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Milano, 3 febbraio 1998

Abbiamo occupato la sede del Gruppo Consigliare del Partito della Lega Nord, e all'interno della Galleria Vittorio Emanuele sventola ora lo striscione "LUCA GHEZZI LIBERO".

Sta infatti continuando, presso il Tribunale di Milano, il processo a Luca Ghezzi, militante del Centro Sociale Leoncavallo arrestato lo scorso aprile dopo un diverbio con alcuni militanti leghisti, e da quasi un anno sottoposto a misure cautelari, prima il carcere, poi la detenzione domiciliare, ora la liberta' vigilata, con l'accusa di tentato omicidio di un poliziotto.

La vicenda si e' da subito chiarita, evidenziando da un lato la premeditazione di quell'attacchinaggio razzista nei pressi del C.S. Leoncavallo, l'accordo con la Questura di Milano, insolitamente presente in forze quella notte in Piazza Greco, e la sospetta disponibilita' del magistrato inquirente a procedere con un'accusa cosi' pesante nella completa assenza di prove (la pistola con la quale Luca avrebbe tentato di sparare e' stata infatti sottoposta a sequestro e all'esme delle impronte digitali, risultato negativo, solo dopo ripetute insistenze del collegio difensivo).

Ricordiamo tutti il clima di quella campagna elettorale, con le aggressioni subite sia dai nostri compagni, sia dal Consigliere di Rifondazione Comunista Atomo Tinelli proprio qualche giorno prima dei fatti di Piazza Greco.

Continua quindi questo processo, perfettamente in linea con la logica di chi, all'interno del Tribunale di Milano e' responsabile delle decine di processi, delle condanne a centinaia di anni di carcere, e delle prime sentenze definitive che stanno arrivando in questi mesi.

Combattere questa battaglia di liberta', per Luca, per i suoi soimputati, per il nostro futuro, vuol dire riconoscere a questo processo il suo essere emblematico di come, nella citta' di Milano, vi sia un accordo non scritto che permette che una parte della magistratura milanese divenga vero e proprio arbitro nella gestione politica delle attivita' relative a una parte della citta', centri sociali ma non solo. Vuol dire rivendicare percorsi politici che in questi anni sono stati portati avanti nella denuncia di come questa sia una giustizia di classe, forte con i deboli, debole con i forti. Vuol dire riconnettersi al passato, alle centianaia di detenuti politici ancora in carcere dagli anni '70, e rivendicare liberta' per loro e per i movimenti a venire. Vuol dire parlare di AMNISTIA, non per gli inquisiti di tangentopoli ma per quelle migliaia di persone che lottano per un presente migliore e per un futuro diverso. Vuol dire parlare del carcere, della sua incompatibilta' con i malati di Aids, delle sue condizioni di invivibilita'.

Essere al fianco di Luca e dei suoi coimputati vuol dire che facciamo nostro questo processo, che e' un processo agli antirazzisti di questa citta', e che ci sentiamo tutti processati insieme a loro.

SPRIGIONARE IL FUTURO - LUCA LIBERO!

MERCOLEDI' 4 FEBBRAIO - ORE 9,30 - VII SEZIONE PENALE DEL TRIBUNALE DI MILANO: PRESENZA IN AULA ALL'UDIENZA DEL PROCESSO A LUCA

Centro Sociale Leoncavallo