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From Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
Date Fri, 18 Mar 2005 13:30:09 +0100
Subject Re: [Hackmeeting] Information wants to be free

Il giorno 02.39 18/03/2005, arlan ha scritto:

>Il gio, 2005-03-17 alle 13:28, Carlo Gubitosa ha scritto:
> > Fatemi capire... non riesco a mettere assieme i seguenti concetti
> >
> > 1) "Information wants to be free" (Etica Hacker)
>guarda che quella information non e' quella dei media mainstream, anzi quel
>concettto di informazione nasce proprio in contrasto a quella che intendi tu.

Non stiamo parlando dell'USO delle informazioni da parte del mainstream, 
stiamo parlando dell'ACCESSO alle informazioni.

All'hackit ci saranno informazioni sotto forma di immagini da fotografare e 
sotto forma di persone che possono essere avvicinate per dire "ehi, ciao! 
Ti va di fare due chiacchiere e raccontarmi cosa combini con questo computer?".

Io credo che TUTTI debbano poter accedere a queste informazioni, ovviamente 
con l'obbligo di essere rispettosi ed educati, esattamente cosi' come tutti 
anche i nazi e i fasci peggiori possono accedere al codice sorgente di un 
programma GPL, ovviamente con l'obbligo di essere rispettosi ed educati 
senza trasformare quel programma in un SW proprietario. Come fare per 
gestire la gente non rispettosa e non educata? Secondo me:

1) Ognuno puo' organizzarsi come meglio crede, ripeto OGNUNO PUO' 
ORGANIZZARSI COME CAVOLO GLI PARE, io se organizzo un evento sono libero di 
dire anche "vietato l'ingresso a quelli nati a marzo".

2) Dopodiche' quando uno si organizza come meglio crede dovrebbe accettare 
con rispetto ed educazione anche le obiezioni di chi dice "ma se tu parli 
di liberta' al tuo evento, non sei un po' incoerente se sbatti fuori quelli 
nati a marzo"? Se io vado a bestemmiare in chiesa il prete si avvicina 
educatamente e mi fa capire che cosi' non va bene, se io faccio una 
osservazione in questa mailing list, dicendo che secondo me l'approccio ad 
un certo tipo di persone e' contrario ai principi di apertura, inclusivita' 
e accesso alle informazioi nati all'interno delle controculture digitali, 
vengo immediatamente etichettato come "nemico", come "ignorante" che deve 
leggersi tutto l'archivio storico della mailing list prima di parlare (e 
questo chi lo ha stabilito, e io perche' avrei dovuto saperlo), oppure come 
uno che scrive libri senza sapere di quello che sta parlando.

Miiii, ragazzi avete messo su una bella chiesa, ancora piu' ortodossa e 
cattiva con gli "eretici" della chiesa cattolica.

Complimenti!

>dove hai letto questo? nessuno ha mail parlato in questi termini, la 
>realizzazione
>del materiale da consegnare ai giornalista durante la conferenza stampa
>e da distribuire a chi lo vuole avviene in maniera aperta, chiunque puo'
>parteciparvi.

Si parlava di un GRUPPO DI CONTATTO che avrebbe avuto l'incarico di parlare 
con i giornalisti, sottintendendo che i giornalisti non avrebbero potuto 
avvicinarai A CHIUNQUE e parlare con CHI GLI PARE, ma solamente con quelli 
del gruppo di contatto.

>?!?!
>bullismi a parte io non ricordo episodi di violenza agli hackmeeting,
>anzi!!!

Tutto nasce dalla frase di RaRo "accompagnare i giornalisti che 
trasgrediscono all'ospedale piu' vicino". Io come sempre prendo seriamente 
tutto quello che scrivono gli altri, se poi erano parole sparate alla cazzo 
per fare un po' i gradassi basta dirmelo. Forse ho sbagliato nel prendere 
troppo sul serio queste frasi, pero' anche altri mi hanno fatto notare che 
se io faro' foto all'hackmeeting lo faro' a mio rischio e pericolo.

>anche il gruppo di contatto e' formato da volontari, non so se lo sai,
>cmq te lo racconto io ora, ad ogni hackmeeting si attaccano dei cartelli
>con le cose da fare e chi passa si segna dove preferisce a fare il turno
>che preferice con il pennarello del colore che preferisce.
>si, ebbene si, il gruppo do contatto e' una loggia formata da "capetti"
>che spadroneggiano armati di uniposta colorati.

La domanda e': se io sono un giornalista, e mi avvicino a qualcuno che non 
e' del gruppo di contatto per parlare con lui, il gruppo di contatto mi 
rompe le balle o no? Se la risposta e' no, allora va benissimo, ritiro le 
mie osservazioni, cambio le mie convinzioni e divento convinto che il modo 
in cui verranno trattati i giornalisti e' coerente con i principi che 
verranno proclamati all'HM.

>se tu avessi letto anche i punti successivi al primo di quei "manifesti
>dell'hacker" che si trovano in giro per internet su siti pieni di finti
>nuke e programmi idioti per windows avresti letto che:

Vedo che qui lo sport preferito e' fare i maestrini, e giocare a "non hai 
studiato", ripassa a settembre.

>quindi anche volendo accettare un visione diciamo "tardo adolescenziale"
>dell'hacker come quella che proponi tu, questa mal si adatta a quei
>giornalisti che "penetrano" nel lan space e fotografano e diffondono
>notizie "danneggiando" chi fotografano con notizie di dubbia origine.

Urca che ragionamento contorto...

Entrare in un luogo pubblico = penetrare in un server privato

Fotografare = danneggiare

Sento rumore di unghie sugli specchi...

Per me chi organizza un evento pubblico in un luogo pubblico da' 
implicitamente un marchio di no-copyright a tutto quello che accadra' in 
quel luogo. Se poi invece l'HM e' un evento privato a cui puo' partecipare 
un gruppo di persone selezionate, allora e' tutto diverso. Se faccio una 
festa a casa mia o in una struttura che recupero io tu devi stare alle mie 
regole, ma se io faccio una festa cittadina o un evento aperto a tutti IO 
ho il diritto di fare fotografie. Punto. Non si puo' avere la botte piena e 
la moglie ubriaca, se volete la privacy non fate eventi pubblici, se fate 
eventi pubblici tutelatevi al meglio se non volete che vi si veda in faccia 
(ma poi perche'? siete cosi' brutti?) pero' non prendetevela con chi fara' 
foto. Tutelate degli spazi di intimita', mettete dei cartelli nelle zone 
che non volete far fotografare, chiedete per favore di non fare foto a chi 
si avvicinera' a questi spazi, ma tutto questo e' ben diverso dal creare 
squadracce con licenza di accompagnare in ospedale che sanzionano chiunque 
viola le regole.

>uscendo da questa visione che tu proponi e che io non condivido da
>quando hanno smesso di venirmi i brufoli per gli scompensi ormonali ti
>invito cortesemente a leggere il manifesto dei vari hackmeeting per
>poter comprendere in realta' quello che questa comunita' (cioe' la
>comunita' con la quale ti stai relazionando ora e con la quale cerchi in
>malo modo di comunicare) intende per hacker.

Ma non avete un Cepu o dei corsi di recupero per chi non ha studiato? In 
ogni caso io penso che l'esercizio creativo della curiosita' in vari ambiti 
che spaziano dal tecnologico al culinario, la rivendicazione del libero 
accesso delle informazioni e del loro controllo orizzontale al di fuori di 
qualunque struttura verticistica di potere siano cose che non c'entrano 
niente con il pregiudizio, la difesa violenta del proprio gruppo, la 
cultura del nemico e qualsiasi altro elemento di conflitto che appartiene 
alla rispettabilissima cultura antagonista, ma non c'entra un belino con la 
cultura hacker. Se poi volete convivere con le incoerenze, fate pure, non 
sarete i primi e nemmeno i peggiori, pensa che adesso c'e' chi va alle 
manifestazioni pacifiste dopo aver governato bombardando il Kossovo, quindi 
il vostro caso non sara0 il piu' grave. Pero' non venite da me a dirmi 
"ignorante, devi studiare", "non sai di cosa stiamo parlando", "leggiti 
l'archivio storico dei messaggi", perche' quello che avete detto voi in 
passato sara' importante, ma non potra' in nessun caso ribaltare un 
nobilissimo principio nato negli anni '60 all'interno del MIT, la culla 
della cultura hacker: giudicare una persona per quello che FA (e secondo me 
scattare una foto in luogo pubblico e' cosa legittima e rispettabilissima) 
e non per quello che E' (un giornalista "nemico" quindi sanzionabile).

>se tu leggessi le mail passate noteresti che abbiamo discusso anche di come
>relazionarci con il territorio e come cercare di riuscire a portare le
>tematiche a noi care all'attenzione dei napoletani

Ok, faro' i corsi di recupero mella materia "rapporti con il territorio".

>forse a te sfuggono dei tratti essenziali di questa comunita':
>una cosa non si fa perche' e' illegale ma perche' non la si vuole fare.
>una cosa non la si fa perche' e' legale ma perche' la si vuole fare.

Quindi se un giornalista vuole fare la foto puo' fottersene della 
"legalita' temporanea" stabilita per l'hackmeeting, cosi' come voi ve ne 
fregate della legalita' istituzionale nel momento in cui volete fare una 
cosa che vi sembra giusta. Perfetto, mi sembra un buon principio, che tra 
l'altro e' il principio alla radice di tutta la cultura della disobbedienza 
civile: fai le cose che ti sembrano giuste, anche se sono illegali, e 
rivendica la tua illegalita' in nome di principi e valori che sono al di 
sopra delle leggi. E' esattamente quello che dicevo io quando affermavo che 
avrei fatto le foto anche con regole contrarie, e anche a rischio di essere 
malmenato, perche' credo in un principio di accesso alle informazioni nei 
luoghi pubblici che va al di sopra di qualunque regola e regolamento.

>non e' la polizia senza divisa ma armata di uniposca che decide cosa e'
>bene e cosa e' male, e' la comunita' stessa che compie questa operazione
>attraverso delle dinamiche ben precise come ad esempio la partecipazione
>ai vari livelli dell'organizzazione, una partecipazione completamente
>orizzontale in quanto libera.

Qui ti contraddici. I casi sono due: o la comunita' si da delle regole, o 
la comunita' e' comporta di persone che fanno cose perche' le vogliono 
fare. Se tu mi dici che "una cosa non la si fa perche' e' legale ma perche' 
la si vuole fare", io ti dico che il corollario di questo teorema e' "una 
cosa non la si fa perche' e' stabilito dalle leggi della comunita', ma 
perche' la si vuole fare". Quindi se uno della comunita' vuole fottersene 
di quello che la comunita' ha definito come "bene" e come "male", ha tutto 
il diritto di farlo.

>questa comunita' si e'm data da tempo dei paletti, perche' NO, anche se
>puo' sembrare strano, NON SIAMO DEMOCRATICI

Benissimo, basta saperlo, anch'io penso che la democrazia vada superata per 
arrivare verso forme di potere allargato, ma sono un po' perplesso quando 
questo "potere allargato" diventa discriminatorio e violento A PRIORI, non 
perche' uno HA SCRITTO PORCHERIE, ma solo perche' uno e' GIORNALISTA. Tu mi 
dirai "ma che violenza c'e' nell'impedire l'ingresso a uno in base a 
criteri che stabiliamo noi", e io ti rispondo "la stessa violenza di otto 
potenti che hanno giocato al risiko con una citta' impedendo l'ingresso al 
centro storico a migliaia di persone". Loro avevano piu' potere e un campo 
da gioco piu' grande, tu hai un risiko piu' piccolo, ma tracci ugualmente 
le zone rosse. Ti ripeto, questo fa parte della liberta' di associazione, 
quindi io non sono nessuno per dire che voi non potete o non dovete 
comportarmi cosi', pero' ho il diritto di dire che questo approccio non fa 
parte della cultura hacker, ma della cultura antagonista, che a volte 
coincidono su principi libertari, a volte sono in conflitto quando la 
liberta' non e' la propria ma e' quella del "nemico".

Anche sulla questione della LEGALITA' queste due culture divergono, ad 
esempio sulla questione dei brevetti. Oggi Stallman e altri autorevoli 
esponenti dello scenario hacker mondiale stanno lottando in sede LEGALE per 
impedire la brevettazione del software in sede europea, che ormai purtroppo 
sembra cosa fatta, e far approvare leggi che riducono la durata dei 
brevetti, mentre la cultura antagonista, che non riconosce le regole di un 
sistema oppressivo, dice semplicemente "fottiamocene di queste regole e 
violiamo tutti i brevetti che ci pare", una posizione che a me sembra 
condivisibile, perche' io credo piu' nella giustizia che nella legalita', 
soprattutto quando la legalita' e' determinata dal potere di pochi e non 
dalla volonta' di molti.

Pero' per quanto riguarda l'atteggiamento verso le categorie "sgradite" di 
lavoratori, io mi sento meno vicino alla cultura antagonista e molto piu' 
vicino alla cultura hacker.

>i tre famosi ismi: fascismo, sessismo, razzismo non devono assolutamente
>passare per di qui (cosa che per quanto mi riguarda mi accompagna anche
>nella vita al di fuori dell'hackmeeting) perche' la tolleranza e' una
>cosa che non si nega a nessuno tranne a chi ha fatto dell'intolleranza
>la sua ragion d'essere.

Questa e' una contraddizione in termini, la tolleranza e' per definizione 
l'apertura verso tutti senza eccezioni, altrimenti diventa razzismo verso 
le categorie "escluse" dalla tua tolleranza. D'altronde come fa a dirsi 
tollerante uno che esclude a priori dalla sua sfera di rispetto milioni di 
persone che votano forza italia, decine di migliaia di giornalisti, 
lasciamo perdere i poliziotti senno' uomonero mi da' altri bollini di 
fascismo di cui non ho proprio bisogno, migliaia di imprenditori, e 
tantissime altre categorie "nemiche"?

Se tu dici "io do' tolleranza solo a chi la merita", non credi di essere un 
tantino escludente?

Io invece adotto il principio contrario, e cioe' "io sono intollerante solo 
con chi mi da' ragione di esserlo". Quindi prima guardo negli occhi una 
persona, fottendomene delle etichette che potrei appiccicargli addosso per 
il lavoro che fa, o per come si veste, o per altre mille ragioni, e poi 
decido se il mio rispetto "a priori" va revocato o no.

>se avessi letto le discussioni passate avresti notato che si era
>espressamente parlato di fornire noi ai giornalisti immagini e filmati
>come del resto fanno tutti gli uffici stampa di tutte le manifestazioni
>pubbliche.

Questo non risolve il problema: che fai se uno vuole fare foto per cavoli 
suoi? Gli spieghi "guarda, tu dal punto di vista legale hai tutti i diritti 
di fotografare, ma purtroppo qui sono in vigore regole non democratiche che 
un gruppo si e' dato autonomamente fottendosene di quanto stabilisce lo 
stato, e quindi devi rispettare le nostre regole", oppure lo prendete e lo 
"accompagnate all'ospedale piu' vicino" come e' stato suggerito? Io quando 
penso a fotografi malmenati, rullini distrutti e telecamere sfasciate mi 
viene sempre in mente il G8, forse per questo la mia reazione e' stata 
cosi' veemente verso l'idea che qualcuno potesse essere maltrattato solo 
per aver fatto delle foto.

> > magari creando qualche installazione-esca particolarmente fotogenica dove
> > attirare telecamere e macchine fotografiche per lanciare un messaggio
> > particolare.
> > Piuttosto che organizzare la polizia interna di sorveglianza, sarebbe
> > meglio pensare a qualche evento-clou che attiri l'attenzione, concentrando
> > in determinati momenti della giornata il flusso delle telecamere.
>non penso che sfruttando il sensazionalismo proprio del mainstream
>riusciremmo
>a portare a vanti con serieta' i discorsi di autogestione e
>autorganizzazione che sono alla basa dell'hackmeeting (come si evince
>dal manifesto).

Questa e' una tua rispettabile opinione, ma permettimi di dissentire: cosi' 
come nelle arti marziali si sfrutta la carica dell'avversario per dirigere 
contro di lui la sua stessa forza, cosi' nell'utilizzo tattico dei media 
bisogna conoscere bene chi si ha davanti per cambiare direzione alle 
energie negative dei suoi messaggi. Ad esempio, il sensazionalismo dei 
media puo' essere usato in modo perfino banale per far passare un concetto 
molto importante in questi tempi di decreto Urbani: la copia ad uso 
personale e senza scopi di rivendita delle opere dell'ingegno e' una azione 
pienamente legittima, praticata da milioni di persone in tutta Italia, e 
rivendicata anche all'interno degli hackmeeting. Questo era un esempio, i 
messaggi che potrebbero essere veicolati tramite l'utilizzo consapevole dei 
difetti dei media mainstream sono tantissimi.

>mi era parso che prima il tuo atteggiamento nei confronti della
>legalita' fosse diverso,

Certo, io sono il principe del foro, il paladino delle leggi, il moralista 
dei codici civili e penali. Che bello... vi basta cosi' poco per 
etichettare una persona e capire tutto del suo pensiero? Daiiii mi spiegate 
come fate?

>cmq personalmente distribuire cd con musica
>scaricata da internet la trovo una cosa completamente inutile

Io lo trovo un gesto di disobbedienza civile molto meritorio, che ha il 
pregio di portare alla ribalta quello che tutti fanno di nascosto tramite 
le reti P2P. Le licenze CC non risolvono il problema, creano uno spazio 
libero ma non mi dicono cosa fare con la musica dei beatles, che io 
considero un patrimonio dell'umanita' e come tale liberamente fruibile da 
chi ne fa copie personali senza scopo di rivendita.

>, da anni
>oramai le riflessioni sulla pirateria e sulla diffusione di opere
>sottoposte a diritto d'autore su supporto digitale ha superato la fase
>di contestazione e negazione,

Ah si? Io invece credo che la contestazione al copyright sia ancora 
attuale, almeno fino a quando il copyright sui film durera' 120 anni, e non 
70 come accadeva fino al 1998, quando, guarda caso, stavano per scadere i 
diritti d'autore di Mickey Mouse e gli Usa hanno scritto una legge "ad 
hoc". Il Copyright e' un sistema di controllo delle grandi multinazionali 
dell'entertainment, e non si puo' chiudere gli occhi di fronte alla 
violenza del bollino (c) solo perche' ci siamo creati un giocattolo che 
crea una infosfera ridottissima di materiale libero.

>ora si punta alla diffusione di un modello
>alternativo, un diverso approccio al diritto d'autore attraverso le
>licenze copyleft, avrebbe ben piu' senso se distribuissimo musica
>licenziata sotto creative commons.

Questa puo' essere una buona idea, priva tra l'altro di controindicazioni 
negative, ma un conto e' spingere e sostenere il modello creative commons, 
un altro e' dire che la negazione e la contestazione del copyright e' 
superata. Non e' superata proprio per niente, se hai bisogno di sostenere 
un modello aperto e' proprio perche' all'esterno c'e' un potentissimo 
modello proprietario che tu contesti e metti in discussione con 
un'alternativa libera.

> >  Questo mi sembra molto piu'
> > creativo e costruttivo del progettare accompagnamenti in ospedale.
>no, quello che io ho letto da una parte sono riflessioni che parte del
>movimento digitale faceva anni fa' e dall'altra sono proposte che non
>tengono minimamente in considerazione cosa e' l'hackmeeting, mi stupisco
>che questa mail abbia avuto cosi' tanti reply.

Probabilmente perche' la questione non e' cosi' scontata come credi.

> > Scusate se intervengo anche se non c'entro niente.
>ci mancherebbe, sei piu' che scusato, questa e' una mailing list aperta
>a tutti e ci vuole puo e deve intervenire.
>pero' io non posso assolutamente scusare il fatto che tu ti sei
>approcciato a questa realta' senza cercare neanche minimamente per un
>attimo di comprenderla pur avendo in mente di scriverci sopra un libro.

Non mi perdoni? Che cosa devo fare per meritare indulgenza? Camminare in 
ginocchio sui ceci per un mese? Comunque non sto scrivendo un libro 
sull'hackmeeting, ma sulla pirateria, e quindi non vedo in che modo gli 
archivi di questa ML potrebbero essere utili al mio libro.

>- www.hackmeeting.org e' wiki (il che dovrebbe dirti gia' molto) e il
>piu' ci sono i link ai siti dei meeting passati
>- gli archivi della ml
>(noterai che non sono stato l'unico a farti questa osservazione).

Ma doe sta scritto che uno per partecipare ad una discussione deve leggersi 
per forza centinaia di mail? Non vale piu' la regola che "uno fa le cose 
perche' ha voglia di farle, e non perche' lo dice la legge?" Bene, io 
leggero' gli archivi della ML se e quando avro' voglia di farlo, e non 
perche' me lo dicono le leggi di qualcun altro.

>se non ci si sforza di comprendere con chi si ha a che fare si rischia
>di cadere in facili e inutili malintesi.

Su questo sono d'accordissimo, pero' io non sono andato da chi mi ha 
definito "giustizialista" a dirgli "prima di parlare, leggiti tutti i miei 
libri e i miei articoli sul G8", ho cercato di rispondere a lui 
considerando anche il fatto che potevano mancargli alcune informazioni. 
Quindi, cosi' come voi non siete tenuti a leggere tutte le mie cazzate 
prima di parlarmi e di farvi un'idea su di me, cosi' io mi ritengo 
esonerato dal fare corsi di recupero prima di guadagnare il diritto di parola.

>per essere piu' chiari potrei farti un esempio magari prendendo in
>considerazione la mia esperienza per non coinvolgere altre persone.
>io sono venuto a contatto con te solo 3 volte nella mia vita:
>una volta al moka, dove ho assistito ad un seminario sulla "storia
>dell'hacking" (dai fenici ad oggi) dove si sosteneva che i grandi geni
>morivano comunque _sempre_ soli e abbandonati essendo questo prerogativa
>dei grandi geni (bho, interessante si, ma anche no).

Ah-ah-ah... adesso sei tu che devi fare un ripassino... non sei stato 
attento durante la lezione: io ho detto solamente che se non stiamo 
attenti, i poteri forti rischiano di scippare e manipolare a loro 
piacimento anche la STORIA dell'informatica, e non solo le POLITICHE legate 
allo sviluppo della tecnologia. Per sostenere questa affermazione ho fatto 
vari esempi di invenzioni che sono state sviluppate da gente che e' morta 
sola e sfigata, poi e' arrivato il bill gates di turno a fare soldi con 
quelle invenzioni, e poi l'opinione pubblica associa per sempre il 
riccastro alla scoperta scientifica e non lo sfigato che l'ha REALMENTE 
inventata.

>un'altra volta sulla lista telestreet dove ho letto la proposta di fare
>una colletta tra tutte le telestreet e cercare di pagarsi una
>concessione locale per cercare di trasmettere in tutta legalita'
>materiale di ngv e delle telestreet (hahahahhahahah scusa se mi scappa
>da ridere ma le telestreet hanno come FONDAMENTO il riapproprio di
>frequenze inutilizzate).

E questo chi lo dice? Hai fatto l'esame di "FONDAMENTI DI TELESTREET"? Gli 
strumenti per fare una telestreet sono tanti, cosi' come sono tante le 
strade percorribili per la loro piena legittimazione. Una di queste strade 
e' la disponibilita' di una frequenza a livello nazionale, la differenza 
tra la mia proposta e quella di Orfeo Tv di utilizzo a livello nazionale 
dei canali 70 e 71 e' solamente che io proponevo l'acquisto materiale delle 
frequenze, loro propongono la legalizzazione politica dell'utilizzo di quei 
canali. A me la seconda strada sembra piu' lunga...


>e qui dove mi dici che stai scrivendo un libro intitolato "elogio alla
>pirateria" e dove proponi un concetto di "information wants to be free"
>terribile e estremamente distante dalla realta' in cui quel concetto e'
>stato formulato e dove emerge una tua completa ignoranza nei confronti
>dei meccanismi soggiacenti all'organizzazione del hackmeeting, evento
>abbastanza importante per la scena digitale italiana.

Sei Nostradamus !!! Hai poteri di preveggenza !!! Mi inchino a te, o sommo 
veggente, che riesci a valutare libri che non hai neppure letto.

>se io mi basassi solo su questi nostri tre incontri per farmi una idea
>potrei avere l'impressione di una persona che si approccia a delle
>realta' di movimento con l'ipocrita pretesa di autoeleggersi a storico e
>ideologo (scrivendo libri e documentandone la storia)

Urca !!! Ho dato questa brutta impressione? In realta' io sono solo uno 
scribacchino e una persona curiosa, a cui piace mettere il dito nelle 
contraddizioni... se volessi diventare un intellettuale famoso a quest'ora 
starei abbordando l'intellighenzia DS per salire sul carro dei prossimi 
vincitori, e non passerei il tempo a confrontarmi con gente che 
politicamente non conta nulla, ma che e' molto stimolante dal punto di 
vista intellettuale.

Ti prego solo di una cosa:

PRIMA DI APPICCICARMI LE TUE ETICHETTE, *LEGGI* LE COSE CHE SCRIVO.


_______________________________________________
Hackmeeting mailing list
Hackmeeting@kyuzz.org
https://inventati.org/mailman/listinfo/hackmeeting

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