back

Contro la disoccupazione
e contro il lavoro:
reddito di cittadinanza!

Grazie allo sviluppo delle tecnologie, nella nostra società la produzione di beni e servizi è affidata sempre più alle macchine, mentre le donne e gli uomini vengono destinati al lavoro di cura, di relazione e comunicazione, di elaborazione del sapere. Oppure, in misura sempre più crescente, al non-lavoro.

Chi è occupato è costretto a lavorare sempre di più, per difendere il posto di lavoro e per mantenere il proprio tenore di vita, ed è costretto a condizioni di lavoro sempre più insicure, precarie e deregolamentate.

Anche chi è disoccupato, in quanto portatore di bisogni e di consumi, di relazioni e di saperi, contribuisce attivamente a produrre ricchezza. Secondo un meccanismo che ha messo in produzione l’intera società.

Per questo, per il fatto stesso di esistere, ad ognuno deve essere garantito un reddito. Ma la massa enorme di ricchezza prodotta continua a restare appannaggio di pochi, mentre a gran parte dell’umanità vengono distribuiti solo precarietà e inquinamento, miseria e guerre.

Per cambiare radicalmente tutto questo è necessario portare la società fuori dal dominio del lavoro. E’ necessario liberare le risorse umane dalla costrizione del lavoro e da quella ad essa speculare del non-lavoro. E’ necessario liberare il tempo, la creatività, le intelligenze: liberare l’attività umana.

Oggi bisogna battersi per cambiare la cultura dominante, quella che continua a mettere il lavoro al centro di tutto, e il primo passaggio concreto in questa direzione è il REDDITO DI CITTADINANZA, sia nella forma diretta di un'erogazione monetaria, che in quella indiretta dell’accesso gratuito ai servizi, dalla salute ai trasporti, alla formazione, del riconoscimento del diritto alla cittadinanza, alla casa, ad una vita dignitosa per tutti.

Chi paga? E’ chiaro: chi in questi anni ha continuato ad accumulare ricchezza. Una volta si diceva: "i padroni".