L'Unita' - 26 febbraio 1986 La sua scuola, quel silenzio "Luca vive con noi" e' scritto sul cancello dell'Itsos di Bollate, la scuola dove fino a un paio di anni fa il ragazzo ucciso frequentava l'indirizzo sociale e dove, dopo il diploma, era tornato per qualche tempo come assistente per gli handicappati. Non tutti, soprattutto i piu' giovani, lo hanno conosciuto personalmente ma l'assemblea indetta per ricordarlo e' affollatissima e insolitamente silenziosa, attenta, in una sala che spesso vede le assemblee trasformarsi in bolge dove nessuno ascolta nessuno. Invece tutti questa volta ascoltano Marco, amico e coetaneo di Luca e come lui ex studente dell'indirizzo sociale, che racconta le circostanze di quella morte assurda e invita ad andare subito a Milano, alla manifestazione. Poi parla Elena: "Sono rimasta molto colpita da quanto e' accaduta - dice - ma non mi sembra giusto usare per motivi politici la morte di un ragazzo". Anche questo intervento viene accolto, al di la' di qualche fischio, con un sostanziale rispetto. Proprio Luca ci ha insegnato - risponde un insegnate - che e' sbagliato separare i fatti della vita privata da quelli della vita pubblica e da quanto accade intorno a noi. rispettare Luca significa anche capire il significato politico che la sua morte ha. E questa e' una cosa diversa dalla strumentalizzazione". Per consentire agli studenti di partecipare alla manifestazione i docenti hanno sospeso l'attivita' didattica della mattinata, mentre il consiglio di istituto ha dichiarato il lutto della scuola per il giorno dei funerali. Nel pomeriggio si e' riunito il coordinamento degli studenti medi. I pochi presenti si sono limitati a valutare in modo positivo la riuscita della manifestazione, senza far cenno - inspiegabilmente - al grave incidente che ha funestato la mattinata, con il ferimento di una giovane impiegata della prefettura. |