Il Manifesto - 25 febbraio 1986 L'assassinio casuale
Un poliziotto litiga con due automobilisti. "Fatalita' dannata": e' l'epitaffio che il capo della squadra mobile milanese, Achille Serra, riserva alla morte del ventenne Luca Rossi. Il giovane, militante di Dp, e' spirato alle 3.30 di ieri all'ospedale Niguarda. Un proiettile Beretta 92S gli ha trapassato il fegato, stomaco e milza. A sparare, un poliziotto in borghese fuori servizio. Voleva fermare due "teppisti". Ha fermato, per sempre, un ragazzo che stava correndo per prendere l'autobus. di Manuela Cartosio e Bruno Perini MILANO. "Non e' il primo e non sara' neppure l'ultimo a morire cosi'" dice il padre di Luca, Carlo Rossi, "succedera' finche' i poliziotti useranno le armi per delle stupidaggini". Oppone una calma apparente alla tragedia. La moglie Adele, invece, piange. I Rossi stanno in via Varchi 1. Luca, con l'amico Dario Embi, e' uscito di casa domenica alle 21.40. Volevano finire la serata da Sergio Tosini, come tante altre volte. Dovevano prendere il filobus 91, all'incrocio tra piazza Lugano e via Bodio; si mettono a correre perche' lo vedono arrivare. Intanto il filobus 90, che viaggia in senso contrario, copre parzialmente la visuale ai due amici. Due colpi e Luca cade a terra. Li sentono, da casa, anche i signori Rossi: non ci fanno caso. Li informa, dieci minuti dopo, un vicino; si precipitano a Niguarda. Rivedranno il figlio solo morto. Cosa e' successo? Questa la ricostruzione dei fatti fornita in questura. Un agente (27 anni, da tre mesi in forza alla Digos) sta andando in auto a comprare un gelato per la famiglia. Vede due giovani (eta' apparente 25 anni) scendere da un 500 rossa e dirigersi verso una Golf nera. Cercano di tirar fuori in malo modo l'uomo dalla guida. L'agente interviene qualificandosi. La Golf si allontana; i due prima lo insultano, poi lo picchiano, quindi risalgono sulla 500 con l'intenzione di mettere sotto il poliziotto. A questo punto gli spari. Come dice il dottor Serra, uno dei proiettili "va ad incocciare" contro un giovane che stava andando a prendere l'autobus. Il proiettile estratto dal corpo di Luca e' ammaccato; "forse perche' lo ha colpito di rimbalzo" dice il dirigente della squadra mobile. La "ricostruzione" non e' altro che il racconto dello sparatore, in stato di choc e con una prognosi di 10 giorni per percosse. Per la squadra mobile non ci sono testimoni "utili", a 15 ore dall'accaduto gli investigatori non avevano ancora rintracciato i conducenti dei due filobus in transito. Delle due auto nessuna traccia, neppure un brandello di targa. Ma annotare il numero di targa non e' il primo riflesso condizionato di un poliziotto? Evidentemente, viene prima il grilletto. Luca Rossi era un militante di Dp dall'80; faceva lavoro politico alla Bovisa e all'universita' statale, era iscritto a filosofia. Era un ragazzo alto, magro e biondo. Gli piaceva la musica; da venti giorni aveva trovato una supplenza, il primo lavoro della sua vita. Comunicati di protesta e di denuncia sono venuti dalla Fgci e dal Coordinamento degli studenti medi milanesi. A Roma una delegazione di parlamentari demoproletari si e' recata ieri pomeriggio dal ministro degli interni. A Milano, Dp ha organizzato un sit-in silenzioso di fronte alla questura. Per questa mattina chiama allo sciopero gli studenti milanese, con concentramento in piazza Santo Stefano. Presente Dario Embi, ieri pomeriggio Dp ha tenuto una conferenza stampa. "Ci sentiamo emotivamente coinvolti - ha detto Guido Pollice - sottolineando che si stia minimizzando l'accaduto. La questura parla di incidente. Noi consideriamo gravi proprio questo tipo di incidenti, mettiamo sotto accusa un clima fatto di perquisizioni e armi spianate. Sono episodi che avvengono troppo di frequente a Milano. Ieri Luca e' stato ricordato dalla redazione di Aula Magna, la trasmissione autogestita dagli studenti in onda al pomeriggio a Radio Popolare. Da quel microfono era uscita parecchie volte la voce di Luca.
|