QUESTURA DI MILANO
Divisione Investigazioni Generali
Operazioni Speciali

Milano 12.09.94

Alla PROCURA della REPUBBLICA
c/o il TRIBUNALE ORDINARIO
(Sost. Proc. POMARICI Dr. Ferdinando)

Alla PROCURA della REPUBBLICA
c/o il TRIBUNALE per i MINORENNI

e, per conoscenza

Alla PROCURA della REPUBBLICA
c/o la PRETURA CIRCONDARIALE

Alla DIVISIONE ANTICRIMINE

Nel pomeriggio di sabato 10 settembre si e' svolta nelle vie di Milano la preannunciata manifestazione delle "opposizioni sociali" promossa e organizzata dal Centro Sociale Leoncavallo.

L'intera riunione, documentata dalle relazioni di servizio che si allegano, si e' contraddistinta fin dal suo inizio per il suo carattere fortemente e incontestabilmente sedizioso. I manifestanti, circa 10.000, provenienti anche da diverse citta' italiane, si sono mossi in corteo verso le ore 16.30 partendo dal concentramento di Porta Venezia per percorrere viale Maino, viale Bianca Maria, piazza 5 Giornate, corso di Porta Vittoria, via Visconti di Modrone, via San Damiano, via Senato e piazza Cavour, luogo di previsto scioglimento della riunione.

Alla testa del corteo si sono subito poste le rappresentanti dell'Associazione Mamme del Leoncavallo", seguite a breve distanza da un manipolo composto da una cinquantina di minacciosi militanti del centro sociale, integralmente travisati con fazzoletti, sciarpe, caschi, cappucci e tute di polipropilene di colore bianco.

L'ormai ricorrente repertorio di slogans "leoncavallini" ("POLIZIA BASTARDA, POLIZIA ASSASSINA" , "DIGOS BOIA" , "FORMENTINI BOIA", "BOSSI, FINI FORMENTINI FARETE LA FINE DI MUSSOLINI") non ha mancato anche questa volta di accompagnare la marcia dei manifestanti, contribuendo insieme alla presenza dei militanti travisati, alla minacciosa esibizione di numerose aste di bandiere (di fatto all'esibizione di bastoni) e a un primo lancio di sassi e bottiglie di vetro (effettuato all'imbocco di viale Maino), a surriscaldare la situazione e a porre le basi per una pericolosa turbativa dell'ordine pubblico.

Lo stato di palpabile e consistente tensione presente tra i manifestanti ha costantemente accompagnato la marcia degli autonomi, raggiungendo i suoi picchi piu' elevati durante il transito del corteo di fronte agli obiettivi considerati piu' sensibili ( cos' la Prefettura, il Palazzo di Giustizia, le grandi arterie che collegano il percorso con il centro cittadino).

Per tutta la durata della manifestazione i leaders del centro sociale hanno fatto uso di alcune apparecchiature per l'amplificazione della voce piazzate su un furgone, per denunciare il "FASCISMO DELL'AUTORITA' CHE CI VIETA DI MANIFESTARE COME NOI VOGLIAMO".

In diverse occasioni, e da ultimo all'imbocco di via San Damiano, i due piu' noti portavoce del C.S. Leoncavallo, i noti F.Daniele e G.Riccardo hanno urlato la loro rabbia ai "compagni" del corteo invocando la "LOTTA PER LA DEMOCRAZIA DIRETTA" e affermando testualmente che "IL CORTEO, CHE GLI PIACCIA O MENO, PROSEGUIRA' FINO A PIAZZA DUOMO" (il Questore di Milano, infatti, gia' da venerdi' 9 settembre aveva provveduto a notificare ai promotori della riunione che la loro presentazione di preavviso di manifestazione - che prevedeva il passaggio per via Manzoni, piazza della Scala e piazza Duomo - doveva ritenersi accolta fino al raggiungimento di piazza Cavour, luogo in cui i manifestanti avrebbero dovuto sciogliersi).

Verso le ore 18.00 (in precedenza i manifestanti avevano lanciato numerosi razzi e grossi petardi contro le forze dell'ordine che presidiavano dall'esterno il Palazzo di Giustizia) la testa del corteo ha raggiunto piazza Cavour, dove diversi contingenti di forza pubblica bloccavano l'accesso alle vie Manzoni e Fatebenefratelli.

Qui i militanti dell'"opposizione sociale", fedeli alle loro promesse, hanno tentato di forzare il blocco di via Manzoni senza pero' riuscire a sfondare, nonostante un nuovo e fitto lancio di grossi sassi, bottiglie e razzi, lo schieramento di polizia, deciso e compatto nell'arrestare, senza impiego di mezzi coercitivi, la marcia degli "antagonisti" (in questa prima circostanza, un blindato della Polizia di Stato e' stato seriamente danneggiato dal lancio dei citati oggetti). Alle 18.30, quando i manifestanti sembravano volersi disperdere allontanandosi in direzione di piazza della Repubblica, si sono verificati i primi seri incidenti. In via Turati, infatti, la testa del corteo, composta da un centinaio di agguerriti autonomi travisati e armati di spranghe di ferro e "sampietrini", ha mosso all'assalto del ridotto contingente di forza pubblica posto in prossimita' della sede dell'A.C. MILAN, costringendolo ad arretrare dopo una breve ma inutile resistenza.

Il rapido successo ha imbaldanzito i delinquenti dell'autonomia che hanno proseguito la loro avanzata verso largo Donegani puntando direttamente contro la sede del Consolato degli Stati Uniti d'America. La battaglia ha infatti raggiunto nelle immediate vicinanze del Consolato la sua fase piu' cruenta. Con estrema fatica le forze dell'ordine, con l'ausilio di alcuni lanci di candelotti lacrimogeni e sotto un'autentica pioggia di pietre di grosse dimensioni che colpivano diversi poliziotti e Carabinieri, sono riuscite a far indietreggiare sino a piazza della Repubblica i rivoltosi, che nel frattempo avevano ridotto l'intera via Turati in uno stato di assoluta e desolante devastazione.

Cosi' come riportato dai rilievi fotografici e filmati della Polizia scientifica e dalle immagini trasmesse da tutte le reti televisive pubbliche e private, in via Turato sono state danneggiate, rovesciate in mezzo alla sede stradale e addirittura date alle fiamme alcune autovetture, distrutte le vetrine di negozi ed esercizi commerciali, sollevata in piu' parti la pavimentazione stradale composta dai cosiddetti "sampietrini".

In piazza della Repubblica le forze di polizia hanno operato alcune cariche per disperdere e allontanare dalla zona dei disordini i manifestanti ancora presenti, riuscendo nel contempo a bloccare alcune tra le persone che avevano partecipato all'intera manifestazione. Verso le ore 19.30 la ritirata ""strategica" dei "leoncavallini" si e' infine conclusa in via Watteau n. 7, dove i responsabili dei violenti disordini hanno trovato riparo all'interno della sede del Centro Sociale Leoncavallo.

Notizia degli avvenimenti descritti e' stata comunicata al Sost. Proc. c/o il Tribunale, dr. Musso Marcello e al Sost. Proc. c/o la Pretura dr. Fratelli Filippo. Servizi di riservata vigilanza e osservazione disposti dallo scrivente Ufficio hanno consentito a personale dipendente (per tutti il Commissario Baffi Carlo, il Sovrintendente capo Calani Sebastiano, il Vice Sovrintendente Martino Giovanni, l'Assistente Esposito Vincenzo, l'Assistente De Rosa Giuseppe) di riconoscere tra i partecipanti alla radunata sediziosa le persone, tutte note all'Ufficio, che sono state indicate in oggetto con i numeri progressivi da 1 a 67.

Cosi' come riferito sopra, inoltre, in piazza della Repubblica, e successivamente in via Sammartini e in via Zuretti, le forze dell'ordine hanno raggiunto, e quindi accompagnato in Questura per i previsti adempimenti di legge, altri manifestanti che avevano preso parte alla riunione (si vedano in tal senso gli allegati verbali di identificazione ed elezione di domicilio), mentre altri ancora sono stati identificati prima e durante lo svolgimento del corteo.

L'emittente "Radio Popolare" (qui sedente in via Stradella n.5) ha trasmesso sabato pomeriggio una diretta sullo svolgimento dell'intera manifestazione, dal suo inizio ai Bastioni di Porta Venezia agli incidenti in via Turati, largo Donegani, piazza della Repubblica. Nel corso della trasmissione, aperta all'intervento telefonico degli ascoltatori, sarebbero stati diffusi durante la fase degli scontri, alcuni messaggi relativi al posizionamento delle forze dell'ordine e alla strategia da utilizzare per renderle "inoffensive". Per quanto precede, e per una piu' efficace integrazione degli elementi conoscitivi gia' a disposizione di questo Ufficio, si inoltra a codesta Procura della Repubblica formale richiesta per ottenere l'acquisizione dei nastri relativi alle citate registrazioni.

(...)

I diretti responsabili degli incidenti, da identificare compiutamente attraverso l'esame della documentazione fotografica e filmata effettuata dal personale del Gabinetto regionale di Polizia Scientifica, e tra i quali devono senza alcun dubbio rientrare tutti quelli che hanno indossato la gia' citata tuta bianca di polipropilene, verranno successivamente segnalati a codesta Procura della Repubblica, alla quale pertanto vengono inoltrate in questa prima fase soltanto le segnalazioni relative alla violazione dell'art. 655, commessa indistintamente da tutte le persone sopraindicate.

Verranno quanto prima trasmesse le denunce sporte negli Uffici di Polizia della citta' dalle persone che hanno subi'to danneggiamenti per effetto degli incidenti scatenati dagli autonomi.

Il loro numero e la loro consistenza contribuira' a fornire una quadro piu' dettagliato sullo svolgimento dei fatti.

(...)

Riferimento e comunicazione del Commissario della Polizia di Stato
Baffi dr. Carlo