"LE STRAGI DI STATO" -
ASSEMBLEA ORGANIZZATA ALL'UNIVERSITA' STATALE DAI COMPAGNI DEL C.S. LEONCAVALLO - Milano, 11 Dicembre 1989
INTERVENTO DI UMBERTO GAY, GIORNALISTA DI RADIO POPOLARELa mancanza di Primo Moroni oggi è determinante perchè lui evidentemente dal punto di vista di preparazione politica e anche da un punto di vista generazionale rappresentava la lettura critica della sinistra di classe che proprio s'è sincrinizzata, concretizzata, a partire dal '69 e che rappresenta secondo la cosa più importante, e che giustamente come veniva detto adesso manca, vi ricordo solo un fatto prendendo a pretesto un voltantino distribuito oggi che annuncia anche la manifestazione di domattina, dopo le prime righe si dice, facendo riferimento a Piazza Fontana, "il convincimento di parte dei poteri dello stato, che solo istituzioni forti, autoritarie, potessero contenere l'ondata di lotte" e così via.Questo secondo me, e lo dico anche perchè siamo in una situazione in cui possiamo dibattere un pochettino tra di noi oltre che - come diceva il compagno - colmare dei vuoti, è bene che venga segnato subito come uno degli errori dei limiti che la stessa sinistra ha avuto nell'affrontare il problema dello stragismo. Questo perchè ormai vent'anni di stampa esistono dei dati di fatto che, se vogliamo continuare a nasconderci continuiamo appunto a parlare di stato autoritario, che non è una falsità, ma è solo una parte molto parziale della verità e di quello che si nasconde dietro le stragi, piuttosto che continuare a pensare che le stragi sono una cosa che hanno fatto parte di un periodo storico italiano e che adesso non ci siano più, e io invece dopo vi sottolinearò come le strutture, le stesse identiche che si sono mosse nel corso degli anni '70 non solo esistono ancora adesso, anche perchè noi non abbiamo vinto e apparentemente sta nno vincendo gli altri, ma che funzionano operativamente anche da un punto di vista militare, stragistico. Piuttosto che pensare, come fa per esempio l'avvocato Calvi del partito comunista non più tardi di una settimana fa al Lirico, sostenendo che dal 1870 ad oggi le stragi hanno tutte un filo conduttore legato alla mafia, che poi non è altro che l'altra parte della medaglia di quello che dice l'alto commissario Domenico Sica che parla di creare una sorta di super procura nazionale che si occupa di mafia perchè da questo riusciremmo a capire anche le stragi. E' questo il più raffinato tentativo di andare a nascondere e nello stesso tempo mantenere accesi quei meccanismi, quelle macchine che in realtà in uno stato moderno in qualsiasi momento si possono muovere, non solo più da un punto di vista politico e di ricerca del consenso, ma da un punto di vista militare. Però questa possibilità di lanciare queste parole d'ordine da parte dello stato, è garantito dal fatto che noi per tanti anni, e molti ancora, si continui a pensare che le stragi sono state fasciste, fatte nell'ambito di una strategia che voleva far sì che in Italia si creasse lo stato autoritario, con le istituzioni forti. A mio modo di vedere, ed è un argomento di dibattito che vi propongo non è questo, in realtà è esattamente il contrario. Passare da un regime di tipo democratico, prendiamo letteralmente un attimo per buona questa parola, ad uno stato autoritario, pretende una destabilizzazione del sistema - sia pure in termini di destra. Il primo punto che io vi pongo in discussione è questo invece: che tutte le stragi, tutte, nessuna esclusa anche quelle fallite, fanno parte di un piano di stabilizzazione del sistema, non di destabilizzazione, che in Italia - dal dopoguerra in avanti - nessuno dentro il sistema ha pensato di fare un golpe, di fare una dittatura in Italia. Lo stesso golpe Borghese, che è stato operativamente tentato, ormai nelle letture più approfondite e secondo me di sinistra, appartiene a quella categoria di golpe per cui settori del potere hanno mostrato ad altri settori del potere cosa, volendo, erano in grado di fare, e che al'ultimo minuto hanno fermato, quando le truppe - diciamo armate - erano già entrate a Roma, ed erano già entrate addirittura nell'armeria del ministero degli interni. Contrordine: tutti indietro. Allora strategia di stabilizzazione. Perchè? Qualcuno ha detto, parlando di Piazza Fontana, mi pare che è stato Adriano Sofri, che Piazza Fontana è stata per tutti la perdita dell'innocenza. Sembra una frase d'effetto ma secondo me invece è tra le frasi intelligenti degli ultimi anni, che non sono moltissime dati i suoi cambiamenti, questa per me è profondissima. Perchè? Perchè Piazza Fontana ha mostrato a tutti due cose essenzialmente - che non c'entrano con i neri, con i fascisti -. Primo: che le lotte del biennio '67-'69 erano lotte che veramente, quelle sì, destabilizzavano il potere. Perchè erano lotte operaie, lotte dell'intera società. Il movimento studentesco che girava in queste aule era un piccolo tassello, quello forse più eclatante, più appariscente, ma quello che disturbava erano le lotte dei contratti, gli scioperi degli operai, che - non a caso - nell'autunno del '69 raggiungono il loro culmine. Quindi la storia di Piazza Fontana prima di tutto è: queste lotte ci fanno veramente paura. Il secondo punto è: vi rispondiamo tra le altre cose esattamente con una strategia di questo tipo. Non solo più di ricerca di consenso ma anche vi mostriamo il nostro volto militare del potere. E non lo mostriamo tanto agli operai che scendono nelle piazze o ai gruppi della sinistra rivoluzionaria, ma al partito comunista e al partito socialista. Alt, perchè se non è alt vi prendete la responsabilità voi del fatto che noi ci sentiamo autorizzati ad andare avanti con le bombe, da questo momento in avanti. E' infatti questo è il risultato che viene ottenuto. Come dirò dopo, le stragi non si possono prendere in un unico calderone. Ci sono due fasi ben distinte, che non sono assolutamente mischiabili, i cui significati sono profondamente diversi. Da piazza Fontana, e qualcosina prima, all'Italicus, e quindi '74, da una parte; dall'altra parte Bologna e la strage di Natale dell'84. Sono due cose completamente diverse, due strategie, due messaggi, due fini, protagonisti e soggetti completamente diversi che non possono essere mischiati. E naturalmente qui faccio una parentesi. Do' per scontato che il nostro problema di discussione politica non è capire se la bomba l'ha messa uno con la svastica tatuata sul petto piuttosto che, come ho detto in un'altra assemblea, un impiegato dello stato. Non ce ne frega niente dell'esecutore materiale, evidentemente, che possono essere appunto di questi due tipi: o impiegato dello stato o nazista particolarmente fanatico. Stiamo parlando dei meccanismi politici e della concretizzazione del peso che hanno avuto all'interno della società. Quando siamo al '69 e c'è piazza Fontana ci troviamo di fronte, e qui io parlo dello stato, parlo del potere, non parlo dell'internazionale nera, non parlo di Stefano Delle Chiaie e di avanguardia nazionale che sono stati da un certo punto di vista il primo sette aprile di questo paese, perchè era comodo fare così perchè avevano tradito, erano passati da settori di destra legati al sistema, con cui facevano convegni di studi piuttosto che organizzavano l'internazionale nera con gli studenti greci, i colonnelli greci, in Portogallo, in Sudamerica, ma ad un certo punto si erano posti in chiave antisistema, e da questo momento, da subito, dal giorno dopo piazza Fontana, mentre partiva la pista rossa sugli anarchici e Valpreda, di sottofondo a Roma si preparava la pista nera, Delle Chiaie e roba di questo tipo, che oggi noi sappiamo anche d a un punto di vista processuale essere non solo non sicura e non verificata, ma falsa, cioè creata a tavolino dai servizi segreti. Io oggi parlo del potere perchè penso che il problema dello stragismo sia un problema che a noi debba essere posto rispetto al potere del '69, mediante il movimento delle stragi, ma di adesso. Quel filo conduttore che io voglio fare, non una lezione di storia sullo stragismo, ma un dibattito, una discussione di attualità politica perchè se no anche noi domani mattina domani pomeriggio siamo a fare le commemorazioni, diverse dagli altri, con qualche sfumatura diversa, ma se la chiave non è la chiave di critica al potere, è una commemorazione come le altre. Il problema del '69, del potere italiano, è di dar vita a dei meccanismi che avvengono solamente in Italia in tutto l'occidente perchè l'Italia è un paese in quel momento di trasformazione, in una fase epocale, che si manifestano fenomeni di opposizione e di rivolta assolutamente unici, non c'entrano un cazzo con gli studenti d Barkley americani o con le manifestazioni degli hyppies a Londra, che son cose che il potere può rendere compatibili, può assorbire, anche se contengono degli elementi di critica profonda, dal punto di vista esistenziale. In Italia c'è la lotta sociale, ci sono gli strati sociali di popolazione, di proletariato in piazza che non chiedono l'aumento salariale, chiedono il potere. Ci troviamo di fronte a un gesto, quello della strage di piazza Fontana, che come vi dicevo ha due messaggi, e la spia d'allarme di quanto siano forti queste lotte e in secondo luogo è un deterrente forte nei confronti soprattutto della sinistra istituzionale del partito comunista che non a caso ogni qual volta succederà una strage fino al '74, in quel momento si ferma e invece di andare in avanti nella sua protesta, nella sua ipotesi alternativa e così via, va' indietro e si ferma e fa partire i meccanismi di volta in volta o della mediazione sociale, o del compromesso storico e poi più avanti della solidarietà nazionale. Di quelle che sono il primo esperimento di effetti speciali in uno stato come l' Italia, Piazza Fontana è la prima volta in cui il potere e i suoi apparati si confrontano con metodi di questo tipo e come voi tutti sapete adesso la gestione è abbastanza grossa, la cosa di Valpreda, Pinelli, le stesse piste che si accavallano e vengono smentite danno la dimostrazione di un potere che non è ancora bravo, l'unica cosa che riesce a fare molto bene sono i depistaggi e i ritardi processuali, che poi risulteranno comunque la cosa più convincente. Non si può pensare, come invece dice il voltantino, che sia una strategia militare finalizzata a una svolta di tipo autoritario, e questo per un motivo molto semplice che bisogna sapere perchè è uno dei motivi di attualità, che legano la nostra situazione di adesso con il '69 per esempio. L'Italia è sottoposta a protocolli rigidi, quanto segreti, fra i servizi di sicurezza italiani e i servizi di sicurezza americani. Questo non vuol dire che la CIA, semplicemente, o qualsivoglia organizzazione americana sovrasta quella italiana perchè questo è banale. C'è qualcosa di più di cui nessuno ha mai reso conto politicamente da nessuna parte. Esistono dei protocolli segreti tali per cui sopra ai nostri servizi di sicurezza esistono altri servizi di sicurezza che coordinano i servizi di tutti i nostri apparati dello stato. Cercherò di spiegarmi bene. Si tratta di servizi di sicurezza legati al coordinamento che c'è a Bruxelles della Nato, si tratta di uomini dei nostri servizi che contemporaneamente fanno parte di questi altri servizi. Questi altri servizi, legati alla Nato, hanno compiti esclusivamente operativi in un'unica chiave: quella di non far andare la sinistra al governo in questo paese. Il problema, comunque noi vediamo il pci in questo momento, per loro è attuale nel '69, ed è attuale adesso. Di fatti i protocolli segreti, questi segreti che sono internazionali, devono rendere conto in Italia, solamente al ministero della difesa e al presidente del consiglio e a nessun altro. Tutte le commissioni parlamentari e tutti i processi che hanno trattato di stragi, hanno avuto momenti in cui ex capi dei servizi segreti italiani si fermavano e dicevano "non posso più parlare" se non vengo svincolato da questo tipo di condizionamento, obbligo a tacere, che non mi viene dal mio servizio segreto ma da quel servizio segreto. Nessuno ha mai approfondito questa cosa, ed è una delle chiavi di volta perchè io ho parlato -state ben attenti- di un servizio operativo, non vuol dire raccolta di informazioni, vuol dire di volta in volta trovare i soggetti, i meccanismi, quei motori che riescono a fare questa cosa o quell'altra cosa. Di volta in volta collegati a questi settori del potere o a quest'altri settori del potere. Non è una favola, questo è un'argomento di ricerca, di studio e di vigilanza, perchè tuttora - e vi faccio un esempio - per diventare presidente del consiglio o ministro degli esteri o ministro della difesa in Italia, devi avere l'avvallo o l'assenso di questi organismi internazionali, perchè se no sei un ministro della difesa che però non ha lo speciale pass, ha un nome stranissimo però di fatto è un nullaosta per entrare in alcune stanze dei servizi segreti occidentali. Evidentemente se tu sei, non so, Luigi Berlinguer ministro ombra del pci o Aldo Tortorella e diventi ministro degli interni in un futuro governo di coalizione nazionale italiana, sei comunque del partito comunista, per lungo tempo la Nato non ti da questo nullaosta per entrare in determinati uffici o in determinati organismi, quindi strutture operative in grado di agire e di condizionare, e strutture di valutazione politica. Questo determina il fatto di prendere decisioni e determinare situazioni aldilà dello svolgimento della normale attività politica o conflitto sociale presente in Italia. Ed è un problema, ribadisco e chiudo su questo punto, che c'era allora e c'è adesso, e che tra l'altro è una chiave di lettura, che ho appena accennato, che tra l'altro può spiegare anche tante altre cose come alla fine vedremo. Vi parlo di queste due fasi dello stragismo per buttare il più possibile i dati di conoscenza addosso che possono servire poi a un dibattito, a una riflessione. Da piazza Fontana, con annessi e connessi, al '74, in cui in mezzo ci sono due cose un molto anomale, di cui dopo sarà utile fare un breve passaggio, che sono Peteano e la strage di Brescia che hanno alcune caratteristiche un po' strane, e la strage di Bologna alla stazione e la strage di Natale del 1984 che sono un'altra cosa. I dati caratteristici della prima fase dello stragismo, oltre a quello che vi ho detto finora. Allora la creazione di uno stato di tensione nel paese per disinnescare le lotte e l'avanzata della sinistra, spinge il partito comunista in prima persona a rallentare, a non avere il coraggio di andare oltre, letteralmente questo, in termine di azione politica e parole d'ordine che lanci. Un deterrente profondo sull'opinione pubblica e sulla gente anche a livello inconscio, emotivo, che porta molte persone a frenare la propria spinta radicale di trasformazione e altri strati a dondolare un po' e alla fine scegliere, richieste di ordine, di compattezza, di leggi speciali, di leggi d'emergenza, in qualche maniera, non stato forte, ma uno stato che mantiene la sua essenza "democratica" ma si dota di strumenti forti, che sono due concetti diversi. Terzo: qualcuno analizzando le stragi dice quale possibile collegamento hanno dei fatti che succedono a tempi così distanti uno dall'altro, uno nel '79, due nel '84, uno nell'80? Questi invece è un dato caratteristico e determinante appunto, non è una strategia che punta al golpe, per cui alla ventesima strage i militari si incazzano e dicono basta, chiuso, e questo - tu capisci dopo - è una cosa studiata, l'ha già fatto il fascismo in Italia una cosa del genere. No, gli episodi sono molto estemporanei, apparentemente non legati tra di loro, prima una banca, poi dei treni, poi una piazza, una stazione ferroviaria, poi di nuovo un treno dopo 12 anni, non si capisce apparentemente nessun tipo di legame e invece questo è un dato determinante, capire che appunto non è la strage una strategia, c'è una strategia più complessiva dove ogni tanto spunta fuori lo strumento della strage, quindi al di là del dolore, del dramma, della t ragedia, della paura, della necessità di rispondere a eventi di questo tipo, noi dovremo più preoccuparci di tutto quello che ci opprime dopo dello scoppio della bomba, perchè capiamo che non è la bomba la strategia, la bomba è un'arma, uno dei vari tasselli di una strategia piugrave; complessiva. Un altro dato determinante, che ci dovrebbe far pensare e far escludere complentamente che non è un problema di golpe, o di scontro faccia a faccia nero contro comunisti, è un problema che, tranne per un'occasione che è piazza della Loggia a Brescia ma appunto vi dirò che c'è qualcosa che non quadra, nessuna strage è diretta verso obiettivi politici precisi, tante per metterla sul ridere nessuno avrebbe messo una bomba in un'assemblea di questo tipo, la fai in una banca, dove c'è gente che fa affari, quindi c'è piccola, media, magari addirittura pure ricchi, la fai sul treno o in stazione ferroviaria che vuol dire proprio la cosa più interclassista possibile e immaginabile, quindi non scegli mai un soggetto politico preciso. Questo lo ascrivi invece a un altro livello di scontro, quello dello squadrismo, che in tutte le città d'Italia, contemporaneamente alle stragi, parallelamente, non insieme alle stragi, necessariamente non ins ieme, agiva e si muoveva, e qui non vi devo ricordare niente perchè lo sapete quanto me. Quindi estemporaneità e contemporaneamente obiettivi precisi, questa bomba è di destra contro i rossi, piuttosto che nessun tipo di firme e di rivendicazioni. Allora voi dite, nel '69 magari non si usava, ma più avanti si, nessuno ha mai firmato una strage e nell'ipotesi che fosse una strategia nazista, fatta da gruppi nazisti nell'ambito di una strategia tesa alla svolta autoritaria, non si capisce per quale motivo uno che ha la faccia di andare a mettere una bomba in una stazione ferroviaria non se la debba rivendicare in qualsivoglia maniera. Invece non appare mai nessuna firma, anzi tutti quelli che - magari a parole - teorizzavano addirittura oltre questo livello come Freda - invece si difendono strenuamente ai processi al punto tale da essere assolti, Freda che non è del FBI sono due cose diverse. E Freda che è l'unico neonazista - permettetemi l'inciso - su cui esistono indizi, qualcosa di più di indizi, che avrebbero potuto invece inchiodarlo alla colpevolezza della strage di Piazza Fontana, e invece ce la fa. Quarto dato, minore se volete, che però ha un suo senso. Nell'ambito di questa strategia complessiva che naturalmente ha come obbiettivo principale la non trasformazione in senso progressista del paese, comunque anche la criminalizzazione da subito dei settori della destra antisistema, e guardate che per il potere di adesso, per la democrazia cristiana, l'estrema sinistra piuttosto che certi settori dell'estrema destra non fa molta differenza, sono passati questi tempi. Non a caso ci sono i gruppi anche radicali di destra, adesso, leggendo qualsivoglia loro pubblicazione, si capisce la loro carica comunque antisistema e di critica radicale. Per il potere attuale tra l'estrema sinistra e l'estrema destra, neanche come due opposti estremismi ma proprio come fonte di fastidio, di cosa eliminare, di cosa non compatibile è la stessa cosa, in quel momento nel '69, un raggrupamento come Avanguardia Nazionale, proprio perchè veniva invece da un momento di alleanza col sistema e con i massimi vertici militari e d'intellighenzia politica, rappresentava un pericolo. E non a caso dal giorno dopo piazza Fontana si prepara una pista come il 7 aprile. Adesso, voglio dire, non è che sto paragonando due soggetti diversi, ma come meccanismo del potere. Questo è un altro dato costante di tutte le stragi. Dopo ogni strage - tranne che per Piazza Fontana - la pista proprio dagli uomini del potere, immediatamente terrorismo fascista, subito. E anche questo ci deve far pensare in qualche maniera. Sesto punto: dopo ogni strage cosa succede, scatta un meccanismo in cui sempre di più lo stato si può permettere di allestire apparati, metodi, prassi e modi di gestione, che poi non è che smonta. Cioè nel '74 c'è l'Italicus, reagisce in una certa maniera con l'avvallo della popolazione, ha il movente, per anche magari far scattare leggi di un certo tipo o metodi di un certo tipo e prassi giudiziarie che non stanno nè in cielo nè in terra, e poi dopo finito il problema smonti le cose. No, questi meccanismi restano e come voi sapete anzi si sviluppano e si rapportano. Tra l'altro sono gli stessi meccanismi, sempre più sofisticati, perchè noi ci ricordiamo la rozzezza della gestione di Piazza Fontana da parte dello stato, piuttosto che la gestione di Pinelli, per cui si raccontano le palle tra di loro. ...... Perchè? Non lo sa nessuno. Mettono una bomba su un treno che tra l'altro doveva scoppiare in una galleria mentre passava un altro treno, e non è successo per caso, quindi centinaia di morti previsti, non si sa perchè. Ipotesi: perchè così le forze dell'ordine distoglievano interessi dalle inchieste mafiose e la ributtavano sul terrorismo. Demenziale evidentemente, però questi sono stati condannati all'ergastolo quindi sono loro i colpevoli della strage, ed è falso. Oppure se invece sono stati loro, ci deve essere spiegato il perchè, perchè non è che stiamo parlando di innocenti mandati in carcere, stiamo parlando di Pippo Calò e personaggi di questo tipo, però ci deve essere spiegato il perchè. Soprattutto la strage dell'84, il processo di quest'anno, a cinque anni di distanza - vi do' quest'annuncio pubblico - si avvera una profezia. Alle tre del mattino di quella notte dello scoppio, quindi il 23 dicembre dell'84, alla stazione di San Benedetto Valdisangro, arrivano i rottami del treno e cominciano a scaricare i resti dei corpi, arriva il ministro Signorile, socialista e all'epoca ministro dei trasporti, si pensi nell'84, si è sempre parlato di stragi nere, alle tre del mattino dichiara davanti ai giornalisti "Si tratta di una strage terroristica-mafiosa". Mistero di dio. Alle tre del mattino della notte dello scoppio, 5 anni dopo finisce il processo e vengono condannati i mafiosi, i camorristi che poi sono tutti fascisti, si è avverata la profezia e siamo a posto. Il problema serio è che dopo ogni strage vengono create delle strutture e dei meccanismi negli apparati dello stato che poi rimangono e sono quelli che diventano sempre più sofisticati, in modo tale che riescono a gestire dopo ogni strage perfettamente la situazione. Per cui la strage al 904 l'han fatta i mafiosi-camorristi non si sa perchè ma l'han fatta loro. La strage di Bologna l'han fatta Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, sa la madonna perchè. Questi sono rivoluzionari - per cazzi loro non c'entrano niente con noi, sono nostri nemici ma il loro comportamento di una vita è indiscutibile da questo punto di vista e prima di poter provare che Giusva Fioravanti ha ammazzato Piersanti Mattarella in Sicilia per ordine della mafia e che sono andati lui e Francesca Mambro a mettere la bomba alla stazione di Bologna, devi scrivere 50 libri per motivare questa cosa qua, e invece la gestione del potere e, io sono convinto che tre quarti delle persone che sono qui in buona fede possono ritenere che Francesca Mambro e Fioravanti sono gli autori della strage di Bologna, invece la gestione del potere e le nostre deviazioni semplicistiche sull'antifascismo su cui siamo cresciuti tutti, io per primo, determinano anche una situazione di questo tipo, per cui non ha neanche bisogno più di depistare o di ritardare i processi come è avvenuto per Piazza Fontana, ma lo gestisci immediatamente. Gli ordini di cattura partono il giorno dopo, le fotografie dei presunti colpevoli ci sono immediatamente, non importa gestire e spiegare politicamente il perchè per cui attenzione. E' assurda la sentenza del processo di Firenze, non ci spiega niente, ma quella di Bologna è ancora peggio. Parte con l'imputazione di strage per Gelli, Delle Chiaie, i servizi segreti deviati e alla fine i fascisti, e alla fine tu dici posso non essere d'accordo ma è una linea, c'è un capo che per cazzi suoi avrà avuto il suo movente, decide di fare una strage, contatta Delle Chiaie il quale contatta Fioravanti e la Mambro, e parallelamente i servizi segreti deviati coprono il tutto. No, perchè la sentenza ci dice che della strage sono colpevoli la Mambro e Fioravanti, tutti questi altri associazion siva che non c'entra un cazzo con la strage. E allora non c'è neanche più la possibilità di quest'ipotesi. S'intende che però viene gestita benissimo la cosa e su questo meriterebbe un'assemblea unica il ruolo del partito comunista e della sinistra - leggete il sabato dei ciellini che sono più bravi di noi da questo punto di vista. L'ultimo dato, che c'è sempre, in tutto questo discorso di stragi dal '79 al '74, imporre e creare sull'intero territorio nazionale la presenza di un pericolo, un qualcosa che si muove, lo stragismo e il burattinaio dello stragismo, che però non riesce a individuare, non riesce ad indicare, non te ne frega niente se qualcuno dice che è stato il potere, perchè il ceto politico riesce a trovare metodi per assolversi e per pararsi il culo incredibili, quindi però crei il problema su cui noi abbiamo fatto centinaia di manifestazioni, per cui fino a pochi anni fa le sedi da bruciare erano comunque e sempre quelle dell'Msi mai quelle della democrazia cristiana. Quindi il pericolo in ogni caso era quello, quelli che comunque c'entrano con le stragi perchè le stragi son fasciste. Guardate lo schematismo e le fette di prosciutto sugli occhi a volte dove portano. E' questo è uno degli obbiettivi determinanti che si sono effettuati e il guadagno che il potere si è portato a casa. Il nemico è ancora l'antifascismo, le forze reazionarie oscure, il ceto politico invece si muove tranquillamente per fatti suoi. Salto Peteano e Brescia. Comunque Peteano è la famosa strage di 3 carabinieri con la macchina che salta, adesso fino a qualche anno fa sembrava inserita in qualche maniera in questo percorso, invece noi adesso sappiamo che incredibilmente è stato il tentativo da parte di alcuni neo fascisti legati ad avanguardia nazionale, fuori da rapporti col potere e con i servizi segreti, che facendo questa strage mirata ai carabinieri proprio per dire ci siamo anche noi e non siamo tutti collegati e pagati dalla CIA, quindi un caso a se stante per la verità. La strage di Brescia merita un passaggio solamente per questo: è l'unica strage che ha un obbiettivo politico preciso. Non hai messo una bomba in mezzo alla strada, hai messo una bomba dove a Brescia finiscono sempre le manifestazioni sindacali, democratiche e popolari. E' vero che c'è chi dice che il cestino dei rifiuti dove è stata messa la bomba era di fianco alla colonna di fianco a Piazza della Loggia, come qui a Milano l'Arengario per intenderci, dove sempre per servizio di ordine pubblico si mettevano i carabinieri e che quel giorno siccome è cominciato a piovere i carabinieri si sono spostati per far defluire sotto i portici a ripararsi dalla pioggia la gente. Per cui c'è questo dubbio storico che non è mai stato chiarito, se quella bomba fosse contro i carabinieri, se ne morivano venti questo avrebbe creato sicuramente dei problemi data la realtà dei carabinieri e del quadro politico, oppure se questa era diretta alla manifestazione. Sta di fatto che questa avviene nel corso di una manifestazione sindacale, quindi questo è indiscutibile. Brescia è l'unica città dove c'è una presenza neo-fascista analoga a quella che potevano essere i sanbabilini a Milano, e dove ci sono collegamenti tra questi neofascisti e settori della malavita locale, verificati. E' la città dove i rapporti tra neo-fascisti bresciani e neofascisti milanesi sono molto forti, alcune aree del neofascismo milanese. Quindi in realtà rimane il dubbio che Brescia possa essere anche questo, non come Peteano ma un caso a sè stante non inserito particolarmente in una strategia di più alto livello come quella che ho descritto finora, ma inseritosi un po'dall'esterno come meccanismo più a basso livello, più strettamente politico, dove un settore della destra, locale o comunque lombardo decide di fare una cosa del genere. Dentro questo però, sia per Peteano che per Brescia, c'è un dato che comunque in ogni caso lega anche questi due episodi così anomali a tutto il resto e cioè che, pensate proprio a Peteano dove c'è la sicurezza perchè c'è uno di Avanguardia Nazionale, che si chiama Vincenzo Vinciguerra, non pentito che si dichiara soldato politico, soldato rivoluzionario, che però è rientrato in Italia e si è costituito e ha detto sono stato io ma non mi pento, non ha fatto altri nomi o altro, solo per chiarire il fatto. Nonostante questa cosa sia per Peteano che per Brescia scattano immediatamente da parte dei servizi segreti e dei carabinieri i ruoli di copertura, depistaggio e disinformazione. Come se fossero stati loro, o piuttosto per dirla più onestamente, come se anche questi due fatti fossero nella strategia più vasta. In ogni caso, questa è la dimostrazione scientifica, del fatto che comunque queste strutture che fino dal '69 in avanti queste pratiche aveva adottato, c'erano funzionavano erano in grado di mettere in moto meccanismi autonomi, cioè partendo da questo, pur di sfruttare qualsivoglia cosa poteva arrivare dall'esterno. E finisco sulla seconda fase, che è Bologna e il 904, molte cose ve le ho gia dette prima facendo quella parentesi sui due processi. Schematicamente: Bologna avviene 6 anni dopo la strage precedente che è quella dell'Italicus, quindi dopo lunghissimo tempo e voi sapete come me quanto fosse cambiata comunque la situazione sociale e politica in Italia dal '74 all'80, siamo su un altro pianeta e non sto a soffermarmi. Avviene in agosto, mese notoriamente in cui non è il momento in cui è possibile dare particolare risalto, non tanto perchè ovviamente tutti ne parlano, quanto per cui immediatamente dopo c'è il governo che lavoro, c'è il parlamento che lavora, c'è una vita politica in attività, ma siamo in agosto e in Italia ha un significato preciso, eppure fai la più grande strage mai avvenuta in Italia il 2 di agosto. E' una strage che non stabilizza nè destabilizza. Io prima vi dicevo che la prima parte dello stragismo sicuramente non è destabilizzante, questa non è nè destabilizzante nè stabilizzante. Non si capisce, anche cercando con lanternino, un riferimento all'attualità politica dell'agosto '80 e dell'autunno '80, su che meccanismo, su quale realtà sociale e politica questa bomba potesse agire. Rimane un'ultima ipotesi che io non mi sento di scartare anche se diffido molto da queste interpretazioni, che la strage della stazione di Bologna come poi in parte quella del treno dell'84, abbia in parte la volontà di quel lato occulto del potere, che non vuol dire che è meno potere, che è meno rappresentativo, è il lato occulto del potere che a volte può essere una lobby, a volte si può chiamare gruppi di pressione, a volte si può chiamare Trilateral piuttosto che gruppo di Brademburgo, piuttosto che gruppo di Brhemen, piuttosto che Pidue o a seconda dei casi, ma tutti i paesi di democrazia occidentale hanno ben presente questa divisione tra potere pubblico e potere occulto che non è solo la massoneria coi cappucci, una volontà di questa altra metà del cielo del potere per mandare un messaggio preciso all'altra parte del potere o comunque pensate voi tutte le combnazioni possibili. Una cosa che per mia personalissima sensazione, si avvicina molto di più al golpe Borghese e a quello che vi dicevo prima, non effettuare il golpe ma qualcuno che dimostra ad altri, e stiamo parlando dei piani alti noi non c'entriamo, io sono in grado di fare questo e di bloccartelo, la prossima volta non te lo blocco, quindi dietro questo, finito l'evento di cronaca, noi non sappiamo cosa succede in forma di riassetto, di ristrutturazione, di spartizione e di patteggiamenti che avvengono, ma però questo è un dato che vi prego di ricordare ancora per 5 minuti, perchè poi arriviamo alla stretta attualità anche di Milano. La strage di Natale, del treno, ha queste stesse caratteristiche di Bologna cioè non stabilizzano e non destabilizzano, non ha movente neanche ad andarlo a cercare nella maniera più incredibile col lanternino perchè nel '69 potevamo credere che era il sig. Delle Chiaie anticomunista che andava in Piazza Fontana e metteva la bomba e che il potere ne approfittasse per far la caccia alle streghe. Nell'84 non c'ha mai creduto nessuno che ci fosse un movente politico che appariva chiaro anche se magari molto raffinato, non c'era e basta. Non stabilizza non destabilizza è privo di movente politico, l'unica cosa in più scatta una novità, ma mi sembra coerente con i tempi, entra in campo la mafia. Non tutta la mafia, quella che è già in carcere, attenzione, perchè qui in queste aule di assemblee di dibattiti sulla mafia non ne facciamo mai, poi parliamo delle ristrutturazioni industriali, dello sfruttamento ma tanto la mafia, non nel senso di quello con la lupara e la coppola, sto parlando della mafia del 2000 che rappresenta una vasta fetta dell'economia e della finanza della nazione, ma noi ce ne fottiamo perchè tanto come comunisti abbiamo l'ideologia. Entra in campo la mafia perdente cioè quei soggetti mafiosi che ho sono già in carcere, o sono già bruciati o sono camorristi di merda come Luigi Misso che regala ai suoi amici medaglioni col duce, un personaggio folkloristico. Questi li incarceri, come incarceri nel primo maxi processo di Palermo 400 sfigati di mafiosi, a parte qualcun altro che poi è iniquo, è praticamente una cassa integrazione, un turnover nell'ambito dell'azienda mafia, ne licenzio 400 perchè vengono arrestati e il giorno dopo ne assumo altri 400 non è un problema di manodopera, che ci sia Liggio, Pippo Calò piuttosto che Michele Greco detto il papa, sono cose folkloristiche, se Michele Greco detto il papa viene arrestato in un casolare di campagna vuol dire che la sua morte, la sua fine è stata stabilita da altri,che non è lo stato. Che sia Luciano Liggio in carcere, che è in carcere da 25 anni si è riuscito a incularlo solo su una accusa, quello dell'omicidio che lui ha compiuto, e basta. Pippo Calò, è un personaggio particolare, è un altro che ha fatto il suo tempo, ha svolto il suo ruolo di testa di ponte della mafia a Roma, quindi in contatto, in rapporto di collegamento e cerniera tra apparati dello stato, criminalità organizzata di un certo tipo, mafia. Quindi nell'84 abbiamo un'unica novità, la strage è identica a quella della stazione di Bologna, la strage è identica anche negli elementi di non comprensibilità, e in più ci metti la mafia perchè evidentemente su che cosa fanno le leggi di emergenza, su cosa faranno la prima vera legge sui pentiti, non la cagata che han fatto sui pentiti dei processi politici ma la prima vera legge italo-americana per cui a secondo di quanto parli, se parli un pochettino comunque ti proteggono in carcere, mano a mano che parli stipendio, cambiamento di nome, lavoro all'estero ma non per finta, sul serio, come viene fatto negli stati uniti. Su cosa fanno adesso le vere leggi d'emergenza, i veri processi dell'emergenza: sulla mafia in questo paese ma non perchè lo stato combatte la mafia, perchè la mafia è una cosa talmente vasta e talmente ampia che tu ti puoi permettere contemporaneamente, attenzione all'eresia, di essere con la mafia, contiguo alla mafia e contro la mafia. Cioè sei contiguo e insieme alle componenti vincenti della mafia, quelle che sono più moderne, più sofisticate e svolgi la repressione, svolgi il tuo ruolo di contrizione pubblica sui perdenti, mi pare non difficile come meccanismo. L'ultimo fatto perchè non posso non dirlo riguarda due cose, perchè all'inizio ho detto non facciamo una lezione di storia, non parliamo del passato, stiamo parlando dell'attualità. Alcune cose penso di avervele già dette, però vi pregherei di non dimenticarle perchè torneranno fuori. Uno: l'attentanto di quest'estate, il tentato attentato al giudice Falcone, secondo il tentato attentato l'anno scorso, qui davanti alla questura di Milano. Attenzione a questi due fatti. L'attentato al giudice Falcone dell'8 luglio, da spiegare adesso, non penso di poterlo fare perchè vi annoio troppo, non è un'attentato di mafia, e qualsiasi esperto di mafia è in grado di provarvelo sulla base della sua conoscenza della mafia. Un attentato di mafia al nemico numero 1 nella mistica dei giornali della mafia, il giudice Falcone, funziona. No, non funziona. La struttura politico-militare di cosa nostra è una struttura perfetta che non può sbagliare, ma qui potrebbe essere una credenziale in bianco che io vi chiedo e invece ci sono dei dati molto precisi per cui secondo la stessa ricostruzione la mafia sarebbe venuta a conoscenza del fatto che Falcone sarebbe sceso in barchetta con altri due dei suoi perchè qualcuno a Padova sente la cosa, allora nel giro di 12 ore vanno nei negozi di Palermo a comprare la muta da sub, le pinne, la borsa, arriva da Brescia l'esplosivo, fanno gli inneschi, tre inneschi non ne salta neanche uno, vanno a mettere la borsa sotto la villa di Falcone che guarda caso è andato ad abitarci 15 giorni prima. Non so se avete presente casa di Falcone a Palermo Via Notarbartole (???) il palazzo con davanti un gabbiotto di vetro antiproiettile con davanti sempre tre pattuglie della polizia, è il posto più sicuro del mondo, no lo vanno mettere giustamente in una villetta che da sul mare. Dopo 15 giorni succede questo bardan, una bomba che non scoppia, il poliziotto la vede il giorno prima, poi la vede ancora il giorno dopo, gli danno l'encomio solenne invece di fucilarlo sul posto il cretino, la bomba non esplode e il messaggio qual è. Perchè non è la mafia, cosa stava facendo in quel momento Falcone che poteva disturbare a quel punto la mafia, nulla, nulla, l'inchiesta che aveva in mano, la famosa inchiesta dei soldi svizzeri, è un'inchiesta di 4 anni prima, sempre la stessa. Non lo fai saltare tu cosa nostra quando fa il primo maxi processo, lo fai saltare un giorno di giugno qualsiasi, il messaggio è un altro, sono due. Uno diretto a Falcone, da parte di chi l'ha fatto evidentemente non faccio qui le mie ipotesi, però ve le fate da soli. O scendi a patti o la prossima volta salti, come il golpe Borghese tanto per schematizzare, quindi capisci che puoi continuare tutta la vita nella lotta alla mafia ma in una direzione e a certi livelli, e non in altre direzioni, ad altri livelli. Oppure la prossima volta salti. Contemporaneamente il messaggio all'opinione pubblica nel caso che Falcone accetti questo compromesso come ha fatto, penso che sia indiscutibile. Guardate Falcone, è l'unico giudice importante d'Italia, non a casao la mafia è contro di lui, solamente contro di lui, fa questa cosa qua. Da quel momento quello che Falcone farà e dirà è vangelo. Questa è Palermo. La questura di Milano, questo ci tengo a dirlo perchè si tratta di una cosa di cui nessuno parla mai, cioè due giorni dopo, il 14 agosto dell'88, un'autobomba che se fosse scoppiata avrebbe tirato giù tutto il palazzo della questura di Milano, il palazzo di fianco e quello di fianco ancora, ma non ne parla un cazzo di nessuno. Il 14 di agosto, in periodo do ferragosto in Italia, in un posto dove non può parcheggiare neanche uno con la bicicletta, alle due del pomeriggio, deserto totale, arriva uno con una Fiat Ritmo, uguale a quelle della digos - questa è solo una battuta maliziosa, il piantone avrà detto "ma, sarà un collega" una spiegazione bisogna darla, pensando che il piantone non è complice - arriva lì in pieno pomeriggio, deserto, pianta lì davanti alla questura di Milano, una macchina con tre candelotti di dinamite, legati a due bombole del gas, scende, chiude e se ne va. Un pregiudicato col sangue fredddo, voglio dire, senza preoccuparsi. Dopodichè vieni a sapere che la stessa macchina nei due giorni precedenti, una macchina rubata il maggio prima a Roma, fa' Roma Milano, lei, guidandola, una macchina rubata con targa falsa, gira per due giorni anche di notte per Milano con su tre persone, la stessa macchina che usi in un attentato. Allora, io sono un attentatore che giro con una macchina che devo andare a mettere davanti alla questura di Milano, il 13 di agosto a Milano, città deserta può anche essere che mi fermano, viene vista tra l'altro in corso Buenos Aires. Non è che la noti in Corso Buenos Aires, non è che si fermi mai nessuno. Io cosa faccio, sono così cretino che mi fermo, scendo, da una macchina rubata che bene che vada mi accusano di furto d'auto e io rischio tutto un attentato alla questura di Milano, in questa maniera qua. Oppure io posso essere uno che è in grado, se mi fermano, di cavarmela tranquillamente? E' un punto di domanda che pongo. Un'altra bomba che non è esplosa. La telefonata di avviso è arrivata alle due e qualche minuto in questura "attenzione c'è un'autobomba parcheggiata fuori", nessuno ci ha voluto credere sul momento "guardate che non scherzo" e allora tutti fuori a guardare, mettono un testino contro i vetri e vedono le due bombole e i candelotti di dinamite, la macchina non scoppia, perchè poi arriva Willi il robot della questura che comincia a dare craniate contro il vetro, noi eravamo a 50/100 metri di distanza, vedevamo la macchina che faceva così, il vetro non si spaccava e non esplodeva. Arriva l'artificiere, un eroe, questo ve lo devo dire perchè è stato un genio, che mette delle cariche espolosive sul vetro, scoppia la carica esplosiva del vetro, la macchina non esplode. Ed ho messo una macchina che esplodeva! E allora, se non è una macchina che esplode davanti alla questura di Milano il 14 di agosto in un momento che per tentare di capire il motivo per cui l'hanno messa ti spacchi la testa, allora forse meglio che andiamo a vedere i messaggi interni, cioè che gli apparati dello stato, o per esempio il ministro degli interni e un capo della polizia che non la pensa nella stessa maniera, si lanciano. E qui c'è una piccola traccia, labile. Questore di Milano era da pochi mesi Umberto Improta, che non è un questore, nel senso che i questori sono dei signori che fanno anche politica, sono dei diplomatici. Improta è proprio uno sbirro, nel senso anche funzionale del termine, è un poliziotto, non è una persona in grado di reggere una situazione politica in una città come Milano. Non oso pensare a una manifestazione come quella delle solite con Improta questore di questi tempi, cioè è uno che proprio carica a muso duro con le botte e così via. Ma Improta era mandato a Milano con un obbiettivo preciso che lui aveva dichiarato. A maggio c'era stato il discorso del capo della polizia Parisi, per la prima volta un capo della polizia aveva fatto un'analisi della situazione mafiosa in Italia - mafiosa ad alti livelli - e l'aveva tradotta in termini politici. Non è più un problema di criminalità più o meno organizzata è antistato, questa parola precisa. E quindi aveva detto il problema non è colpirli dal punto di vista della repressione criminale ma nei loro centri di potere, e quindi la loro finanza. Improta, uomo di Parisi, dato storico, viene mandato a Milano e dichiara questo "il problema sarà piazza degli affari". E dichiara "starò a Milano 5 anni per portare avanti questi miei progetti" Dopo qualche mese c'è l'auto che non scoppia e dopo tre mesi Improta - e non si capisce perchè - viene preso e trasferito a Roma. Ecco, questa è l'ipotesi del ragionamento: io do' per certo, sulla base della mia esperienza che questa macchina piena di esplosivo non l'hanno messa i fascisti, non l'ha messa la mafia, non l'hanno messa le famiglie calabresi che intanto si stanno sparacchiando tra di loro e si stanno facendo i fatti loro, non l'hanno messa gli israeliani, non l'hanno messa le Brigate Rosse, anche s'è arrivata una dichiarazione scritta a mano, a Novara, e ci avevano creduto, il questore Putomatti (??9 che qualcuno conoscerà per i fatti di via Conchetta per qualche ora c'aveva creduto, allora chi l'ha messa. Non una telefonata anonima per una bottiglia molotov contro una saracinesca, ma un'autobomba davanti alla questura di Milano, in via Fatebenefratelli, se non è scoppiata, sono due dati ugualmente importanti. Allora, secondo me, aldilà della spiegazione concreta, d'attualità che c'è dopo, bisognerebbe capire che le strutture, sempre più raffinate e sofisticate, che sono nate, sono state varate, da piazza Fontana in avanti, e qualcosina prima, non solo esistono ma continuano ad esserci. Hanno cambiato un pochino il loro terreno d'intervento, si sono naturalmente migliorate e sofisticate, ma sarebbe gravissimo se noi fossimo qua e anche solo per un istante, oggi, domani, in questi giorni pensassimo a piazza Fontana la strage di stato, l'unica grande intuizione che ha avuto la sinistra rivoluzionaria di quei tempi perchè poi per il resto ha cannato tutto, su chi poteva averla fatta, come, perchè e così via, ma l'intuizione politica fu centrale. Sarebbe terrificante se noi pensassimo a piazza fontana come a un ventennale. Piazza Fontana è oggi: penso e vi ho dato la mia opinione.
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