2 mesi dopo Il caso non e' risolto! Sabato e domenica scorsi la maggior parte dei quotidiani ha riportato la notizia della identificazione e dell'interrogatorio dei presunti aggressori dell'agente della DIGOS che il 23 febbraio ha ucciso Luca Rossi. A quasi due mesi dall'accaduto, la ricostruzione corrente dei fatti sembrerebbe compiuta ed il caso risolto:
Questa presentazione del meccanismo causa-effetto tra l'aggressione e la difesa (legittima?) e' cosi' classica che induce a stare tranquilli: la nostra vita quotidiana non viene scossa da un fatto anomalo che vede coinvolto un tutore dell'ordine e "alla tragica fatalita'" si puo' attribuire al resto. Anche se e' difficile opporsi al desiderio di archiviazione, che sembra trasparire dalla maggior parte della stampa e dal "Giorno" in particolare, gli interrogativi che il "caso Luca Rossi" lascia aperti sono tanti e di diversa natura. L'agente della DIGOS esce di casa a cercare un gelato: e' plausibile questa motivazione in una zona in cui i bar a quell'ora sono chiusi e quando si e' gia' lasciato alle spalle l'unico posto aperto? L'agente si intromette nella lite senza qualificarsi secondo gli aggressori, mentre a suo dire viene picchiato proprio perche' si dichiara poliziotto; ma una delle due persone che interviene a sedare la rissa si dichiara poliziotto pur non essendolo e non viene aggredito. E allora chi dice il vero? La colluttazione prosegue con fasi alterne di pausa e di ripresa per diversi minuti, ma l'agente non rileva la targa della 500 quando questa cerca di scappare. No, decide di sparare "in aria e alle gomme", ma i riscontri oggettivi e le testimonianze sostengono che ha sparato in tipica posizione da tiro ad altezza d'uomo. Come si giustificherebbe altrimenti il segno sul palo della luce ad un metro e ottanta d'altezza? Secondo l'art. 53 del Codice Penale e l'art. 14 della legge 22.5.75 n. 152, l'uso delle armi e' consentito quando si presenta la necessita' di respingere una violenza o di vincere una resistenza, nonche' per contrastare il compimento di delitti gravissimi come il sequestro di persona, la rapina a mano armata, l'omicidio volontario". (Il Ministro degli Interni Scalfaro) L'operato dell'agente allora e' stato quantomai colpevole come sembra, o rientra nella prassi comportamento che viene normalmente richiesta? |