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Giovedi 17 Ritorno al Leoncavallo

Dalla sera prima il Leoncavallo non e' piu presidiato dalla celere. E' stato possibile recuperare fra le macerie i vari "pezzi" dell'impianto stereo ed altro materiale. La vista e' impressionante: l'unica parete rimasta in piedi e' quella che da sulla via Leoncavallo: dietro solo macerie. Decine e decine di persone arrivano poco alla volta. Gli occhi lucidi e gli sguardi allibiti. Una compagna piange seduta sulle macerie. Fra i compagni emerge man mano un'idea, a prima vista utopistica, che si fa largo fra le facce incredule e qualche sorriso, come un temporale nell'afa di agosto: RICOSTRUIRE IL LEONCAVALLO!!! O almeno renderlo agibile. Si pensa addirittura ad un concerto per sabato sera. La riunione delle h 18 all'Acquario non sara' molto lunga; alle h 19 arriva la notizia inattesa che esplode tra urla dei compagni. I "26" sono stati rilasciati. Ora si puo' pensare al futuro con piu' tranquillita'.
A sera davanti al Leoncavallo, alle 5/600 persone presenti nonostante la pioggia si congiungono i rilasciati che, dopo gli abbracci, vengono assaliti dai compagni che vogliono sapere quello che hanno passato. Certo, bene non sono stati trattati, ma temevano peggio, nei locali della questura... Una giovane punk a San Vittore e' stata separata dalle altre e' mandata nel reparto delle zingare: ha il naso rotto.
Verso le 22.30, finita la pioggia e ascoltati i vari racconti, si decide di dar vita alla manifestazione prevista, che si svolge tranquillamente esprimendo una grande rabbia e voglia di continuare collettivamente la lotta. L'appuntamento per chi non lavora e per la mattina dopo per cominciare a spostare le macerie.


testo tratto dal libro bianco a cura della federazione milanese di Democrazia Proletaria "Leoncavallo 1975-1989: dalla nascita alla ricostruzione