Il Manifesto - 2/3 marzo 1986 "Ciao Luca". Triste addio al ragazzo ucciso
Luca Rossi ha avuto un funerale a piu' facce, tante per essere l'addio ad un ragazzo di venti anni. E' il segno di una
complessita' di esperienze, forse il ricordo piu' bello che lascia dietro di se'. Il funerale si e' svolto alla Bovisa, a poche
centinaia di metri dalla fermata dei filobus dove, domenica scorsa, Luca era stato colpito da un proiettile sparato da un
poliziotto in borghese, coinvolto in una lite stradale. MILANO. E' stata una cerimonia religiosa, politica, giovanile, musicale, poetica, non violenta. Il feretro e' arrivato dall'Istituto di medicina legale, puntuale alle 14.45, davanti alla parrocchia di santa Maria del Buon Consiglio. All'ingresso gli amici di Luca distribuivano mazzetti di violette, garofani e iris. Quando il feretro e' entrato sotto le volte neogotiche, un coro di giovani ha intonato "Blowing in the Wind". Il parroco, don Bruno Baraggia, prima di officinare il rito funebre, ha detto "Preghiamo per i familiari di Luca e per chi e' stato causa involontaria di questa morte e soffre con noi di questo lutto". Su un opuscolo, intitolato "Funzione eucaristica per Luca", erano stampati testi di canzoni, preghiere, passi dal Vangelo e dalla Bibbia. Passi scelti dai familiari di Luca, in particolare dalla madre Adele, presidente delle Acli di zona. Dal libro della Sapienza: "L'uomo onesto, anche se muore giovane ha una sorte felice. La saggezza vale di piu' dei capelli bianchi e una vlta onesta piu' di una lunga esistenza". Le omelie sono state fatte da due sacerdoti che avevano conosciuto e lavorato con Luca nella comunita' di quartiere. "Troviamo un senso a quanto e' successo nella parola, seguiamo l'esemplo della familia di Lucao, ha detto don Marcellino Brivio. "Difendiamo Luca, la sua storia, proseguiamo nel suo cammino di non violenza" ha aggiunto don Virginio Colmegna, della Pastorale del lavoro. Anche la signora Adele e' salita sul pulpito "Nel Signore c'e' la risposta, ne abbiamo fatto l'esperienza". Poi, mentre i ragazzi cantavano "Grazie alla vita" ha accarezzato a lungo il legno chiaro della bara. E' avvenuto, in piazza Schiavone, il momento laico della cerimonia. Su un terrazzo lo striscione rosso dell'Itsos di Bollate, I'ex scuola del ragazzo, con sopra scritto "Luca". Bandiere della stazione Bovisa di Dp e del centro sociale Lario. Su un lato della piazza, un palchetto pieno di fiori. Qui e' stato collocata la bara, con sopra quella "palestinese" di Luca. Gli amici avevano preparato una cassetta con le sue musiche preterite quella degli U2, Cure, Killiny Joke, e della Joy Division. Su questo sottofondo Silvano Piccardi ha letto poesie, Nina ha parlato a nome delle madri del quartiere, il segretario della Loc ha parlato di Luca obiettore di coscienza. Fablo Treves ha esegulto il blues piu' amato da Luca: "Quando il Signore ti chiama, devi muoverti". Roberta, del Centro sociale Lario, ha parlato di Luca "vulcano di idee, il primo ad arrivare, I'ultimo ad andare via". Un'amica ha letto una poesia mandatale da Luca: "Il mare piu' bello e' quello che dobbiamo ancora attraversare, i figli piu' belli sono quelli che non abbiamo ancora fatto". Nico Colonna, della sezione di Dp, ha ricordato "il grande altruismo di Luca, sorprendente un un giovane cresciuto nell'eta' del piombo... Non potrai piu' tornare in Irlanda, non potrai andare in Nicaragua, non ti correggero' piu' le tesine sul '68, non ti vestirai piu' da punk per poi venire a chiedermi giacca e cravatta per fare il nostro rappresentante di lista". Amari i punk della fanzine Amen, alla quale Luca collaborava: "Da domani riprenderemo a leggere i giornali, a bere the, a salire sull'autobus; tra un anno ci sara' la commemorazione, qualche centro sociale intitolato a Luca Rossi e, forse, ci sara' un altro ragazzo eliminato". Di nuovo, la signora Adele ha voluto ringraziare i presenti: "Luca era splendido e altrettanto lo siete voi". Occhi rossi, lacrime, soprattutto tra i coetanei. Teste ricciute coperte di neve affondate nella spalla del vicino. Alla fine il gruppo collettivo si scioglie in una liberatoria Internazionale. Pugni alzati; parte l'unico slogan di tutto il pomeriggio (la famiglia aveva invitato al silenzio e alla gioia): "Luca e' vivo e lotta insieme a noi, Ie nostre idee non moriranno mai". Applausi al passaggio del feretro che si dirige verso il cimitero di Bruzzano. |