INFORME DESDE CHIAPAS

Il Messico sta cambiando: lo sta facendo in base alle richieste del mercato internazionale, come tutto il resto del mondo. In tutto lo stato si sta portando avanti un mega-progetto, già studiato e presentato da Zedillo durante il suo mandato (dal '95 al 2000), e ora sostenuto anche da Fox. Si chiama Plan Puebla Panama (PPP) e sta rivoluzionando tutta la regione centroamericana, ovviamente per favorire l'economia statunitense. Per questo motivo l'informe 3 da ampio spazio a questa tematica con riflessioni ed esempi pratici.
La grande scommessa dell'economia mondiale di questi anni è capire chi riuscirà a mettere le mani sul mercato giapponese, cinese e dell'intera zona asiatica. A conti fatti il mercato nordamericano ha capito che gli è molto più conveniente arrivare in zona asiatica, non attraversando il proprio paese, ma spostando le proprie merci passando dai territori del vicino Messico, dove peraltro si può trovare una mano d'opera a basso costo. Per questo è stato ideato un piano colossale, che è già in atto da molti anni, anche se a conoscenza solo di pochi. La sua concretizzazione è lenta, ma sono già state gettate le basi fondamentali per la sua attuazione; la quale però deve fare i conti con chi dal mercato internazionale non ha niente da guadagnare, con quelli che vivono su delle terre da sempre e non sanno che delle loro case è già stato deciso altro destino. Proprio in questi ultimi mesi si sono manifestati, davanti agli occhi della società internazionale, alcuni esempi pratici di cosa comporta tale progetto. Si sta tentando di costruire una rete di vie di comunicazione tale da favorire il trasporto delle merci, si stanno aprendo grandi fabbriche con mano d'opera a basso costo, si sta favorendo l'espropriazione nella Selva Lacandona, una delle più grandi riserve mondiali della biodiversità, si sta insomma favorendo il volere delle multinazionali.
Uno dei casi più recenti e sicuramente più discussi degli ultimi tempi, legato all'espropriazione di terre, riguarda la volontà di costruire un nuovo aeroporto commerciale nelle vicinanze di Città del Messico, ad Atenco.
La determinazione del governo nell'attuare il suo folle piano, che tra le altre cose consiste nello sgomberare 171 famiglie, si è dovuta scontrare con la determinazione degli indigeni locali, che non hanno nessuna intenzione di rinunciare alle proprie terre. Tutto questo richiama alla mente quanto era successo alle comunità zapatiste della Selva Lacandona, nella riserva di Montes Azul in Chiapas ( vedi Informe1 ), le quali si devono ora confrontare con la volontà delle multinazionali di brevettare nuove scoperte, di azzerare la ricchezza della Selva introducendo la coltura degli eucaluptus famosi per rendere in pochi anni il terreno non-coltivabile. Questo costringerebbe gli indigeni a scappare in cerca di terra fertile dove seminare mais e fagioli, indispensabili per la loro sopravvivenza. E tutto questo accade grazie al governo, quel nuovo governo del PAN, che avrebbe dovuto migliorare la situazione e soprattutto riparare alle scelleratezze commesse dai suoi predecessori. Invece tollera le aggressioni agli indigeni in resistenza a Oaxaca, sostiene le continue incursioni nelle comunità zapatiste e non ricorda neanche di avere ancora un dialogo in sospeso… Dialogo che da parte zapatista si è interrotto da più di un anno, con l'ultimo comunicato ufficiale che risale al non riconoscimento della legge indigena votata dal parlamento.
Questo silenzio si contrappone alle mille parole sprecate di Fox, e fa comunque sperare in un quotidiano lavoro, pacato ed efficace, atto a consolidare l'autonomia dei popoli in resistenza.
Ni un paso atras.
Collettivo zapatista Lugano
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