APPELLO URGENTE

9 dicembre 1997

 

Il Collettivo Zapatista di Lugano diffonde e informa la società civile, gli organi di informazione e le autorità competenti sulla grave situazione venutasi a creare nel sud-est messicano e più precisamente in Chiapas.

Ci giungono notizie infatti di clamorose violazioni dei diritti umani, perpetrate inoltre in altri 11 stati dell'unione (Bassa California, Chihuahua, Distretto Federale, Michioacan, Guerrero, Oaxaca, Puebla, Campeche, Yucatan, Vera- cruz, Tabasco).

E' nota la situazione nel Chiapas: il governo messicano, nel febbraio '96, aveva sottoscritto con i rappresentanti dell'EZLN i cosiddetti accordi di San Andres, che prevedevano una serie di riconoscimenti alle popolazioni indigene. Ebbene, non solo quegli accordi rimangono lettera morta, ma si é assistito, già a partire dal marzo '95, ad una crescente militarizzazione del territorio (sempre più campi militari nelle prossimità delle comunità zapatiste; la CONAI parla di un effettivo di 80000 soldati nella regione della Selva Lacandona) e ad una escalation di violenza contro la popolazione civile da parte di bande armate (alle Guardias Blancas si sono aggiunti altri sei gruppi paramilitari) i cui legami con l'esercito federale messicano sono noti.

Si è dato così avvio ad una guerra di bassa intensità condotta a danno delle popolazioni indigene, formate esclusivamente da civili che subiscono queste azioni squadriste per il solo fatto di rappresentare la base sociale del Movimento Zapatista. Inoltre va evidenziata la dura repressione attuata dai corpi di "polizia giudiziaria" e "sicurezza pubblica" colpevoli di utilizzare quotidianamente e sistematicamente la tortura, eseguire arresti arbitrari riempiendo le carceri messicane di detenuti politici, privati di qualsiasi diritto.

In particolare vengono denunciate da più parti le dure condizioni all'interno del carcere "Cerro Hueco" (buco nella montagna) di Tuxla Gutierrez, capitale dello Stato del Chiapas.

Solo nell'ultimo mese si segnalano, ad ulteriore testimonianza dello stato di tensione e della assoluta libertà d'azione ed impunità di cui godono questi gruppi armati, l'attentato alla vita di Mons. Samuel Ruiz vescovo di San Cristobal de las Casas, che nelle vesti di presidente presidente della CONAI (Commissione Nazionale di Intermediazione) é l'intermediario ufficiale fra governo messicano e l'EZLN e strenuo difensore delle popolazioni indigene, l'attacco a 15 comunità con i relativi furti e saccheggi, case di simpatizzanti zapatisti bruciate (oltre 50), l'assassinio di 14 indigeni documentato (vi é la possibilità che altre persone siano state uccise), la messa in fuga di oltre 6000 indios.

A ciò si aggiungono numerosi episodi di intimidazione nei confronti di altri prelati, anche non messicani, che si trovano nel Chiapas; diversi sono stati incarcerati con l'accusa di terrorismo e molti espulsi senza giustificazioni.

Anche diversi volontari europei, in questi ultimi giorni, hanno subito lo stesso provvedimento di espulsione.

Queste drammatiche notizie, che lasciano presagire un'offensiva ancora più ampia e brutale, ci inducono a pensare che questa strategia militare del terrore faccia parte di un preciso disegno politico teso a soffocare le aspirazioni di reale democratizzazione di ampi strati della società messicana.

In questo senso ci chiediamo quale sarà il reale utilizzo dei famigerati Pilatus prodotti in Svizzera e venduti al governo messicano. Oltre a ciò ci domandiamo quale sia la connessione tra la drammatica situazione sopra descritta e l'annunciato insediamento di una nuova filiale della Nestlé, che nelle scorse settimane presagiva grandi e proficui affari proprio nella zona del Chiapas. Il caffè saccheggiato nelle comunità é venduto alla multinazionale di Vevey.

L'8 dicembre era prevista a Bruxelles la firma di un trattato economico preferenziale tra l'Unione Europea e Messico. Evidentemente si ritiene soddisfatta la clausola della costituzione dell'Unione Europea che vieta agli stati appartenenti di avere relazioni commerciali con paesi non rispettosi dei diritti umani. Ciò che sta accadendo tuttora in Chiapas è una chiara situazione di mancato rispetto dei diritti umani.

Facciamo appello affinché l'opinione pubblica ma soprattutto il governo federale elvetico faccia pressione sul governo messicano per mettere fine a queste continue violazioni che impongono a migliaia di bambini/e, donne e uomini la fuga dalle loro comunità, dalla violenza paramilitare e governativa e di sopravvivere sulle montagne in una situazione di estrema difficoltà, caratterizzata dalla mancanza pressoché assoluta di generi alimentari di prima necessità, alla quale si aggiungono drammatiche situazioni di salute.

E' importante che in questo momento arrivino soprattutto aiuti concreti quali alimenti, coperte, vestiti , medicinali (mirati, non a caso) che possono essere mandati tramite le organizzazioni dei diritti umani non governative presenti sul territorio.

Gli aiuti finanziari possono essere versati sul ccp numero 69-38594-0 del C.S.O.A. il Molino 6952 Canobbio, specificando la causale "Chiapas".

COLLETTIVO ZAPATISTA

LUGANO

 

 

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