Roxane, Marinol, THC, tre parole magiche
nel panorama europeo e non solo. Una casa farmaceutica USA (la Roxane)
impacchetta un clone sintetico del THC estratto altrove col nome farmaceutico
di Dronabinolo poi la deposita come trademark sotto un proprio nome commerciale:
Marinol.
Convince quindi la commissione Unpdac
dell'Onu a mettere la propria molecola (dronabinolo/THC sintetico) in seconda
tabella (schedule II), guadagnandone così l'uso farmacologico (mentre
la pianta da cui è stato estratto - Cannabis Sativa L.- rimane in
prima tabella -Schedule I - senza interesse terapeutico cioè, e
proprio a causa della presenza del suo THC naturale)
Prepara una campagna pubblicitaria
(il frutto proibito) lanciando il Marinol sul mercato europeo e nordamericano
quale ottimo farmaco contro la disappetenza in corso di AIDS (nella wasting
sindrome) o di anoressia mentale, contro la nausea in corso di chemioterapia
antineoplastica, ecc. in confezioni di 25 compresse al modico costo di
euro 225 ( nelle farmacie Olandesi ed USA)
Il resto è solo conseguenza...
Dimenticavo, viene imposta alla confezione la dicitura: WARNING: may be
habit forming (attenzione può indurre abitudine )
P.S.: Il Nabilone, nome farmaceutico,
prodotto in Inghilterra viene esportato in quanto tale (THC di derivazione
sintetico petrolchimica) in Germania e USA dove diventa Cesmet (nome commerciale)
e venduto in farmacia a 250 euro per blister da 20 cprs. Le ragioni terapeutiche
sono le stesse del Marinol ma più verso la sclerosi multipla.
Benedetto Valdesalici |