'85-'87 HELTER SKELTER

Testimonianza di Angela Valcavi


   
   L'Helter Skelter ha rappresentato, all'interno del Leoncavallo,
   uno dei  piu' grossi  momenti  di  rottura  con  la  tradizione
   dell'aggregazione politica  tipica delle  esperienze degli anni
   '70; il centro sociale Leoncavallo, proprio per la sua storia e
   il suo  trascoro politico, aveva modi e linguaggi molto diversi
   da quelli da cui l'Helter Skelter aveva avuto orine.
   Occorre percio'  fare un  piccolo salto  nel passato per capire
   come e  da cosa  e' nato  l'Helter Skelter  e  come  si  poteva
   innestare su di un'espericnza tanto differente.
   Nei primi  anni '80,  a Milano,  come in altre citta' italiane,
   esistevano varie  situazioni di aggregazione politica e sociale
   molto forti e produttive, che avevano elaborato un loro nuovo e
   proprio  linguaggio,   ed  erano   scaturite  da  ambiti  punk,
   anarchici e  piu' in  generale da  entita'  che  non  si  erano
   lasciate sopraffare dalla "crisi del movimento" degli anni '70,
   ma avevano  parecchie cose  da esprimere  ed avevano cosi' dato
   forma a progettualita' molto ricche.
   Nuove occupazioni  di spazi,  intese come ambiti di espressione
   di socialita',  erano nate  in diverse  citta', veniva messa in
   atto la  pratica del  produrre da se' stessi, al di fuori delle
   regole  commerciali  e  del  sistema  ufficiale;  tutto  quanto
   permetteva di  mettere in circolazione idee, percorsi ed azioni
   (autoproduzione).
   A Milano  la realta'  piu' rappresentativa  era il  Virus,  che
   aveva sede  all'interno di un'altra occupazione storica, quella
   di via  Correggio 18,  che era  un punto  di aggregazione  e di
   scambi veramente  importante nel  tessuto antagonista, al quale
   pero',  molti   nell'arnbito  della  sinistra,  guardavano  con
   sospetto. Questo  soprattutto a  causa di  quello  che  era  il
   linguaggio  adottato   e  perche'   non  veniva   accettata  la
   possibilita' di  una diversita'  culturale e formale che creava
   una  difficolta'  di  verifica  delle  eventuali  affinita'  di
   percorso politico.
   Le persone  che costituirono  l'Helter Skelter  avevano vissuto
   all'interno di  questo ambito,  di queste  esperienze,  avevano
   vissuto  sulla   pelle   l'essere   "antagonisti"   a   Milano.
   L'occupazione  del   teatro  Miele  (vuoto  da  anni  e  subito
   sgomberato) fu  il primo  tentativo, da  parte  di  quello  che
   divento'  il  nucleo  dell'Helter  Skelter,  di  costruire  una
   realta' di  aggregazione. Quindi  fu sgomberato Correggio/Virus
   (15/5/'84). Vi  fu la  contestazione/occupazione  del  convegno
   sulle bande  giovanili al  teatro  di  Porta  Romana  e  furono
   organizzate   diverse    uscite   cittadine,    per   esprimere
   direttamente cio'  che era  la nostra  pratica politica  e  per
   rivendicare una  nostra esigenza di spazi e di comunicazione in
   quanto espressioni antagoniste.
   Con lo  sgombero di Correggio/Virus pero', era stata aperta una
   grossa piaga all'interno della citta'.
   Alcune delle  situazioni occupate  ancora  esistenti  a  Milano
   (nate dalle  esperienze della meta' degli anni '70), diedero il
   loro  appoggio  che  si  concretizzava  nella  possibilita'  di
   usufruire dei loro spazi.
   Cosi' il  centro sociale Garibaldi, il cento sociale Piave e il
   Leoncavallo divennero  dei  punti  da  cui  partire  con  nuove
   iniziative. Fu in questo contesto che inizio' al Leoncavallo un
   rapporto di  collaborazione  da  parte  dcl  futuro  collettivo
   dell'Helter Skelter,  ed e  necessaria questa  piccola storia a
   posteriori per  capire le  difficolta'  che  potevano  esistere
   nella convivenza di due modi di esprimersi come potevano essere
   il nostro e quello del centro.
   Le prime  iniziative che  organizzammo all'interno  del  centro
   sociale Leoncavallo venivano firmate: "Quelli Amen", "Quelli di
   Fame",  "SMD",  e  "Creature  Simili",  cioe'  quelle  entita',
   fanzine e gruppi multimediali che erano entrate in contatto tra
   loro.
   In seguito  la redazione  di Fame  chiese l'agibilita'  di  una
   stanza  come  sede  della  fanzina.  A  testimoniare  l'apporto
   culturale all'interno del centro, nell'estate dell'84, si tenne
   al Leoncavallo  la riunione  di  Punkaminazione,  che  era  una
   fanzina  di   collegamento  nazionale   di  tutte   le   rcalta
   antagoniste  e   rappresentava  un   momento  molto  importante
   nell'ambito    della    comunicazione    e    dell'informazione
   politico/culturale.
   Fu un  impatto abbastanza  difficile il nostro, con l'espenenza
   del Leoncavallo proprio a causa di questa differenza di ambiti,
   di scelte e soprattutto di linguaggio.
   Allora pero',  il Leoncavallo viveva una situazione di impasse,
   proprio perche'  il centro  non aveva  tenuto conto  di come le
   esigenze, soprattutto  giovanili, si  erano andate  modificando
   nel corso  degli anni, e cosi' l'arrivo di nuove entita' porto'
   ovviamente maggior  energia oltre  che nuove  proposte  e  alle
   iniziative inizio' a partecipare sempre piu' gente.
   Nell'inverno dell'84  chiedemmo al  comitato  d'occupazione  di
   poter utilizzare  uno scantinato  all'interno di  una palazzina
   del centro,  come punto  di riferimento per la nostra realta' e
   per poter  dare una  continuita'  alla  nostra  progettualita'.
   Cosi' nel  dicembre/gennaio successivi l'Helter Skelter inizio'
   la sua  attivita'  con  il  concerto  di  Oi  Kult,  un  gruppo
   sperimentale di  Ljubljana,  al  quale  seguirono  molte  altre
   iniziative.
   Come concerti:  Borghesia (YU),  Legendary Pink Dots (H), Sonic
   Youth (USA),  The Ex  (NL), Art  Deco (H), e molti altri gruppi
   sia italiani  che stranieri  che in comune avevano adottato una
   pratica non  commerciale e  ai  di  fuori  del  business  della
   musica.
   Films: dai  super  8  di  R.  Kern  (USA)  alla  proiezione  di
   pellicole sperimentali, alle performances multimediali di Etant
   Donnee (F)  e Staal  Plaat (NL)  e molte  altre iniziative  che
   rapprescntavano  il   filo  lungo  cui  si  snodava  la  nostra
   progettualita'  multimediale,   e  che  esplicavano  la  nostra
   realta'  attraverso   tutte   quelle   sfaccettature   che   la
   compenevano e che erano la nostra pratica politica.
   Una pratica  politica, la nostra, che non era fatta di rapporti
   con il quartiere, questione cara al Leoncavallo, ma di rapporti
   con il tessuto metropolitano, con il resto della citta'.
   Per questo le nostre uscite avvenivano nel centro della citta',
   gli "attacchi  mentali", delle vere e proprie azioni di strada,
   avvenivano nel  cuore della  citta' borghese, delle compere del
   sabato pomeriggio, della signora impellicciata e del ragazzotto
   da discoteca,  perche'  avevamo  delle  cose  da  lanciare,  da
   buttare addosso a quella Milano addormentata su tutto.
   Nell'estate  dell'87   si  conclude   l'esperienza  dell'Helter
   Skelter. Le cause possono essere diverse, ma una fra tutte puo'
   essere quella  che ha decretato la chisura di quell'esperienza:
   un momento di implosione di tutto il movimento antagonista, che
   ha messo a dura prova la nostra progettualita' in un momento in
   cui era necessaria una verifica per poter continuare a vivere e
   ad essere realmente incidenti nella realta'.
   In ogni  caso, nonostante  la diversita'  del  nostro  progetto
   rispetto all'esperienza  del centro  sociale Leoncavallo,  sono
   rimaste le  tracce di  quello che  e' accaduto oltre il portone
   dell'Helter Skelter  e  quelle  tracce  sono  riscontrabili  in
   quella che e' stata l'apertura del centro a diversi linguaggi e
   realta' che  nello spazio  del Leoncavallo  hanno  trovato  una
   possibilita' di espressione.
   
(tratto dal libro bianco sul Leoncavallo a cura della federazione milanese di Democrazia Proletaria - ottobre '89)