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La manifestazione di sabato 19 agosto

L'assemblea tenuta nel cortile del Leoncavallo sgomberato dalle macerie deve discutere del corteo del giorno dopo (per il quale non e' stata richesta intenzionalmente alcuna autorizzazione). Vengono decisi i punti di passaggio significativi; il prefetto, rappresentante del governo e coordinatore dell'azione; la giunta innegabilmente complice; il PSI, partito del sindaco e protagonista dcgli attacchi politici al Leoncavallo nei mesi precedenti; e piu' di tutti la fantomatica "Immobiliare Scotti", vero sponsor di tutta l'operazione. L'assemblea decide di dar vita ad un corteo che si caratterizzi politicamente per radicalita e durezza, anche con azioni "provocatorie" come lo spargimento di ossa davanti al Comune e il lancio di gavettoni di vernice, senza pero' offrire pretesti alla Questura per criminalizzare la manifestazione stessa.
Cosi sara': la manifestazione, una delle piu' lunghe che Milano ricordi parte alle ore 16 del sabato dal Leoncavallo, la partecipazione supera ogni previsione, soprattutto visto il periodo estivo: piu' di 2.000 persone.
I famosi "autonomi violenti" cosi' li descrivera' la stampa nei giorni successivi sono i primi a correre da un capo all'altro del corteo per spiegare a chi vorrebbe sfogare la propria rabbia, che e' opportuno evitare di tirare sassi e altri oggetti. Solo in corso Magenta qualcuno non riesce a trattenersi e rompe i vetri della sede del PSI. La tappa successiva del corteo e' il carcere di San Vittore. I detenuti che due giorni prima avevano accolto i "26" con gesti di grande solidarieta', salutano la manifestazione a pugno chiuso.
Sono quasi le 20 quando il corteo, giurlto all'Acquario, a Porta Genova, si scioglie. Alle 21.30 avra' inizio la festa concerto, che per paura di crolli si terra all'esterno del Leoncavallo.


testo tratto dal libro bianco a cura della federazione milanese di Democrazia Proletaria "Leoncavallo 1975-1989: dalla nascita alla ricostruzione