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La questura in difficolta'

Venerdi' 18, in una giornata di lavoro tra le macerie, si aprira' un corridoio largo piu' di due metri.
Per la citta' cominciano a vedersi i manifesti che convocano il corteo del giorno dopo, intanto vengono rilasciati anche i due minorenni detenuti al Beccaria. Alle h 18 allo spazio occupato Acquario si tiene l'ennesima riunione. Il quadro delle illegalita' commesse dalle istituzioni comincia a chiarirsi: fra le informazioni raccolte dagli avvocati, quelle rese dal prefetto al deputato di DP Cipriani e quelle del delegato del Sindaco Capone e' possibile uscire dall'imprecisione che aveva caratterizzato i primi due giorni in cui non si capiva chi avesse autorizzato la demolizione, risultata di fatto illegale. Per altro su alcuni aspetti non c'e' bisogno di sporgere dununcia: una volta tanto l'inchiesta sulle violazioni commesse da questura, Digos e immobiliare e' partita d'ufficio, su iniziativa del magistrato. Alcuni giornali riportano le accuse alle forze dell'ordine assumendo in parte posizioni critiche sui fatti in questione. Anche il PCI si sveglia: Cancrini, ministro ombra dei problemi droga/emarginazione, assume posizioni critiche sull'azione repressiva della polizia, subito ribattute dai corvi dell'ala "migliorista" milanese, come il vice sindaco Corbani e il segretario della FGCI Mirabelli. Il PSI per ora tace. Le uniche felicitazioni vengono dai fascisti dell'MSI.
Tutto questo da' l'idea di non avere un fronte avverso compatto, e che comunque si sono aperte delle contraddizioni all'interno delle istituzioni, che la Questura e' perlomeno in difficolta', mentre intorno al Leoncavallo cresce la soldarieta' della gente (i cittadini del quartiere offrono spontanemente contributi economici). Non si e' cosi soli, c'e' la possibilita' di portare avanti la lotta con concrete possibilita' di successo. Nasce, sostenuta da Primo Moroni, dagli occupanti dell'Acquario, da DP e da altre realta' milanesi, l'idea di dar vita ad un comitato di solidarieta' con i denunciati e di difesa degli spazi occupati che lavori sulla controinformazione rispetto ai fatti del Leoncavallo, che affianchi alle denunce legali contro le illegalita' e le brutalita' dello sgombero, le denunce politiche, che segua costantemente l'andamento delle indagini, che al contempo tenga in contatto tutte le situazioni di occupazione e ne faccia circolare i materiali per prepararsi ad eventuali ulteriori sgomberi. In realta' soprattutto all'inizio, questo complesso di compiti non e' cosi definito: c'e' la convinzione della necessita' di un comitato, aperto anche alle forze politiche che vogliono portare il proprio apporto.


testo tratto dal libro bianco a cura della federazione milanese di Democrazia Proletaria "Leoncavallo 1975-1989: dalla nascita alla ricostruzione