasse un vero e proprio attacco alle libertà di associazione e di riunione; le critiche del sindaco Albertini e della sua giunta al Pride 2001 non sono ancora arrivate a divenire un'aggressione aperta e frontale simile a quella che venne condotta l'anno scorso contro il World Pride di Roma.
Non dobbiamo però lasciarci ingannare da questo finto clima di tolleranza. Purtroppo la maggior parte dei gay e delle lesbiche milanesi non sembra percepire la minaccia che proviene da tali forze politiche.
Eppure le destre hanno più volte opposto un rifiuto netto e definitivo sia alla rivendicazione dei diritti di pari dignità e pari opportunità, sia alla proposta di una legge anti-discriminazione. Tutta la loro politica amministrativa è chiaramente volta a smantellare le strutture dello stato sociale che permettevano a ognuno, in quanto cittadino, di fruire di servizi pubblici. La "centralità della famiglia" e l'opposizione alle coppie di fatto, sono il punto di forza di queste destre, che puntano alla conferma e al potenziamento delle strutture più soffocanti del patriarcato, appoggiate in questo dalla Chiesa cattolica.
Tutto ciò viene programmaticamente venduto nel nome dell'efficienza amministrativa, della modernizzazione e della "difesa dei valori".
_Un'opposizione ferma e di principio.
Per contrastare la politica sociale e culturale delle destre è indispensabile riprendere con forza e convinzione un discorso di sinistra. Il timore di apparire "conservatrice" ha invece spinto la sinistra moderata, negli ultimi anni, non a rimeditare le proprie esperienze e il proprio patrimonio di cultura politica in vista di un discorso innovatore adeguato ai nuovi terreni di scontro politico, sociale e culturale, ma a svendere la propria identità e il proprio coraggio, alla ricerca di intese e compromessi sempre più al ribasso. Noi siamo consapevoli della differenza che esiste tra la politica della destra e quella della sinistra moderata, ma riteniamo che grandi siano state le responsabilità di quest'ultima nel lasciare libero gioco alle destre, nel legittimare discorsi intolleranti e aggressivi, nell'abbandono di qualsiasi tentativo di elaborare risposte democratiche ai problemi sociali nuovi. Quando la Lega attaccava frontalmente e contemporaneamente non solo i diritti, ma la dignità stessa delle persone omosessuali e dei migranti, il centrosinistra si arroccava nella difesa della "sicurezza" - parola magica mai ben spiegata e su cui mai si riflette - e dei "valori", come se i valori del patriarcato e della Chiesa cattolica costituissero i "valori" tout-court, universali e al di sopra delle parti. Quando la Chiesa cattolica attaccava il diritto di manifestare della comunità glbt in occasione del World Pride a Roma, il centrosinistra balbettava disorientato, alla ricerca di un improbabile e sciagurato compromesso che mettesse sullo stesso piano chi rivendicava il proprio diritto all'espressione e all'esistenza e chi si arrogava il diritto alla discriminazione e all'intolleranza.
_La politica di lobby è sbagliata.
Tutti noi siamo consapevoli che il pericolo che abbiamo di fronte non è quello del ritorno immediato alle forme di dominio politico che hanno caratterizzato i regimi fascisti tra le due guerre mondiali. Questo non deve però spingerci a minimizzare i rischi che comporta l'affermarsi dell'egemonia politica e culturale di forze che fanno dei valori patriarcali e dell'intolleranza la loro bandiera. Un esempio concreto è la gestione dell'immagine di Berlusconi, improntata saldamente ad una visione retrograda della famiglia in cui egli si propone come figura autoritaria. Il passo dal pater familias autoritario al capo di stato "uno e forte" è fin troppo breve.
Dove le destre incontrano scarsa resistenza - valga il noto esempio di Verona, o quello di Treviso - anche la facciata di un rispetto formale delle minoranze viene a cadere, e le istituzioni da loro controllate si schierano apertamente a fianco di manganellatori e razzisti.
Noi siamo convinti che ora più che mai sia necessaria una attiva partecipazione dei gay e delle lesbiche alla vita politica, ma questa partecipazione non può configurarsi come attività di lobby condotta su chi detiene il potere politico. Troppi gay e troppe lesbiche non sono ancora giunti a prendere coscienza del fatto che non è possibile portare avanti un vero discorso, sia esso anche solo di rivendicazione, con forze che per natura sono omofobe, o sceglierle anche solo come interlocutrici.
Consideriamo illusoria la politica di lobby che ammette di ricercare intese con qualunque forza politica in quanto istituzione. Le istituzioni non sono neutre e le istituzioni nere sono da combattere. Non dobbiamo essere così ingenui da cadere nel tranello che presunti laici di destra ci tendono: per uno che si dichiara favorevole alle nostre richieste, c'è un intero partito che si batte per ricacciarci nell'ombra. Proporci singole individualità, disposte a sottoscrivere le nostre ragioni, fa parte di una manipolazione che mira a legittimare agli occhi di gay, lesbiche, trans, queer, le forze politiche di destra che operano contro di noi.
La politica di lobby non ci piace anche per un altro motivo: rischia di essere una politica egoistica, finalizzata alla conquista di opportunità solo per la nostra comunità, indifferente ai soprusi commessi ai danni di altri soggetti. Tendiamo invece a costruire una società dei diritti di tutti, senza differenza di razza, di lingua, di religione, di posizione personale o sociale.
Chi premia economicamente le nascite dei figli di coppie milanesi d.o.c., chi foraggia le scuole confessionali, chi delega alle famiglie (cioè alle donne allontanate dal lavoro retribuito) la cura degli anziani, non può essere né un amico né un compagno di strada del movimento gay e lesbico.
Pensiamo invece che si debba favorire in ogni modo il coinvolgimento del più ampio numero possibile di gay e lesbiche in un'attività democratica e visibile che si contrapponga frontalmente, con un discorso politico e culturale limpido e radicale, a una destra familista, razzista, integralista e che costringa la sinistra moderata a misurarsi con le proprie insufficienze di elaborazione e con le proprie viltà.
Il movimento omosessuale per sua natura è contrapposto allo stato confessionale, allo stato etico. Otterremo la possibilità di vivere senza nasconderci solo quando i valori delle destre saranno sconfitti.
I terreni concreti di intervento del prossimo futuro dovranno tendere a smascherare il carattere liberticida delle destre, perché il ruolo del nostro movimento è anche quello di orientare politicamente chi si avvicina ai nostri gruppi, e non quello di accreditare i nostri avversari.
Glo Milano, Arcilesbica Zami.
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