CSA Intifada Ponte a Elsa Empoli
Marzo Aprile 2010
SFRATTO ESEGUITO CON LA FORZA PUBBLICA, LA LOTTA CONTINUA
Comunicato stampa
Stamattina è stato eseguito lo sfratto a Montelupo, manu militari.
E' stato eseguito un atto di violenza, in quanto non è stata garantita dal comune
un'alternativa, un passaggio da casa a casa, e da oggi la famiglia, con una bimba
piccola, non avrà un posto dove andare.

Abbiamo provato in tutti i modi a trovare una soluzione dignitosa a questa difficile
faccenda, accompagnando la famiglia agli incontri con l'amministrazione comunale,
organizzando picchetti sicurezza in modo da stimolare le istituzioni preposte a trovare
una soluzione, anche emergenziale; ma oggi di fronte ad un inutile schieramento delle
forze dell'ordine (non si risolvono certo così le problematiche sociali) abbiamo deciso
di non mettere a rischio l'incolumità della famiglia, né la nostra.
Al proprietario diciamo, come sempre, che il suo diritto a rientrare in possesso
dell'immobile non lo abbiamo mai messo in discussione.
Non è in discussione però,
per quanto ci riguarda, nemmeno il suo ruolo di speculatore su un bisogno primario
per tutte le persone come quello della casa: chiedere 650 euro per due stanze ammuffite
è un furto, neanche tanto legalizzato visto che 100 euro erano a nero.
E oggi fa la vittima e parla di legalità ripristinata, ma lasciamo perdere, questo non
è un discorso che ci appassiona.
La prima responsabile di questo atto di violenza è l'amministrazione comunale montelupina.
Il comune ha offerto soldi per pagare una casa famiglia a Ponte a Cappiano con divisione
della madre e della bimba dal padre, soluzione questa non accettata dalla famiglia,
che nella divisione vede un ulteriore aggravarsi della propria condizione sociale,
anche per il fatto che essa non garantisce assolutamente niente una volta finiti i
soldi messi a disposizione.
Un'"alternativa" sarebbe stata quella di trovarsi una
casa nel mercato privato e di usare i soldi stanziati per fare il contratto d'affitto,
ma a chi non ha un lavoro stabile, a chi è costretto a tirare avanti con lavori saltuari
e a nero (cioè ad una parte sempre più grande della cittadinanza), a chi non ha una
famiglia dietro le spalle che possa garantire, i contratti d'affitto non li fanno,
e questo il comune lo sa benissimo.
La Misericordia ha addirittura proposto delle case per l'emergenza sfratti, se solo
il comune di Montelupo avesse accettato di fare da garante come fanno molti altri
comuni del circondario, Empoli in primis, ma l'amministrazione non ha ritenuto praticabile
questa strada.
Non sarebbe stata la cura di tutti i mali, ma questa opzione avrebbe
sicuramente garantito un passaggio degno da casa a casa alla famiglia unita, e per 18
o più mesi avrebbe garantito un tetto nell'attesa di risollevare la propria condizione economica.
Invece ci troviamo oggi, a Montelupo, primo comune nel circondario a permettere uno
sfratto manu militari di una famiglia in difficoltà, di fronte ad un pericoloso
precedente: in piena sintonia con il crescere del leghista-pensiero nazionale anziché
(come ci saremmo aspettati) in controtendenza, le questioni sociali si risolvono con le
forze dell'ordine.
Le questioni sociali a Montelupo non si affrontano, la cosiddetta
sinistra fa la gnorri, e una famiglia migrante da dodici anni inserita nel tessuto
sociale montelupino si trova per strada.
A seguito dello sfratto forzato abbiamo deciso di sostenere la lotta della famiglia
per il diritto alla casa e ad una vita dignitosa, accompagnandola e sostenendola in
un presidio davanti al comune.
Appena arrivati siamo entrati per chiedere un incontro
con l'assessore alla casa di Montelupo o con qualcuno dell'amministrazione, ma nessuno
si è fatto trovare. Nelle prossime ore decideremo il da farsi, di certo questa storia
non finisce qui: l'esigenza di un tetto sotto cui vivere resta, la casa non è un lusso,
la casa è un diritto. Gli affitti spesso sono furti. Lo sfratto senza alternativa è una violenza.
ORDA PRECARIA
COBAS EMPOLI VALDELSA
Comunità in resistenza
CONVOCAZIONE STATI GENERALI
DELLA COMUNITA' IN RESISTENZA
DOMENICA 11 APRILE ORE 16.00 AL CSA INTIFADA
Il percorso che abbiamo avviato (la costruzione della CR)
non è né semplice né privo di insidie.
Premessa obbligata per chi si è liberato da una logica politica, figlia di
ideologie novecentesche che nulla hanno più da dire.

Sperimentare, rinnovarsi, non vuol dire azzerare il nostro patrimonio genetico,
ma avviare una ricerca costante, riattualizzando, e qualche volta rivoltando la
nostra storia costruendo una pratica politica e sociale capace di comprendere i
cambiamenti avvenuti nel corpo sociale in quest'inizio di secolo.
Nessuno è alla ricerca della formula magica per fare la Rivoluzione con la ERRE
maiuscola, anche perché siamo convinti che
non importa cambiare il mondo basta
rifare tutto daccapo.
Il nostro compito oggi, adesso, è creare uno spazio pubblico dove tutti quei
frammenti di società che stanno subendo la crisi, possano trovare un protagonismo,
all'interno di un processo di autorganizzazione per la riappropriazione dei propri
diritti, rivendicando ancora una volta IL PANE E E LE ROSE!
Uno spazio pubblico dove la CR diventi perno centrale per la riproducibilità del
conflitto, e quindi far si che lo spazio fisico (in questo caso il csa intifada)
abbia la capacità di essere spazio multifunzionale, capace di accogliere un giorno
il gas e un altro hip hop, con lo spirito di chi cerca di ristabilire una connessione
all'interno di un corpo sociale smembrato, tra quei soggetti che vogliono ancora
sognare una società diversa.
Crediamo che progetti come lo sportello sociale e il gas , l'osteria Otro Mundo,
e il laboratorio hip hop o il gruppo eventi debbano considerarsi esperienze che
appartengono a tutti.
Per evitare che all'interno di una dimensione comunitaria dei compagni si sentano
soli, c'è bisogno che i progetti diventino patrimonio di tutti i compagni, solo
così questi si possono preservare dal fallimento.
Non crediamo che tutti possono fare tutto, però cercando di farlo si crea una
coscienza che consolida la comunità.
Comprendere come funziona lo sportello sociale oppure cosa vuol dire fare il
turno del bar o del gas innesta nei compagni una consapevolezza di quello che
stiamo facendo, rivitalizzando così anche i singoli progetti.
La parola dei prossimi stati generali non può che essere COLLETTIVIZZARE.
Comunità in resistenza
NON POSSIAMO STARE ZITTI!

Nell'Italia dei Bertolaso, dei Frisullo, nell'Italia delle raccomandazioni diventate
modus operandi per la ricerca di un lavoro, in un momento dove tante lavoratrici e
lavoratori perdono il lavoro e dove trovare un lavoro è diventata una
missione impossibile,
il sindaco di Empoli e la giunta tutta hanno trovato la sfacciataggine di approvare una
delibera per l'assunzione a tempo determinato (fino a giugno 2014) di un ex assessore,
eletto nel consiglio provinciale nelle liste del PD, che affiancherà lo staff del
sindaco per occuparsi delle tematiche del terzo settore, delle iniziative di cooperazione
internazionale e dei rapporti di carattere mondiale.
Non abbiamo parole!
Si assume un ex assessore, che tra l'altro non aveva brillato
nella vecchia giunta Cappelli, per occuparsi della cooperazione internazionale?
Ma il sindaco e la giunta si rendono conto che con quei
30mila euro l'anno,
che regalano all'ex assessore,
si potrebbero finanziare progetti già esistenti,
progetti scritti da responsabili di associazioni che molto spesso non recepiscono nemmeno
rimborsi spesa?
Non capiamo che logica c'è dietro questa scelta, eppure per esperienza diretta, i
dirigenti comunali con cui in questi ultimi anni ci siamo confrontati per parlare
di progetti, anche legati alla cooperazione internazionale, ci sono sembrati sempre
molto preparati.
Oggi con questa scelta scellerata questi amministratori danno un
segnale bruttissimo
di mala amministrazione di privatizzazione e di spreco di denaro pubblico.
Comunità in resistenza, Cobas Empolese Valdelsa, Coordinamento toscano di sostegno lotta zapatista
Nel circondario la crisi è di casa!
Comunicato stampa, 22/3/2010
Torniamo a rendere pubblici i preoccupanti numeri che riguardano gli sfratti nel
territorio dell'empolese-valdelsa.
Lo sportello sociale, che assiste molte famiglie
nei percorsi di conquista del diritto alla casa, in questa settimana si troverà di
fronte ben
quattro sfratti, tutti tra martedì 23 Marzo e giovedì 25 marzo.

Uno (domani) riguarda una famiglia residente a San Miniato, gli altri tre sono a Empoli.
Ma non tutte le famiglie in difficoltà fanno riferimento allo sportello sociale, e i
numeri sono ben più alti: sono decine e decine gli sfratti esecutivi ogni settimana
nel circondario, e colpiscono famiglie italiane e migranti.
Lo sportello sociale non effettuerà picchetti sicurezza, ma accompagnerà le famiglie
che fanno riferimento ad esso nelle trattative con gli ufficiali giudiziari e soprattutto
con le amministrazioni comunali.
Sono le amministrazioni che hanno i mezzi e che sono
chiamate a garantire il diritto alla casa di tutti i cittadini, indipendentemente dalla
provenienza o dalla situazione di difficoltà economica.
Invitiamo le famiglie e i precari in difficoltà nell'accedere al diritto alla casa
ad organizzarsi, poiché solo dietro la spinta di un forte movimento sociale le istanze
di diritto ad una vita dignitosa, oggi, possono essere poste in essere: OrdaPrecaira
e Cobas offrono in tal senso lo sportello sociale gratuito tutti i mercoledì sera
negli spazi del cs Intifada in via 25 Aprile a Ponte a Elsa.
Chiediamo agli unici che potrebbero agire contro gli sfratti, cioè agli amministratori
ed al sindaco in primis, d
i bloccare seriamente, con ordinanza, l'esecuzione degli
sfratti sia per morosità che per finita locazione.
In alternativa chiediamo di esercitare
la sua possibilità di requisire le case sfitte, o comunque di reperire alloggi nel
mercato privato o dal patrimonio pubblico in abbandono, da destinare ad alloggi di
emergenza per sfrattati.
Uno degli sfratti, quello del 24 Marzo, è contro la famiglia Rahim, che grazie ad
un picchetto sicurezza il mese scorso riuscì a strappare un rinvio temporaneo.
In questo mese l'unica "soluzione" che il comune e l'assessorato alla casa hanno
trovato, è un alloggio, ancora non si sa se pubblico o di un privato (in tal caso
i costi graverebbero sulle casse comunali e dunque su tutta la cittadinanza), ma solo
fino al 30 Aprile: e poi?
Un tetto sopra la testa non è un'esigenza di cui le famiglie
hanno bisogno una tantum, ma quotidianamente, non si può vivere perennemente con
il ricatto della precarietà abitativa.
Come si può pensare di risolvere in questo modo il problema casa?
CONTRO LA CRISI BLOCCO DEGLI SFRATTI
ALLOGGI PUBBLICI A CANONI SOCIALI PER CHI E' COLPITO DALLA CRISI
SPORTELLO SOCIALE, Empoli.
1 Marzo a Empoli - 400 in corteo
decine di migranti e italiani antirazzisti per le vie del centro cittadino al grido di "NO CIE IN TOSCANA"
400 persone tra migranti, italiani antirazzisti e mondo dell'associazionismo hanno sfilato per le vie del centro della città al grido "NO CIE IN TOSCANA" - "SIAMO TUTTI CLANDESTINI"

dal primo pomeriggio sono arrivati uomini e donne al presidio organizzato dal Comitato per il primo marzo empolese in centro, in Piazza dalle vittoria. Tra musica meticcia e antirazzista, interventi al microfono, interviste e tanta voglia di parlare e conoscersi, alle 18 sono stati lanciati in aria centinaia di palloncini gialli.
E' partito il corteo per le vie del centro, aperto da cittadini migranti con lo striscione e tanti cartelli, con la rabbia e la voglia di farsi sentire.
segue articolo con le interviste per conoscere i migranti
Comunità in resistenza di Empoli