CSA Intifada Ponte a Elsa Empoli Marzo Aprile 2008

Lunedì 28 Aprile 2008

EuroMayDay008: il primo maggio precario che travolge i confini del futuro!

BASTA CON LA FESTA, BASTA CON LA CASTA: conferenza stampa
martedì 29 APRILE ore 11:30

Scarica il manifesto in formato .PDF(353 KB) Ci rivolgiamo a tutti e a tutte; uomini e donne, precari e precarie, native e migranti, lavoratrici e lavoratori dei call center, dell'informazione e della formazione, delle ricerca, delle cooperative sociali, della distribuzione.
Agli operai e alle operaie, delle fabbriche e dei servizi, agli studenti, alle associazioni, alle mille forme di resistenza e di autorganizzazione che ri-generano i territori e le metropoli martoriati dal vampirismo neoliberista.
La precarietà picchia duro, nel lavoro e nella vita. Non è "sfiga."
Non è cosa passeggera.
Non è un problema sociale tra gli altri ne' un titolo di un giornale.
Non è semplicemente la perversa proliferazione di contratti atipici ne' un dazio che le giovani generazioni sono costrette a pagare per entrare nel mercato del lavoro.

La precarizzazione picchia duro e segna una discontinuità profonda con il passato.
E' un equilibrio sapiente fra ricatto e consenso e agisce sul sociale in modo diverso, dividendoci e confondendoci.
Atomizza le nostre vite e saccheggia i territori e le metropoli in cui viviamo.
È il modo contemporaneo di produrre la ricchezza, di sfruttare il lavoro, di asservire ogni stilla della nostra vita al profitto delle imprese.
La precarizzazione è la crisi della rappresentanza politica e sindacale del lavoro e nel sociale, e segna un punto sulla linea del tempo rispetto al quale non si può tornare indietro.
È il punto da cui è necessario ripensare e sperimentare nuove forme e strategie di lotta; contro lo sfruttamento, le gerarchie e le povertà.
Una lotta che parli chiaro e a voce alta, perché ricca di tutto ciò che la precarizzazione nega e riduce al silenzio.
Negli ultimi anni, l'EuroMayDay ha costruito, in Italia e in Europa, uno spazio politico e sociale, condiviso, in cui la presa di parola e il protagonismo dei precari e delle precarie, senza mediazioni e mediatori, ha sperimentato forme inedite di visibilità, comunicazione e conflitto.
La MayDay è un processo sociale che si evolve di anno in anno, per tutto l'anno, nella quotidianità delle vite che non accettano di sottomettersi ad uno sfruttamento delle esistenze pervasivo e perenne, che investe corpi e passioni.
La MayDay, forte di soggettività sempre meno inclini a subire passivamente precarietà lavorativa e sociale e isolamento, costruisce resistenza e conflitto, costruisce reti, sperimenta nuove forme di autorganizzazione sociale, mette in comune spazi e saperi per praticare autotutela sociale e legale contro le nuove forme di sfruttamento nel lavoro, e oltre il lavoro.
Per difendere e reclamare diritti sociali fondamentali come il reddito, il diritto alla casa, ad una condizione lavorativa dignitosa, il libero accesso ai saperi.
La MayDay è contro la guerra, per la libertà di movimento e contro i cpt, per il diritto di copia per tutti e contro il copyright.
Il primo maggio, a Empoli, vogliamo condividere questa forza, amplificarla, congiungerla con quella degli altri precari.
Condividere esperienze che sono transnazionali, e che danno il segno di una MayDay che attraversa l'Europa da Milano ad Aachen/Aquisgrana, Berlino, Copenhagen, Hanau, Amburgo, Helsinki, Lisbona, Madrid, Malaga, Maribor, Napoli, Palermo, Terrassa, Vienna... e va oltre, perché passa per la Tokyo MayDay in Giappone, e si collega alla manifestazione dei migranti negli Stati Uniti del prossimo primo maggio.
Vogliamo costruire una MayDay008 che sappia porre un confronto serrato e continuativo, fra tutte le realtà lavorative, sociali, sindacali che lottano, ogni giorno, in ogni dove, contro la precarizzazione, sulle tematiche che da sempre hanno caratterizzato l'idea del primo maggio precario: la continuità di reddito intesa come un nuovo orizzonte delle politiche rivendicative, del welfare e la trasformazione del protagonismo precario e migrante in un conflitto nuovamente diffuso ed incisivo.
Vogliamo costruire una MayDay che sperimenti nuove forme di comunicazione, colpiremo luoghi simbolo della precarietà e della guerra sparsi per la nostra città, artisti artigiani apriranno cantieri lungo le vie cittadine, laddove c'è da cambiare qualcosa, laddove c'è da dire qualcosa.
Let's MayDay
Empoli _ primo maggio 2008 _ spezzone carnevalesco-musical-teatrante
Piazza Don Minzoni, ore 9.00

[::::: NON ESISTONO AVANGUARDIE MA SOLAMENTE UN SACCO DI GENTE IN RITARDO ::::::]

COBAS Empoli-valdelsa - ORDA PRECARIA - COMUNITÀ IN RESISTENZA - CENTRO SOCIALE INTIFADA

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Lunedì 21 Aprile 2008

Per un 25 Aprile di lotta, resistenza, solidarietà... e informazione

21 Aprile 2008 COMUNICATO STAMPA

In un momento come questo, in cui il delirio securitario dilaga nelle campagne elettorali, nelle leggi dello stato e nelle ordinanze comunali di governi e giunte di ogni colore, è importante denunciare che tale delirio è in realtà un tentativo di rigirare la frittata: una società è sicura, se alle persone sono assicurati i diritti.
Il diritto alla casa, la libertà di movimento, i servizi, l'accesso ai saperi e alla sanità.
E' quando non si riescono a rendere sicuri tali diritti che si scatena la guerra ai poveri.
Sono tentativi maldestri per distrarre dai problemi reali.
Sono tentativi pericolosi, che portano a sbandierare il pericolo (immaginiamo quanto sia grave) dei lavavetri prima, dei mendicanti poi, dei migranti... anche da parte di giunte di centro sinistra.
Mentre fino a qualche tempo fa questi pericoli erano denunciati dalla lega e dalla destra più xenofoba e razzista.
La rincorsa della cosidddetta sinistra alla destra sul terreno della sicurezza si è evidentemente rivelata infruttuosa, almeno in termini elettorali.
Ed ecco che ci ritroviamo lega nord e compari al governo con un probabile ministero degli interni a Maroni.
Come Comunità in Resistenza raccogliamo l'appello lanciato dal movimento di lotta per la casa di firenze a costruire un 25 Aprile diverso , saremo dunque in piazza la mattina a Sesto fiorentino per esprimere la nostra solidarietà e fratellanza con le comunità che abitano la ex-caserma Donati.
Ci saremo per ribadire il diritto all'autoassegnazione e all'autorecupero per usi sociali di luoghi altrimenti abbandonati e lasciati al degrado.
Ci saremo per attualizzare la memoria viva dell'antifascismo, per impedire lo sgombero della ex-caserma Donati, per dire no al delirio securitario e al razzismo.
Invitiamo tutt@ a partecipare
l'appuntamento a Empoli è alle 8.30 davanti alla stazione.


Il pomeriggio al csa Intifada ci sarà una doppia prioezione:
Contro il fascismo diciamo la verità.
Dopo la Lega Nord, oggi i partiti della destra neofascista Forza Nuova, La Destra, Fiamma Tricolore ed Alternativa Sociale hanno ottenuto, al culmine di un processo durato anni la piena legittimità istituzionale.
Queste organizzazioni fanno dell'eredita della dittatura fascista, della sua simbologia e dei suoi progetti politici il loro punto di forza.
Si rivolgono ad una società impaurita e lacerata dall'incertezza e dalla precarietà.
Oggi come allora spacciano una squallida mitologia guerriera e razzista a tanti giovani in cerca di un'identità, fanno della violenza sui "diversi", della gerarchia, delle forme più becere di esclusione e di violenza la loro pratica quotidiana.
Oggi la loro crescita sul piano organizzativo e militante in questo paese come in tutti i paesi d'Europa è innegabile ed è un problema culturale e politico per la democrazia che va affrontato con la massima urgenza.
ore 17.30: "NAZIROCKImg-Film-Nazirock
- come sdoganare la svastica e i saluti romani" un film di Claudio Lazzaro. Italia, 2008.
Claudio Lazzaro entra con la sua telecamera dentro i raduni dei giovani neofascisti italiani e senza volerli aggredire, condannare e zittire, riesce a far parlare questi ragazzi e il loro "cuore nero".
È un viaggio inquietante tra curve dello stadio, odio feroce per poliziotti e carabinieri, concerti di rock identitario e manifestazioni razziste, incontri internazionali a cui intervengono delegazioni da tutta Europa (Falange dalla Spagna, Npd dalla Germania, Nova dreapta dalla Romania) e raduni elettorali dove i loro leader e i loro voti sono ben accetti sul carro del centrodestra italiano.
Abbiamo scelto di dargli la massima diffusione e pubblicità possibile con l'obiettivo di rompere il grottesco clima di intimidazione che ha accompagnato l'uscita del documentario in diverse città d'Italia.
Crediamo che momenti di confronto, di discussione e di informazione, rivolti anche ai più giovani siano fondamentali per costruire un clima di critica e di riifiuto diffusi verso pratiche, linguaggi ed organizzazioni apertamente autoritarie, razziste e sessiste.
Durata: 75 min.
Segue una pausa con discussione.
ore 19.00: "Camicie verdi.Img-camicie verdi
Bruciare il tricolore" di Claudio Lazzaro. Italia, 2006.
"Quali sono i punti di forza e gli scheletri nell'armadio della Lega Nord? Come si è arrivati all'approvazione della Devolution, la riforma costituzionale che riorganizza lo Stato Italiano su base federale?" Lo scopriamo in un lungo viaggio tra fiaccolate, ronde e bagni di folla, al seguito di Mario Borghezio, di Roberto Calderoli e degli altri leader padani.
Ascoltando Corinto Marchini, il primo comandante delle Camicie Verdi, accusato dalla Procura di Verona di aver costituito, assieme a Bossi e agli altri capi della Lega, una vera e propria organizzazione paramilitare.
Marchini racconta, per la prima volta, di quando Bossi gli chiese di essere pronto a sparare ai Carabinieri e di bruciare il tricolore alle manifestazioni.
O di quel complotto, interno alla Lega, per uccidere Borghezio e farlo diventare un eroe da spendere sulle piazze.
Durata: 78 min.
DI SEGUITO UN BRANO DI UN'INTERVISTA AL REGISTA E LA NOTIZIA DEI DANNEGGIAMENTI AL CSOA Ex Mattatoio DI PERUGIA
A CUI VA TUTTA LA NOSTRA SOLIDARIETÀ

Dalle 23 concerto live acustico/swing/folk >> OSTERIA SCIANTANTE

COMUNITÀ IN RESISTENZA - CENTRO SOCIALE INTIFADA

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sabato 19 Aprile 2008

Comunicato di solidarietà agli studenti di Pisa
Empoli Ponte a Elsa 19 aprile

Img24-04-08 nottebianca pisa Con gli studenti di Pisa.
No all'Università-azienda.
Difendiamo gli spazi sociali.
Come Comunità in Resistenza, insieme di gruppi e soggettività che partecipano alla costruzione di percorsi di lotta e di socialità altra, all'interno del Centro Sociale Intifada di Empoli, esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza agli studenti dei Collettivi dell'Università di Pisa.
L'Università è un spazio d'incontro e di confronto oltre che di diffusione dei saperi.
Purtroppo da tante parti, dall'alto, sono arrivati tentativi di trasformare questi luoghi in aziende, che come fucine sfornino i precari e le precarie del futuro, con l'intento di privare questi ultimi di una necessaria coscienza critica.
Gli studenti dei Collettivi di Pisa considerano l'Università come un luogo di aggregazione, socializzazione tra giovani, confronto e condivisione di conoscenze e di esperienze.
Considerano l'Università come un bene comune.
Negli ultimi tempi molti sono stati gli ostacoli frapposti dal rettore per impedire l'utilizzo degli spazi universitari per usi sociali, come le feste o i momenti di autoformazione.
Noi, uomini e donne di uno spazio sociale ormai ventennale, constatiamo che l'esigenza di spazi sociali è ovunque sempre più impellente, ne è un esempio l'occupazione di questi giorni della ex-Breda di Pistoia, uno stabile comunale abbandonato da 10 anni.
Siamo a fianco dei Collettivi degli studenti di Pisa.
Tutte e tutti giovedi 24 aprile a Pisa a festeggiare la Notte Bianca delle Resistenze.
LIBERIAMO E DIFENDIAMO GLI SPAZI L'UNIVERSITÀ NON È UN AZIENDA, È UN BENE COMUNE COMUNITÀ IN RESISTENZA - CENTRO SOCIALE INTIFADA

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martedì 25 Marzo 2008

COMUNICATO STAMPA

Giovedì 27 marzo avrebbe dovuto essere attuato lo sfratto esecutivo ai danni di Fatima e le sue figlie, le donne con problemi di precarietà di reddito (e di alloggio da qualche mese), a cui tempo fa in molti avevamo manifestato solidarietà organizzando un picchetto anti-sfratto , il 14 febbraio scorso.
leggi tutto...

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martedì 18 Marzo 2008

Img

IN BASSO A SINISTRA IL CAPISE IN ITALIA
Venerdì 4 Aprile ore 21.30

scarica stampa e diffondi la locandina evento .pdf(350.7 kB)
Di fronte alla feroce aggressione che lo Stato messicano sta portando avanti contro le comunità zapatiste, il Centro di Analisi Politica e Ricerca Sociale ed Economica, CAPISE , ha iniziato un giro mondiale per spiegare qual'è la situazione reale che si sta vivendo in Chiapas e per tentare di rompere l'attuale silenzio informativo. Il CAPISE, in Europa dopo aver fatto un analogo giro negli Stati Uniti, non vuole solo raccontare, ma aprire uno spazio di scambio e confronto con le realtà sociali in lotta/resistenza toscane: dalle lotte sociali (casa, migranti, reddito) alle lotte per la difesa dei beni comuni e dell'ambiente (Montale, No OFFSHORE.), è un pò quello che gli zapatisti stanno chiedendo: conoscere altre lotte e costruire relazioni....
in basso e a sinistra!!!

INVITIAMO TUTTE LE REALTÀ REGIONALI AD UN INCONTRO
VENERDÌ 4 APRILE ORE 21.30 CSA INTIFADA PONTE AD ELSA

scarica stampa e diffondi la locandina evento .pdf(350.7 kB)

Los zapatistas no estan solos

Per sostenere l'autonomia zapatista, i movimenti sociali in basso a sinistra in Messico e nel mondo.
Per fermare le aggressioni e la guerra del governo messicano contro le comunità indigene del Chiapas.
Per diffondere le denuncie di violenze perpetrate contro le comunità zapatiste.
Per convergere nell'estate 2008 in molt@ da tutta Italia e da tutta Europa in Chiapas in solidarietà con gli zapatisti.


Dopo anni di apparente tranquillità non passa giorno senza che le Giunte del Buongoverno zapatiste, denuncino episodi di provocazione e di attacco contro le comunità indigene del Chiapas.
Come confermano le organizzazioni dei Diritti Umani e come ha confermato il lavoro della Sesta Commissione Civile di Osservazione dei Diritti Umani, dietro a questo stillicidio di episodi appare una strategia complessiva di attacco alle comunità indigene in resistenza.
Al centro di questa offensiva, fatta di attacco al diritto di vivere nelle terre recuperate al latifondo, fatta di sequestri, arresti e violenze arbitrarie c'è la volontà di attaccare quello che l'EZLN ha costruito a partire dal 1994: la resistenza divenuta pratica di autonomia e autogoverno.
Non più la guerra visibile fatta di carri armati e corpi militari o paramilitari, ma una lunga e lacerante creazione di microconflitti spacciati come scontri tra indigeni.
Una strategia che, nell'epoca dell'assordante rumore delle operazioni militari e delle stragi quotidiane della guerra globale, si vuol far passare sotto silenzio.
È una guerra che vuole far tacere il laboratorio politico rappresentato dall'esperienza zapatista, così come in molte altre parte del mondo vuole spegnere altri movimenti e laboratori sociali basati sull'autonomia.
L'autonomia zapatista parla il linguaggio delle comunità in lotta in tutto il mondo per salvaguardare i beni comuni e le risorse, per dare un senso reale alla parola democrazia, per conquistare diritti di cittadinanza per ogni essere umano.
Gli uomini e le donne dell'EZLN si misurano giorno dopo giorno nella sfida al pensiero unico del neoliberismo per costruire un presente di cambiamento e di speranza per l'umanità. Sono una comunità in cammino insieme a molte altre in Messico, in America Latina, in altri continenti. Sono parte di un'umanità che lotta, sogna e si organizza in basso a sinistra come succede a casa nostra: dal Presidio No dal Molin contro la guerra, ai Comitati della Val di Susa, dalle mobilitazioni delle donne ai conflitti per la difesa del territorio, dalle mobilitazioni dei migranti per pieni diritti alle lotte sociali.
Invitiamo tutti coloro che si sentono vicini alla causa zapatista così come anche tutte quelle esperienze basate sul concetto di comunità in lotta e di autonomia a sottoscrivere questa campagna.
Media indipendenti, singoli, collettivi, artisti, musicisti, spazi sociali, a stare vicino e appoggiare questa lotta che non è poi così lontana dalla realtà italiana.
Con questa Campagna, - Chiediamo la fine delle aggressioni contro le comunità indigene e della repressione generalizzata, basata su operativi militari, incarcerazioni e violazione dei diritti umani, attuata dal governo messicano nei confronti dei movimenti sociali, come sta succedendo con la lotta di Oaxaca e Atenco.
- Vogliamo impegnarci per far circolare le voci e le denunce che giungono dal Sud-Est Messicano.
- Vogliamo costruire una grande e variegata presenza in appoggio all'autonomia zapatista per quest'estate in Chiapas per dire insieme a molt@ da tutta Europa che: LOS ZAPATISTAS NO ESTAN SOLOS
Promotori della Campagna:
Associazione Ya Basta - Coordinamento Toscano Solidarietà con il Chiapas - Progetto Dignidad Rebelde - Manitese Lucca - Comitato Chiapas Maribel Bergamo.
Per adesioni:loszapatistasnoestansolos@globalproject.info
Los zapatistas no estan solos


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martedì 3 Marzo 2008

Donne e migranti: discriminate due volte

aderisci all'appello per Fatima Fatima e le sue figlie, una storia di tre donne, tre donne migranti che vivono una doppia discriminazione: una prima legata alla loro condizione di straniere in un paese ben poco ospitale e una seconda più strettamente di genere.
Le donne migranti rappresentano l'anello più debole, in un un clima oscurantista e misogino, discriminate sul lavoro, nel rapporto con le istituzioni, nella ricerca di una casa.
Già...La ricerca di una casa! Fatima una casa ce l'ha, o meglio, ce l'aveva, a Empoli, una casa umida, senza riscaldamento e acqua calda, per la quale ogni mese doveva pagare la consistente somma di 600 euro di affitto.
Oggi, su Fatima e le sue figlie, pende uno dei tanti sfratti per morosità, viene a mancare loro un diritto insindacabile come quello alla casa.
Per due anni, con enormi sacrifici, Fatima è andata avanti, ha pagato regolarmente il canone, le bollette, ha mantenuto gli studi delle figlie, ma da Gennaio 2007, la situazione è precipitata, i soldi non erano più sufficienti per poter far fronte all'elevato costo dell'abitazione.
Lei si è rivolta prontamente al Comune di Empoli per ricevere un aiuto, ma risposte certe non sono ancora arrivate.
GoNews_Img-casa-Fatima Fatima lavora, ma percepisce uno stipendio di poche centinaia di euro, che non può coprire tutte le spese necessarie per affrontare la vita di tutti giorni.
Lei ha un regolare contratto di lavoro, precario naturalmente, per poter accedere al permesso di soggiorno, ma il mercato le offre solo un'occupazione part-time.
Il lavoro a nero non manca, sarebbe ben pagato e Fatima potrebbe lavorare di più e guadagnare il doppio, ma così si troverebbe a diventare un'altra figlia di nessuno, un'altra delle tante persone invisibili e inesistenti costrette alla clandestinità, a rinunciare alla vita che lentamente e con sacrifici è riuscita a costruirsi con le proprie figlie.
Una vita che Fatima si è conquistata da sola, senza una figura maschile.
Fatima e le sue due figlie sono una famiglia: una famiglia tutta al femminile, che ha il diritto di essere considerata tale, e di conseguenza tutelata.
Una famiglia in cui la donna non viene identificata, come regolarmente accade, in relazione a una figura maschile di riferimento.
Infatti è noto che la donna non viene considerata dallo Stato in quanto donna, come persona portatrice di diritti assoluti inviolabili, ma viene invece considerata in nome della funzione sociale che riveste, o che dalla società le è assegnata per la sua natura: quella di "moglie" e di "madre".
Essere una donna ed essere migrante non deve significare per forza essere votata ad un destino di marginalità, ma deve essere espresso e difeso chiaramente il diritto ad avere una vita dignitosa.
Fatima rappresenta il simbolo per tutte quelle numerose situazioni che ci sono sul territorio Empolese.
Img080308 Il problema casa è un problema strettamente legato alla precarietà e investe tutte e tutti, migranti, native/i, giovani e anziane/i, uomini e donne.
Chi si trova in condizione di morosità oggi, non è perché è disoccupato, ma perché i soldi non sono sufficienti.
Le case ad Empoli ci sono, ma costano troppo e gli affitti sono sempre più cari, in relazione agli stipendi, che invece sono sempre più bassi e intermittenti.
Crediamo che sia necessario che anche il Comune di Empoli debba rivede le graduatorie delle case popolari e si debba riaggiornare in merito.
Ci appelliamo alla solidarietà di TUTTE e TUTTI.
Per aderire all'appello scrivi a orda@ordaprecaria.org
Sperando di festeggiare l'esito positivo dell'incontro con l'Amministrazione Comunale di Empoli del prossimo mercoledì 5/03, vi invitiamo a partecipare alle 20:30 di Sabato 8 Marzo, giorno di lotta per tutte le donne, alla cena a base di Cus-Cus che Fatima preparerà per tutte e tutti, presso il Csa Intifada/Comunità in resistenza, Ponte a Elsa, Empoli.
La serata proseguirà con un concerto live di pizzica siciliana, con gli 'NCURUNATI, omaggio a Rosa Balestrieri

CSA INTIFADA/COMUNITA'_IN_RESISTENZA -Empoli-
COLLETTIVO_ORDA_PRECARIA -Empoli-
COBAS EMPOLESE-VALDELSA
DONNE_IN_MOVIMENTO -Firenze- MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA DI FIRENZE
MERCEDES FRIAS ( deputata di Rifondazione comunista)


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