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CSA Intifada Ponte a Elsa Empoli Luglio Agosto 2006

martedì 22 Agosto 2006

per tutti i lavoratori

Da Settembre è l'ora dei COBAS

Empoli cobas immagine per lunedi 18
convocazione conferenza stampa
a tutti gli organi di stampa ore 12.30 Oggetto: Dimissioni C.G.I.L, nascita Cobas Empolese Valdelsa.
...Leggi documento!!!

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giovedì 20 Luglio 2006

GENOVA 20 LUGLIO 2001

per non dimenticare...

Carlo Giuliani veniva ucciso da un proiettile sparato da una pattuglia di carabinieri.
In quei giorni centinaia di migliaia di persone giunsero a Genova per gridare la loro rabbia contro un modello di sviluppo criminale, che crea disuguaglianze, fame e sofferenze, reclamando il diritto alla pace, alla libertà, alla vita.
A queste richieste di giustizia, lo stato ha risposto col piombo, soffocando nel sangue la speranza di un mondo diverso.
Oggi, a distanza di cinque anni, la memoria di quelle giornate che indignarono il mondo intero, sembra caduta nell'infinito dimenticatoio della storia italiana.
Non possiamo dimenticare il corpo di Carlo steso sull'asfalto, le brutali violenze di una polizia fascista su manifestanti inermi, le provocazioni, gli arresti sommari, le negazioni dei diritti fondamentali della persona.
Non possiamo dimenticare la mattanza alla scuola Diaz, le deportazioni e le torture nella caserma di Bolzaneto.
Non ci limitiamo a chiedere Verità e Giustizia sui fatti di Genova: la verità la sappiamo fin troppo bene, e quale giustizia possiamo attenderci da uno stato che ha premiato i principali artefici di quei crimini a suon di promozioni???
Quello che chiediamo è che non si dimentichi, che la vita spezzata di Carlo e le violenze subite da migliaia di compagne e compagni restino vive nella nostra memoria, e alimentino il «fuoco» delle nostre battaglie.
CARLO VIVE LA LUCHA SIGUE

G8-GENOVA-LUGLIO 2001-RASSEGNA STAMPA

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lunedì 10 Luglio 2006

CONTROMEETING DAL BASSO
A S.ROSSORE 20 e 21 LUGLIO 2006

OffShore NO!! Grazie
Comitato contro il Rigassificatore

Ogni anno, a Luglio, il presidente della regione Toscana Claudio Martini organizza il convegno “A New Global Vision”, con autorevoli pensatori più o meno collegati al movimento mondiale, in cui cerca di accreditare il modello toscano come esempio di buon governo, attento alle istanze noglobal e ai bisogni dei paesi del Sud del mondo.
La popolazione toscana vive sulla propria pelle questo modello neoliberista regionale e sa per esperienza diretta quanto le parole di S. Rossore siano distanti dalla realtà e dalle pratiche di governo portate avanti quotidianamente. Il governo regionale dimostra la propria subalternità al libero mercato e alle dinamiche della globalizzazione neoliberista, nell’impoverimento e nella svendita dei beni collettivi fondamentali (acqua, aria, terra, energia, territorio) e nella scelta di privatizzare i servizi locali e la loro gestione. Tutto ciò significa subordinare gli interessi della collettività e dell’ambiente agli interessi del sistema industriale e alle rendite fondiarie e finanziarie.
E a nulla servono gli inutili confronti a valle di decisioni già prese: la tanto sbandierata democrazia partecipativa di Martini si è ridotta ad una foglia di fico ingiallita dal tempo e arrossata dalla vergogna, in quanto serve a coprire maldestramente un decisionismo nocivo e ormai insopportabile. L’ambiguità e la nocività di questa modalità di governo non riguardano però solo gli abitanti della Toscana. Il sistema Toscana rischia di essere proposto a modello per tutto il paese e per un neoliberismo temperato mediterraneo, anch’esso subalterno alle logiche del libero mercato, della finanziarizzazione dell’economia, del mantenimento di un modello energetico dissipativo. “ENERGIA: IL PROBLEMA, LE SOLUZIONI” è il titolo scelto per la sesta edizione del Meeting. Il tema dell’energia è al centro di molti conflitti a scala regionale, metropolitana, europea e globale: conflitti che sul territorio oppongono alle nocività sanitarie ed ambientali un’ottica generale e modi di produzione delle merci, di gestione della materia-energia e del territorio non energivori e non nocivi. In questi anni abbiamo costruito collettivamente un poderoso apprendimento sociale e concreti progetti alternativi al neoliberismo ed abbiamo dato vita ad un coordinamento tra le realtà di base fondato su aspetti comuni. Per le ragioni che abbiamo richiamato, proponiamo a tutte le realtà che si sono mobilitate nei territori –comitati popolari, associazioni ambientaliste, gruppi di base, osservatori, centri di documentazione, centri sociali, centri servizi autorganizzati, movimento contadino, movimento dei rurali- di costruire insieme un Contromeeting di S.Rossore nel pomeriggio del 20 e nell’intera giornata del 21.
Alcune realtà toscane hanno già individuato un possibile schema di organizzazione. Ma proponiamo che S.Rossore sia anche l’occasione per dar vita (in forme rinnovate e più fertili che in passato, anche facendo crescere e rafforzando i collegamenti che già esistono) ad un Coordinamento nazionale permanente tra tutte le realtà di base impegnate sulle varie tematiche che hanno al centro la materia-energia, nucleare militare e civile, ciclo dell’acqua, rifiuti, accesso alla terra e ruralità.
Gruppi antinucleari (riunitisi recentemente nell’ incontro nazionale di Nova Siri), comitati e reti “NO centrali”, comitati e reti contro l’attuale gestione dei rifiuti e per il varo di una “strategia Rifiuti Zero”, comitati per il ritorno al pubblico dei servizi idrici e per una diversa gestione del ciclo dell’acqua; realtà che lottano contro le grandi opere e quelle meno grandi ma ad alto impatto sanitario, sociale ed ambientale, dai comitati NOTav, a quelli contro le scorie nucleari, a quelli contro i rigassificatori, ecc. Un coordinamento fondato su aspetti comuni: nocività del sistema produttivo ed energetico, incapacità dello Stato nel garantire la sicurezza, il lavoro, i servizi, le garanzie sanitarie e sociali, centralità del risparmio di materia-energia, dell’allungamento del ciclo di vita delle merci e basato su percorsi e pratiche di democrazia diretta e di partecipazione reale.
Questo in vista della costruzione collettiva –a partire dall’autunno prossimo- di vertenze che abbiano al centro il tema materia-energia-informazione, la produzione di merci, i meccanismi di riproduzione sociale, la precarietà dell’esistenza, la proprietà collettiva dei beni comuni. E per rafforzare i tanti conflitti progettuali globali esplosi negli ultimi anni a scala regionale, metropolitana, europea e internazionale. Il tema dell’energia, a livello globale, determina le relazioni mondiali e coinvolge tutta l’umanità: chi ne usa ed abusa e chi ne paga i costi umani, sociali ed ambientali, secondo meccanismi di mercato che non fanno che ampliare la forbice tra chi ha e chi non ha. Uno scenario aggravato dal progressivo esaurimento dei combustibili fossili, e dalle politiche internazionali che mirano al controllo delle aree di produzione e distribuzione di gas e petrolio.
Si pone a livello globale il problema di una transizione energetica da un modello dissipativo (che brucia risorse non rinnovabili) a un modello conservativo basato su fonti rinnovabili. Questa fase di transizione non puo` essere considerata come pura e semplice diversificazione delle fonti di approvvigionamento, senza nulla incidere sui meccanismi fondamentali della produzione e del consumo. E’ necessario riabaltare la logica che vuole maggiore flusso (non importa se con maggiore spreco, maggiori costi, maggiore inquinamento…) e tornare ad un uso oculato, facendo bastare quel che c’e` e riprisitinando le riserve per le generazioni future.
Dobbiamo tornare a chiederci a cosa serve una quantità così grande di energia: serve davvero per migliorare la qualità della nostra vita, la coerenza dei nostri insediamenti, la vivibilità dell’ambiente? O non serve piuttosto per continuare uno sviluppo economico basato sui profitti di pochi e la mercificazione della Natura, che non fa che degradare la qualità della vita sulla Terra?

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