CSA Intifada Ponte a Elsa Empoli
Novembre Dicembre 2009

lunedì 21 dicembre 2009

CHI PERDE IL LAVORO PERDE LA CASA: REDDITO CONTRO LA CRISI!

22-12-09 AGGIORNAMENTO
La Comunità in Resistenza di Empoli irrompe nell'assemblea degli undici comuni del circondario sulla crisi Reddito minimo garantito e blocco sfratti le richieste per affrontare la crisi


La crisi economica che ci circonda è un dato di fatto in tutto il mondo e non risparmia il nostro territorio

ogni giorno la cronaca locale è dominata da notizie di aziende che mettono in cassa integrazione o licenziano direttamente i lavoratori.
Il problema abitativo che sta affliggendo una sempre più larga fascia di popolazione è una delle prime conseguenze di questa crisi. img
Da questo punto di vista le ripercussioni sul nostro territorio sono forti e siamo ben lontani dall’intravedere soluzioni.
Le istituzioni e gli enti locali, abituati ad un sistema sociale che si è sempre basato sugli alti livelli occupazionali, si trovano assolutamente impreparate nella gestione della precarietà sociale diffusa, sia per quanto riguarda le leggi e i regolamenti attuali, che per le iniziative e i progetti politici di breve e lungo termine.
Basti pensare ad esempio che né lo stato di disoccupazione o la cassa integrazione, né le morosità conseguenti alla perdita del lavoro, comportano alcun punteggio aggiuntivo nelle graduatorie per gli alloggi popolari.
Che il problema abitativo sia strettamente connesso alla crisi che vive il territorio è un dato incontestabile.
I dati che abbiamo acquisito dal tribunale di Empoli registrano segnali molto preoccupanti: su 232 udienze di sfratto, il 91% (211) sono per morosità; il dato nazionale e regionale è del 78%.
Questo significa un prevedibile e considerevole aumento di famiglie con sfratto entro la fine del 2010.
Se la crisi spinge alla crescita il numero di richieste d’aiuto, paradossalmente le misure prese in questi anni sono andate nella direzione opposta: il fondo affitti su base nazionale ha subito una vistosa riduzione (-69,58% dal 2000 al 2009), mentre le domande di contributo aumentavano in maniera esponenziale.
Il patrimonio abitativo pubblico (alloggi ERP), più che essere incentivato è stato svenduto: 37 mila euro di media per alloggio (dati Publicasa); oggi si vendono cioè in media 4 alloggi per costruirne uno. Teniamo presente che un’indagine SUNIA-CGIL del febbraio 2009 ha evidenziato che il 77,1% delle famiglie italiane ha un reddito annuo di 20.000 euro, cifre che rendono praticamente impossibile il ricorso al mercato privato o il pagamento di una rata di un mutuo.
Nel nostro ultimo dossier imgEmpoli Precaria 2.0 abbiamo evidenziato la pesante mancanza di finanziamenti e programmi per l’Edilizia Residenziale Pubblica e gli inaccettabili meccanismi legati all’Housing Sociale, ennesimo regalo che il “pubblico” fa agli speculatori privati e alla rendita.
Uscire dalla crisi è possibile solo con la presa d’atto di una radicale inversione di tendenza dove è il pubblico a dover tornare protagonista. Il diritto alla casa non è per noi solo uno slogan.
E’ un principio che investe la sfera dei bisogni primari e, in quanto tale, tutelato dalla costituzione e dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”.
Disconoscere tutto questo e delegare la “questione abitativa” esclusivamente ai provvedimenti giudiziari è perciò inaccettabile. Lo sfratto, qualsiasi sfratto, non è un fatto privato tra proprietario e inquilino: è un fatto politico, d’urgente e drammatica rilevanza sociale. La questione deve perciò trovare soluzioni adeguate in sede amministrativa e non nelle aule giudiziarie.
Sindaci e Prefetti sono figure con ampie possibilità di intervento nella vita pubblica. Fino ad oggi lo hanno dimostrato firmando i protocolli che limitano le libertà di manifestare, colpendo le libertà democratiche, vorremmo invece che questo impegno cominciassero a rivolgerlo contro gli speculatori, requisendo gli appartamenti e bloccando gli sfratti e la vendita del patrimonio pubblico.
Torniamo a chiedere oggi che sia il circondario a farsi carico delle politiche sociali per tutto il territorio, in modo che i comuni più virtuosi possano aiutare su questo tema quelli con meno possibilità.
Inoltre chiediamo agli amministratori locali di portare in regione la proposta di istituire anche in Toscana il reddito minimo di cittadinanza, come succede in molti (quasi tutti) i paesi europei, e come hanno fatto altre regioni, ultima la regione Lazio.
Un reddito minimo garantito, per tutti e slegato dal lavoro darebbe autonomia, sicurezza e possibilità di vivere una vita dignitosa a migliaia e migliaia di precari, disoccupati e sottopagati che abitano nella nostra regione e vivono sotto il perenne ricatto dell'arrivo a fine mese, del pagamento del mutuo o dell'affitto, del dover accettare lavori rischiosi per la propria sicurezza e salute.
COMUNITA’ in RESISTENZA EMPOLI

martedì 15 dicembre 2009

NASCE URBAN BEING HIP-HOP LAB

SIAMO LIETI DI APRIRE LE DANZE!!! .
Sabato 19 dicembre 2009, presenteremo ufficialmente il laboratorio hip-hop URBAN BEING:
luogo di incontro, confronto e sviluppo delle realtà musicali presenti nel territorio

Sarà un evento speciale, infatti abbiamo pensato bene di invitare DJ GRUFF, storico dj hip-hop sulla scena dall'aurora del rap in italiano sin dagli anni '90, e CLEMENTINO, campione italiano di free-style.
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"Apriamo le danze" soprattutto per la necessità, da noi tutti condivisa, di trovare nuovi mezzi e "vie" espressive.
Mezzi posti al di fuori delle reti commerciali e delle logiche discografiche. Vie espressive originali e genuine che provengono dalle strade delle nostre città e producono metriche a tempo con la precarietà delle nostre vite.
Appunto, l'hip-hop come espressione artistica di comunicazione esplicita e diretta, che può e deve, secondo noi, affrontare le problematiche di ogni campo e specie: dalle sociali, alle morali, alle interiori, presenti in ognuno di noi.
E' dall'amore per questa musica che nasce l'idea, è dalla nostra idea di musica, libera e autonoma, che si sviluppa il progetto. Inoltre riteniamo indispensabile la presenza sul territorio, di spazi indipendenti, dove vivere la musica sia ancora possibile, dove i gruppi emergenti abbiano la possibilità di mettersi in luce, senza essere ricattati dalle politiche discografiche, antitesi della libertà artistica e della produzione creativa e indipendente.
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All'interno del laboratorio vogliamo affrontare la cultura hip-hop nella totalità delle sue discipline: rap (cantanti), writing (writers), turntabling (djs e beatmaker), brackdance (ballo).
Ci proponiamo la registrazione di un cd, nel quale tutti i componenti del laboratorio siano presenti, e la condivisione della conoscenza della cultura hip-hop all'interno del territorio, sensibilizzando allo stesso tempo riguardo le problematiche sociali in esso presenti.
Gli incontri si svolgono ogni martedì dalle 21.30 in poi presso gli spazi del c.s.a. intifada di Ponte a Elsa.
Durante il laboratorio produciamo basi con i computer, con la voce, con una batteria e altri strumenti che possono essere presenti, facciamo freestyle, produciamo metriche e giochiamo con le rime.
Inoltre durante il laboratorio si sviluppano discussioni intorno alla cultura hip-hop, e si ritrovano i ragazzi e le ragazze che organizzano gli eventi culturali dello spazio sociale, che hanno anche organizzato un contest ("Yes, We Contest!") che presto renderanno pubblico.
Invitiamo tutti gli interessati alla partecipazione massiccia.
Per info scrivete a: urbanbeing@inventati.org
Questo è quanto. LE DANZE SONO APERTE.
SABATO 19 DICEMBRE SHOW CASE con Black m - el niño - donkey Special guest DJ GRUFF e CLEMENTINO || 11 p.m. @ CSA INTIFADA.


martedì 8 dicembre 2009

LIBER* TUTT* LIBERTA' DI MOVIMENTO

Le operazioni di polizia e magistratura delle ultime settimane hanno creato in Toscana un clima di pesante intimidazione nei confronti di quanti sono impegnati nei movimenti in opposizione alle tante devastazioni sociali, sanitarie ed ambientali dei nostri territori e alla precarietà dell' esistenza e del lavoro.

Per il danneggiamento della sede di Casa Pound a Pistoia avvenuta l'11 ottobre 7 compagn* di Livorno, Pistoia e Colle Val'd'Elsa sono in carcere o agli arresti domiciliari, altri 5 denunciat*, senza alcun motivo, dal momento che sono estranei ai fatti e che la loro unica "colpa" e' quella di aver partecipato ad un'assemblea regionale che si svolgeva nel vicino circolo di un comitato di quartiere al momento dell'accaduto.
La polizia entra nel circolo, li trascina in questura e procede.
Altri 4 arresti arrivano con il prosieguo delle indagini. Le accuse pesantissime per tutt* "lesioni" "violenza" e, non a caso, "Devastazione e Saccheggio", un'accusa gravissima, punibile con 8-15 anni di carcere. Lo stesso reato contestato ai responsabili della Strage del Vajont di 40 anni fa (3.500 morti e 3 paesi spazzati via) e, con disinvoltura, ai 10 manifestanti condannati per le proteste al G8 di Genova 2001.
A Firenze altre indagini portano all'arresto di un compagno ed alla perquisizione di altri 11. Contro "Mannu" viene addirittura usata l'aggravante di "Terrorismo".
Gli altri 11 subiscono perquisizioni alla ricerca di materiale esplosivo ed il prelievo del DNA con l'accusa di "tentata rissa" per aver risposto alla chiamata d'aiuto di una ragazza minacciata da un gruppo di neofascisti nel centro di Firenze.
E' un clima di accanimento giudiziario e poliziesco inaccettabile.
Da anni assistiamo alla volontà di criminalizzare le pratiche dei movimenti sociali, dalle lotte sul territorio a quelle degli studenti, dei lavoratori, dei migranti.
Sono centinaia le denunce, i processi e le condanne che tentano di trasformare in problemi di ordine pubblico le occupazioni, i cortei, le tante pratiche di riappropriazione e di solidarietà che quotidianamente i movimenti mettono in campo.
Stiamo sperimentando un clima sociale che alimenta l'insicurezza, fatto di odio, di discriminazione verso tutti i "diversi" possibili, di rottura dei legami sociali per una guerra di tutti contro tutti. Un clima nel quale crescono e si diffondono organizzazioni fasciste e razziste, responsabili di aggressioni ormai quotidiane, nel silenzio complice e spesso con la protezione delle istituzioni e di gran parte delle forze politiche.
E' una situazione voluta da questo come dai precedenti governi. Mentre vengono ridotti i diritti, lo stato sociale, i salari si producono strumenti di disciplina e controllo.
A questo servono le leggi razziali del "pacchetto sicurezza" che rendono la vita impossibile per i migranti e a questo servono le tante ordinanze dei sindaci sceriffi delle nostre città che ignorando completamente i bisogni sociali creano il capro espiatorio nei marginali e nei poveri.
E' la politica di poteri che hanno paura, di istituzioni delegittimate da una crisi irreversibile della rappresentanza e che con la paura e il controllo cercano di governare una crisi economica dalle conseguenze sociali devastanti nella quale riprodurre e accentuare lo sfruttamento sempre più selvaggio del lavoro, il saccheggio dei territori, l'espropriazione dei beni comuni.
LA RISPOSTA CHE COME MOVIMENTI DIAMO A QUESTA SITUAZIONE PARLA DI LIBERTA' E DI DIRITTI, DI SOLIDARIETA' E DI UGUAGLIANZA. PARLA DELLA RICCHEZZA DELLE RELAZIONI SOCIALI CHE VIVONO NELLE PRATICHE DI AUTORGANIZZAZIONE, DI AUTOGESTIONE E DI CONFLITTO.
Siamo impegnati a sviluppare percorsi di lotta aperti e partecipati, che mettono al centro i bisogni per rovesciare la precarietà della vita che ci viene imposta.
La sicurezza che vogliamo conquistare è quella del e sul lavoro, quella del reddito, della casa, della formazione, di cicli produttivi puliti contro le nocività, della libertà di circolazione per sfuggire a guerre e miseria.
Movimenti e realtà di base contrappongono democrazia diretta e partecipazione ad un sistema politico utile solo a garantire privilegi.
E' per questo che fanno paura.
E' per questo che contro le lotte si intensifica l'uso dei manganelli, del codice penale, delle operazioni di polizia, delle forme di controllo sociale.
PER TUTTO QUESTO SAREMO IN PIAZZA.
PER L'IMMEDIATA LIBERAZIONE DEI COMPAGN* IN ARRESTO. PER DENUNCIARE UN CLIMA PERSECUTORIO CHE QUESTA REGIONE NON VUOLE E NON TOLLERA.
PER RICORDARE IL 40° DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA E LE TANTE VITTIME DELLA STRATEGIA DELLA TENSIONE.
SAREMO IN PIAZZA PER COMINCIARE A COSTRUIRE RELAZIONI E RETI CHE DIFENDANO E CONQUISTINO, TRA I TANTI DIRITTI E LIBERTA', UNA LIBERTA' IMPRESCINDIBILE OGGI PIU' CHE MAI: LA LIBERTA' DI MOVIMENTO.
TUTT* IN PIAZZA
sabato 12 dicembre alle 15.30 piazza San Marco a Firenze
Libertà di movimento

ASA -Lucca-
Centro di Documentazione di Pistoia
Comitato Antifascista San Lorenzo -Pistoia-
Comitato Pistoiese per la Palestina
Comunita' in resistenza/CSA Intifada - Empoli-
CSA nEXt Emerson - Firenze-
CUB Pistoia
Dada Viruz Project -Viareggio-
Movimento Antagonista Livornese
Movimento di Lotta per la Casa - Firenze-
Precari Autorganizzati -Pisa-
Progetto Prendo Casa -Pisa-
Spazio Liberato Ex-Breda - Pistoia-
Spazio Antagonista Newroz -Pisa-

martedì 1 dicembre 2009

EMPOLI VS COPENHAGEN

05/12/09 Comunicato stampa Aggiornamento e foto

1/12/09. Comunicato stampa
Sabato 5 dicembre a Empoli, invitiamo tutte/i a partecipare al presidio in piazza F.degli Uberti (piazza dei leoni) dalle ore 3.50 del pomeriggio (ora simbolica) durante il quale adotteremo il numero 350 come simbolo della giornata di protesta per la giustizia climatica


Dal 7 al 18 dicembre 2009 i governi del mondo si riuniranno a Copenhagen per la XV conferenza ONU sul clima (COP15).
Il compromesso che si annuncia esclude qualsiasi impegno concreto di riduzione delle emissioni nel medio periodo, sottoscrivendo una generica dichiarazione d’intenti per il 2050 unicamente per evitare il fallimento. La rete globale dei movimenti sociali, le associazioni indigene, contadine e ambientaliste saranno presenti negli stessi giorni per chiedere a gran voce di fermare questa follia.

Join me at <a href=www.350.org"

Perché 350

è una campagna internazionale che ha indicato il limite di 350 parti per milione come soglia di concentrazione di Co2 in atmosfera (ora siamo a 384) che il pianeta terra è in grado di sopportare.
A distanza di 15 anni dal “Protocollo di Kyoto”, Copenhagen ospita la stessa conferenza per rinegoziare tale protocollo.
Il 24 Ottobre di quest’anno, la rete dei movimenti e delle associazioni ambientaliste ha lanciato una serie di azioni in centinaia di luoghi simbolici -dal Taj Mahal alla Grande Barriera corallina, dalle piramidi egizie a quella Maya.
Anche in Italia sono state numerose le iniziative che hanno portato il numero “350” come simbolo della giornata di protesta per la giustizia climatica .

Ancora una volta le stesse persone che stanno causando la catastrofe climatica ci dicono di avere le soluzioni: commercio delle emissioni, il cosiddetto “carbone pulito”, più energia nucleare, biocarburanti, perfino un nuovo capitalismo verde (”Green New Deal”).
Viene prospettata una borsa dell’inquinamento attraverso l'erogazione di crediti negoziabili come qualunque altro bene e si chiamano tali investimenti “riduzione delle emissioni”.
Persino il cambiamento climatico si trasforma in business: realizzare una centrale nucleare in Romania o Iran fa acquistare crediti re-investibili ad esempio, nel non rispetto delle soglie di produzione di Co2 nel paese costruttore.
Il sistema neoliberista e il produttivismo hanno prodotto negli ultimi secoli disuguaglianze sociali, sfruttamento e povertà.
Lo sfruttamento intensivo delle risorse del pianeta ha causato la devastazione di immensi territori, e presto queste risorse termineranno. Oggi difendere il pianeta significa difendere l’umanità, significa rendere possibile un futuro a noi, ai nostri figli ai nostri nipoti.
Per questo non facciamo alcuna differenza fra la lotta per la giustizia climatica e quella per la giustizia sociale.
Per questo riaffermiamo la nostra contrarietà a chi pensa di imporre nel nostro territorio la costruzione della più importante fabbrica di diossina oggi esistente: l'INCENERITORE.
Non riconosciamo alcuna “sostenibilità” ad un impianto in grado di emettere DA SOLO, un quantitativo di diossina annuo pari a quello di 71 milioni di auto in movimento (400 t/g .Fonte medicina democratica).
La difesa dei territori passa oggi dalla difesa dei beni comuni, contro ogni forma di privatizzazione e dalle lotte quotidiane per difendere ambiente e condizioni di vita.
Solo le azioni collettive di contrasto che sapremo intraprendere contro le cause sistemiche del cambio climatico ci daranno un futuro migliore, non qualche lampada a basso consumo energetico.
Il futuro può essere riscritto; se non ora, quando?
Comunità in resistenza - Empoli.


05/12/09 Comunicato stampa
Empoli verso Copenaghen


Sabato 5 dicembre la Comunità in Resistenza di Empoli è scesa per le vie della città per informare i cittadini sulle mobilitazioni che ci saranno la prossima settimana a Copenaghen contro la conferenza dell'onu sul clima.img I governi di tutto il mondo si incontreranno per decidere sulle riduzioni di anidride carbonica, ma già sappiamo che non sarà firmato nessun accordo.

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A copenaghen, saremo presenti insieme a migliaia di uomini e donne da tutti i continenti per ribadire che le risorse naturali dei nostri territori non sono una merce ma dei beni comuni che dobbiamo difendere per garantire un futuro a noi e alle generazioni future.
Devono essere le comunità locali a decidere sui loro territori e non i potenti della terra che distruggono la natura per beneficio di pochi.
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Abbiamo disegnato con i nostri corpi il numero 350, aderendo alla campagna internazionale per abbassare il livello di anidride carbonica nell'atmosfera a 350 parti per milione.
PER LA GIUSTIZIA CLIMATICA.
See you in Copenaghen...

giovedì 12 novembre 2009

Il ragazzo, e il sottosegretario

Sembra un titolo di una canzone, e invece è lo specchio della società italiana anno 2009.
Sabato 14 Novembre :: Verità e Giustizia!

Città, Roma la periferia, il ragazzo si chiama Stefano Cucchi, l'unica sua sfortuna è stata quella di nascere in un paese proibizionista, che con una serie di leggi nei fatti non punisce i grandi trafficanti ma i piccolo spacciatori, e addirittura i consumatori.
img Un'assurdità!, ebbene in questo bel paese nella notte del 16 ottobre Stefano viene arrestato dai carabinieri con poca sostanza addosso, e da questo momento entra nell'inferno, così chiameremo la giustizia italiana, che per certe categorie ha i guanti di velluto, ma con quelli come Stefano accelera i tempi immediatamente e la sentenza diventa subito eseguibile, e allora offese botte sputi e ancora calci a turno, prima i carabinieri, poi gli agenti penitenziari, fino alla morte, tanto, come ha insegnato Genova nessuno sarà condannato.
Nella stessa città Roma, c'è la sede del governo del paese, sugli scranni del potere siedono per lo più avvocati dottori liberi professionisti, giornalisti e altri gentiluomini, il centro e la destra sinistra democratica separati solo dalla struttura architettonica dell'emiciclo.
Questi signori scrivono leggi le votano, le bocciano, scrivono finanziare per curare i propri interessi e quelli dei loro amici, poi escono e si divertono in locali di proprietà delle cosche mafiose, tutti insieme, all'interno di uno spirito da camerata.
Ma qualche volta qualcuno di loro cade nel fango, e si sporca, accidenti!!
ed allora inizia la giostra dei media, legislatori parlano di innocenza, si ricordano i tre gradi di giudizio e si inizia a parlare di impunità di accuse assurde di manovra politica,e cosi via parole parole.
A cadere nel fango questa volta è Nicola Cosentino, oddio più che cadere nel fango lui ci naviga da sempre,visto che già dal 1996 entra in verbali delle testimonianze di pentiti di camorra, e si perché insieme ad altri gentiluomini diventa il referente dei famosi casalesi, i protagonisti criminali del noto libro di Saviano "Gomorra". Bruciando le tappe in Forza Italia diventa consigliere regionale e poi sottosegretario all'economia del governo Berlusconi, un posticino tranquillo per chi è il referente di un gruppo finanziario criminale che deve pulire soldi continuamente.
Non ci sono riforme, leggi, elezioni da vincere che potranno azzerare questa deriva sociopolitica culturale, c'è solo da continuare a testa alta senza fermarsi la lotta per i diritti per costruire autonomia e radicamento nei territori.
Bisogna rifare il mondo tutto daccapo.

Sabato 14 Novembre :: Verità e Giustizia!

Nel bollettino degli eventi critici negli Istituti penitenziari (Ministero della Giustizia) c'è una serie storica dei decessi di detenuti, dal 1992 al 2008: mediamente ogni anno muoiono 150 detenuti, di cui circa un terzo per suicidio e gli altri due terzi per cause naturali non meglio specificate.
Aperitivo di informazione indipendente sui casi di abuso di potere e le morti nelle carceri dello stato italiano: Stefano Cucchi, Aldo Bianzino, Marcello Lonzi, Federico Aldrovandi, Giuseppe Saladino, Gabriele Sandri, Carlo Giuliani... quanti morti ancora?
Distribuzione del dossier "Morire di carcere", curato da Francesco Morelli.
Video-set dalle 19.00 in poi - Warm-Up di informazione sulle morti in carcere aspettando l'evento Reggae della sera con BOMBA BOMBA INNA DANCEHALL STYLE :: MARK-ONE E NICO ROYALE PRESENTANO IL LORO "PROGETTO BASTARDO"
Aperta l'Osteria Sociale Otro Mundo - il Gusto della Rivolta Se mangi Bio cambi il mondo!
dalle 23.00 Reggae DanceHall con DJ CHARLIE BENDJE MARKONE (BOMBA BOMBA) + NICO ROYALE

Comunità in resistenza
leggi anche questo articolo di Luca Blasi su GlobalProject
In nome della Paura
Stefano Cucchi ucciso dalla volontà politica di distruggere il diverso nella metropoli delle aggressioni e degli scandali




mercoledì 11 novembre 2009

INformATICA Meticcia

L'associazione città Meticcia in collaborazione con il Cross Cultural Internet Lab presenta:
giovedì 19 novembre dalle ore 21

presso gli spazi del csa intifada/comunità in resistenza in via xxv april ponte a elsa Empoli

Un laboratorio informatico per agevolare l'accesso all'informazione su Internet e la comunicazione digitale con particolare riguardo a quegli strumenti che facilitano la comunicazione interculturale.
Un corso aperto alla società civile che tenta di lanciare un messaggio di solidarietà e di confronto interculturale nella convinzione che lo scambio interculturale sia una forma di arricchimento individuale e collettiva per chiunque se ne renda protagonista.
Un mini-corso gratuito durante il quale si spiegano le basi tecniche per utilizzare al meglio i motori di ricerca e le altre interfacce Web funzionali a comprendere e interpretare la comunicazione multiculturale.
per iscriversi chiamare il 3294536137

L'associazione città Meticcia