RESOCONTO DELLA CCIODH
Profughi
senza garanzie per il ritorno alle loro comunità e costante presenza militare
nella zona di conflitto. La commissione Civile Internazionale di Osservatori
dei Diritti Umani ha concluso i suoi lavori nella zona di conflitto, dove
ha riscontrato che i pattugliamenti militari proseguono, nonostante la
presenza dell'esercito federale sia minore in alcune regioni, e che persiste
il fenomeno dei profughi di guerra.
I componenti della Commissione, suddivisi in gruppi di lavoro, dal 15
al 27 febbraio, hanno percorso la zona di conflitto visitando 50 comunità
e le Carceri di San Cristobal, Cerro Hueco, Macuspana (Tabasco), Villahermosa
(Tabasco).
La Commissione ha inoltre realizzato interviste a enti statali, personalità
ed organizzazioni della società civile. Tra cui il governatore dello stato
del Chiapas Pablo Salazar Mendiguchia, la Rete degli Avvocati Comunitari,
Global Exchange, la Rete di Pace, Ciepac, la Commissione di riconciliazione
dei conflitti comunitari, il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de
las casas, il Centro dei Diritti Umani Fray Lorenzo de la Nada, la Segreteria
dei popoli indigeni (SEPI), Medici del Mondo, la Segreteria di Sviluppo
Sociale (SEDESO), la Commissione nazionale dei Diritti Umani delegazione
di San Cristobal, l'Istituto Nazionale Indigenista (INI) e la Segreteria
dell'Ambiente e delle Risorse naturali (SEMARNAT).
Queste sono le prime valutazioni che saranno la base per un'analisi più
approfondita della situazione dei diritti umani che sarà riportata in
un rapporto completo di conclusioni e raccomandazione, che la Commissione
presenterà alle varie istituzioni che l' hanno avallata.
1.
Militarizzazione e paramilitarizzazione nella zona di conflitto
Sebbene abbiamo constatato una minor presenza dell'esercito federale in
alcune zone, abbiamo ricevuto informazioni sul proseguimento dei pattugliamenti,
in particolare il municipio di Ocosingo e nella zona della frontiera con
il Guatemala. I sorvoli degli aerei e degli elicotteri continuano a seminare
allarme nelle comunità, i posti di blocco volanti impediscono il libero
transito degli abitanti e, nei luoghi dove permangono i quartieri militari,
la popolazione lamenta l'inquinamento dei fiumi e delle zone limitrofe.
D'altra parte, abbiamo ricevuto numerose denunce riguardo la permanenza
di strutture paramilitari. Per esempio, nella zona Nord, questa situazione
genera forti tensioni nelle comunità in quanto il solo fatto che non si
sia proceduto al disarmo dei paramilitari, rappresenta una costante minaccia
per la sicurezza della popolazione civile.
2. Persistenza
dei rifugiati di guerra
Le Comunità de Los Altos ritengono che non esistano le garanzie sufficienti
per il ritorno ai loro luoghi d'origine. I tagli degli aiuti umanitari
per i rifugiati sono percepiti come un fattore di pressione per il ritorno
forzato in condizioni di rischio. I membri dell'organizzazione civile
Las Abejas, ritornati nei loro luoghi di origine, sono preoccupati per
le condizioni di insicurezza a causa dell'obbligo di convivere con alcune
persone riconosciute come loro aguzzini.
3. Situazione
generalizzata di impunità e ostacoli nell'accesso alla giustizia
Nella zona Nord, numerose famiglie continuano ad essere rifugiate. Non
solo non hanno avuto giustizia in quanto a indennizzi, ma sono colpite
dalla situazione di impunità che vige nella regione. Le vittime della
violenza, si sentono esclusi dal processo di riconciliazione che considerano
solo una manifestazione di buona volontà, in quanto le cause che hanno
dato origim^ne al conflitto persistono perché la giustizia non viene applicata
con rigore.
4. Casi
di detenuti per reati di opinione
Nonostante le assicurazioni del governo dello Stato del Chiapas che dichiara
che non esistono detenuti per reati di opinione, nelle comunità quanto
nei diversi penitenziari, la Commissione ha raccolto testimonianze di
persone che si ritengono in carcere per delitti di opinione. Gli intervistati
credono che non ci sia nessun progresso né per quanto riguarda le imputazioni,
né nella mancanza di equità nell'amministrazione della giustizia. Inoltre,la
Commissione ha potuto constatare che le condizioni di detenzione sono
disastrose (sovraffollamento, condizioni igieniche insufficienti, trasferimenti
arbitrari, ecc.). Riceviamo ora un comunicato che ci informa che tre detenuti
del carcere di San Cristobal che tre giorni fa avevano rilasciato un0intervista
con la CCIODH, sono stati trasferiti in cella di punizione.
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6. Deterioramento
delle condizioni economiche nelle comunità
Più che in occasione delle due visite precedenti, le comunità hanno sottolineato
il deterioramento delle condizioni di vita, sia in ambito economico che
sociale. La caduta dei prezzi delle coltivazioni tradizionali e la mancanza
di accesso alla commercializzazione dei loro prodotti, sono considerati
i problemi più impellenti. In questo contesto, la carenza di servizi di
base nell'ambito sanitario e nell'istruzione, diventa ancora più drammatica.
I programmi di sviluppo per la lotta alla povertà, sono considerati in
molte occasioni discriminatori, perché non contemplano lo sviluppo integrale
della comunità ed i criteri di selezione dei beneficiari non sono chiaramente
definiti, quindi sono percepiti come una forma di proselitismo elettorale.
In alcuni casi, si è potuto verificare che i beneficiari dei programmi
di edificazione di case, appartengono tutti ad uno stesso partito politico.
7. Persistenza
dei conflitti agrari
Oltre a discutere dei problemi generati dal ritardo storico nella titolarità
agraria che è stato un fattore di divisione, scontri e sgomberi, le comunità
hanno aggiunto che i processi di titolarità individuale auspicati dal
PRODEDE, non contribuiscono alla sicurezzadel possesso della terra, ma
generano ulteriori divisioni. In questo contesto, le comunità si sentono
senza protezione di fronte ai piani di sviluppo del Piano Puebla Panama.
Questo produce incertezza e proteste ogni volta che le comunità indigene
sono escluse dagli strumenti di controllo delle risorse, del territorio
e dalle forme giuridiche di esercizio dell'autonomia, che per loro sono
rappresentati dalla legge elaborata dalla Cocopa, prodotto degli Accordi
di San Andrés.
8. Diritti
degli immigrati
Le condizioni dell'immigrazione nella frontiera sud sono allarmanti. La
Commissione ha ricevuto molte denunce di criminali ed agenti governativi
che potrebbero essere responsabili di furto, violenza, maltrattamenti,
tortura e traffico di persone. Nella visita a Tapachula, è risultata preoccupante
la presenza e l'intervento di forze militari in ambito civile, così come
le precarie condizioni dei centri di detenzione. E' doloroso verificare
che è lo stesso trattamento riservato ai messicani alla frontiera con
gli Stati Uniti. San Cristobal de las casas, 27 febbraio 2002.
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