ALCUNE NOTE SUI COMPONENTI DEL GRUPPO DUOPOLY

(composto da Jon Dobie-Londra- e Claudio Parodi-Genova-)

Jon Dobie chitarrista e fondatore dei B-Shops for the poor. Ha suonato con  Peter Brötzmann e Ken Hyder's One Time.

Membro dei Sonicphonics. Tour europeo come special guest con ZGA. Performace Hip-hop,Techno ,House con Pakistani master musicians,Meta Khan e Imdad Hussein. Nuovi progetti :Total Touch (con Peter Kraut,Michael Wertmüller e John Edwards) ;Dynamix (con Ken Hyder e Scipio) ; Interference 3( con No Sleep Nigel e Fabrizio Spera)

Claudio Parodi ha una formazione classica -Jazz. Si è dedicato all'improvvisazione dopo aver incontrato  Barre Phillips.

Da alcuni anni con il suo piano suona " cheap electronics ". Ha organizzato

INTERSEZIONI CONTEMPORARY ART EXHIBITION. Ha suonato con Barre Phillips, Serge Pesce, Patrick Vaillant, Migueù Montanaro, Alain Joule. Tra i suoi progetti : Half Clouds, duo di improvvisazione con Michel Doneda al sax soprano ; Prauxparodie, duo musicale-poetico con la formazione  Voci Atroci, Luca Albrecht Prausello.

DUOPOLY:

Un progetto futuristico dove i due improvvisatori utilizano la propria voce come strumento attraverso suoni polistrumentali e cheap elettronics.

B-shops for the poor

Gruppo della scena jazz-radicale inglese, composto da cinque elementi, ognuno dei quali già impegnato in altri progetti collaterali del giro “avantgard” come God, The Honkies, Sonicphonics, Total Touch, Happy End, One Time. Pezzi destrutturati i loro, ricchi di spigolose geometrie composte da strumenti a loro volta controllatissimi. La chitarra (di Jon Dobie), sempre in sottofondo, agisce libera in aspre e continue dissonanze, fino a che i fiati (David Petts al sax tenore e Adrian Northover a quello alto e soprano), non si concedono lancinanti fughe a base di acuti urlanti e massacri sonori di scuola brötzmaniana. La voce (di Louise Petts) è di un’eleganza sicura e asciutta; più che cantante è una sorta di impassibile narratrice, che quando non è occupata con il sassofono non disdegna neppure la danza sui pezzi più ritmici del gruppo. Sintetiche basi ritmiche programmate al computer (da David Petts) si mischiano alle calde e gravi partiture del contrabbasso (di John Edwards), che a sua volta rientra nelle spirali create dai sassofoni o passa a sconvoltissime raffigurazioni free con l'archetto. Collaborazioni nel tempo con Peter Brötzmann ed Elliott Sharp, oltre a tutta una serie di dischi su etichetta No Wave (di proprietà del gruppo). Il loro ultimo lavoro s’intitola “A passionate journey” ed è registrato completamente dal vivo.

Intervista con Jon Dobie (chitarrista e co-fondatore dei B-Shops For ThePoor)

Che mi dici del vostro ultimo tour italiano, che ormai risale allo scorso aprile? Impressioni/reazioni positive e negative...

Come saprai, nell’ultimo tour italiano abbiamo suonato a Verona (Il Posto), Torino (Csa Gabrio), Roccamorice (AlternativePub), Roma (Cervello a Sonagli), Bologna (Livello 57), Faenza (Clan Destino). Il tour, organizzato in maniera del tutto brillante da Sergio Amadori (Circ’a), ci ha reso il lavoro veramente piacevole, facendoci toccare tra l’altro città dove non eravamo mai stati prima (Verona, Torino) e conoscere un sacco di gente nuova che si è sempre preoccupata di noi alla grande, concedendoci a più riprese di indulgere in quelli che sono i nostri “gusti italiani” preferiti (cibo, caffè, grappa, vino...). Ognuno dinoi ama suonare specialmente in Italia! Tutti i concerti sono andati bene, e generalmente la reazione verso la band è stata buona. A me è piaciuto in particolare il concerto di Roma, anche se tutti i nostri posters erano stati coperti dai manifesti politici (era infatti periodo di elezioni!). Comunque sia, è proprio valsa la pena vedere i nostri amici di Roma (Ale in particolare...) che saltellavano divertiti in su e in giù dopo che il candidato di Berlusconi nella loro zona era stato battuto! Ci piacerebbe ringraziare anche Morena del Clan Destino per la fantastica ospitalità, Cristian del Livello 57 per aver provveduto a filmare il concerto e tutte le altre persone coinvolte per aver reso la parte italiana del nostro tour così divertente. Stiamo cercando di ritornare assolutamente nel mese di marzo del 1996...speriamo bene!

Riuscite al momento a vivere di sola musica?

Si. Ma non solo con quella dei B-Shops For The Poor. Come sai, alcuni membri della band sono coinvolti in altri progetti: God, Sonicphonics (che hanno girato anche dalle nostre parti lo scorso dicembre, ndr), The Happy End, The Dynamic Duo, etc. Ma, ad onor del vero, il progetto che ci eccita di più al momento è quello dei Total Touch, con Peter Kraut e Michael Werthmuller degli Alboth!, oltre a John Edwards ed il sottoscritto dei B-Shops For The Poor. A parte questi gruppi, c’è poi l’attività con l’etichetta No Wave, distribuita in Italia dalla Demos di Napoli. Ci sono due nuove uscite in programma: la prima è “A passionate journey” dei B-Shops For The Poor, un cd dal vivo. Sai, abbiamo registrato ogni concerto del nostro ultimo tour e questo cd ne è il risultato finale, mixato e masterizzato dal nostro fonico di fiducia Colin McLean, che in precedenza suonava il basso con i Dog Faced Hermans. La seconda uscita, invece, è “Eine violine fur Valentin” di Jon Rose, con ospiti Uli Gumpert, Lauren Newton, Max Goldt, Connie Bauer e Peter Hollinger, lavoro registrato in origine per conto della Bayerische Rundfunk in Germania, ma adesso finalmente pronto all’uscita su No Wave. Abbiamo anche da poco iniziato l’attività come No Wave Booking, una piccola agenzia “cooperativa” per la spedizione e l’aggiornamento delle informazioni sui nostri progetti, oltrechè per l’organizzazione vera e propria dei concerti. Ma non tutti quelli che fanno parte dell’agenzia sono coinvolti come noi nella musica d’avanguardia. Alcuni amici (come ad esempio Maxi Jazz & The Soul Food Cafe) sono infatti molto più “mainstream”...

Che mi dici del circuito della musica d’avanguardia inglese? Gruppi, locali, stampa...

Il circuito della musica d’avanguardia inglese? Ne esiste uno? Non lo so. Mi sembra che la maggior parte della gente coinvolta nella musica che io conosco si prenda cura da sola del proprio “business”. Ci sono gruppi slegati di amici che si scambiano informazioni...ma se qualcuno ha idea di dove e come si articoli il circuito della musica d’avanguardia inglese è pregato di farmelo sapere...grazie!

Qual’è la molla che vi tiene uniti?

Cos’è che ci tiene uniti? Fatta eccezione per le prove ed il periodo dei concerti, i membri del gruppo si vedono fra loro molto raramente. Ci teniamo in contatto per telefono, ma non viviamo assolutamente nelle tasche altrui; così quando ci ritroviamo assieme abbiamo sempre delle storie fresche da raccontarci, idee da scambiarci, eccetera, il che ravviva estremamente il gruppo. In questo senso ognuno di noi sa che le prove portano ai concerti, e non tanto ad un’altra prova la settimana dopo!

Com’è la vostra posizione in campo internazionale? Reazioni dal vivo e dai media...

Il nostro ultimo tour ha toccato Belgio, Svizzera, Italia, Austria, Ungheria. In precedenza avevamo girato in Germania, Olanda, Estonia e suonato naturalmente anche in Francia, Inghilterra e Scozia. I nostri cds arrivano in tutti questi paesi, oltre che in Canada, Stati Uniti, Giappone. Qualche volta anche in Russia. Pare che riceviamo una discreta copertura radio e stampa più o meno dovunque arrivano i cds. Le reazioni, comunque, variano. Alcune persone hanno grossi problemi a digerire la nostra batteria programmata e l’uso del computer; altri vedono questi elementi come un legame con la musica “techno” o elettronica in genere.

Progetti futuri, sia come band che come etichetta?

Per quanto riguarda i B-Shops For The Poor, ho già iniziato a fissare le date per un tour europeo che prenderà il via a marzo del 1996. Qualsiasi posto in Italia che sia interessato può prendere contatto con me o con Sergio Amadori/Circ’a (tel/fax 0464-431741, ndr). Siamo stati invitati a suonare anche in Canada ed è per questo che stiamo provando ad organizzare un tour da quelle parti. Ci hanno chiamato a fare un tour pure in Russia, invitandoci tra l’altro anche ad un nuovo programma di una televisione russa sulla “musica elettronica seria”. Queste tournees mi terrano occupato per un bel pò di tempo...

Vi è una sorta di filosofia del “fai da te” dietro il vostro lavoro?

Beh, questa filosofia del “fai da te” nasce esclusivamente dalla necessità. Mi piacerebbe alla follia che qualcun’altro si occupasse di tutta l’organizzazione, in modo che il sottoscritto potesse dedicarsi a suonare e basta! Quindi, chiunque là fuori sia in grado di farci suonare di continuo si faccia vivo!!!

C’è nessun gruppo che ti piace da morire al momento?

Il mio “gruppo” preferito è quello di Slawterhaus (con Jon Rose, Johannes Bauer, Peter Hollinger, Dietmar Diessner). Ho avuto la fortuna di fare un concerto in una serata dove c’erano in scaletta anche gli Slawterhaus: wow!!! Che band fantastica... Di recente ho visto Han Bennink e Fred Frith in duo, anche loro grandi! Poi qualsiasi progetto dove ci sia Peter Brotzmann. Anche gli Alboth! e Blade, il miglior rapper anglo-armeno...

Come scegliete gli artisti con cui collaborare e come giudichi i risultati raggiunti finora?

La collaborazione con Peter Brotzmann mi è piaciuta veramente. I concerti che abbiamo tenuto assieme avevano un’energia speciale. Vuoi saper come l’ho conosciuto? Semplice: al bar del festival “Outside in” in Inghilterra. Gli chiesi soltanto se voleva fare un cd con noi. Gli detti una copia del nostro primo lavoro e qualche mese dopo ci chiamò e disse di si! Semplice... Con Elliott Sharp è andata esattamente alla stessa maniera, solito festival ma uno o due anni più tardi. Con lui siamo andati direttamente in studio senza perder tempo: aveva un paio di giorni liberi prima di volare a casa a New York e così... L’importante è chiedere e basta: se non chiedi, non ti verrà mai dato!!! Mi piacerebbe veramente tanto suonare con i tipi degli Slawterhaus, con Han Bennink, con Fred Frith... Quindi non mi resta che chiederglielo la prossima volta che li vedrò! Chissà, potrebbero anche dire di si!?! Ho poi una “dream band” nel cassetto che è quella dei Big Shops, ovvero: Jon Rose, Peter Hollinger, Tim Hodgkinson, Dan Maurer, Mark Sanders, Steve Blake, fors’anche Johannes Bauer ed Evan Parker, oltre ai membri ufficiali dei B-Shops For The Poor... PIACE (in collaborazione con Red*Paint*Brush)