LA LEGGE INDIGENA, FATTA DA POLITICI E IMPRESARI


Lo scorso anno, nel mese di febbraio, si è svolta in Messico la Marcia per la Dignità indigena. In un viaggio di migliaia di chilometri, partendo dalla Selva Lacandona del Chiapas fino a Città del Messico, si sono incontrate milioni di persone che hanno ascoltato le rivendicazioni degli indigeni, durante le grandi manifestazioni di piazza ed hanno garantito uno svolgimento sicuro del viaggio alla delegazione dell' EZLN, inoltre si sono uniti al grido generale di Adesso basta!
A seguito di questa manifestazione, con una prima mondiale, alcuni indigeni messicani, rappresentanti diverse etnie presenti sul suolo nazionale, hanno partecipato ad una riunione del parlamento, dove hanno potuto esprimere la propria parola riguardo i contenuti della nuova legge sulla cultura e sui diritti del proprio popolo. A nulla è servito tutto questo sforzo: la nuova legge, che è stata sostituita nella costituzione dello stato del Messico, non soddisfa per niente le necessità degli indigeni. Questa la dichiarazione a caldo dei portavoce dell'EZLN, che critica duramente la nuova legge nei suoi vari aspetti. Questo nuovo punto della costituzione non soddisfa né le richieste dei popoli indigeni, né quelle del Congresso Nazionale Indigeno e neanche quelle della società civile nazionale ed internazionale che si è mobilitata in massa per la Marcia della Dignità. Le critiche portate degli zapatisti si riferiscono a diversi punti che la nuova legge ha cambiato rispetto a quanto era stato concordato con la firma degli Accordi di San Andrés. L' "iniziativa della legge della COCOPA" (quella firmata a San Andrés), viene cambiata nei sui punti sostanziali; per quanto riguarda l'autonomia e la libera determinazione dei popoli, la terra e il territorio, lo sfruttamento delle risorse naturali, l'elezione di autorità municipali e il diritto di associarsi a livello regionale. Anche se si era detto a favore della riforma avanzata dalla COCOPA, Fox ha accettato questa nuova legge e non solo, ha anche convinto maggior parte del parlamento perché fosse accettata. Il nuovo regolamento non fa altro che offendere il popolo indigeno e anche tutte le persone che si sono mobilitate per esso; rovina il rapporto tra governo ed EZLN, rende quindi poco probabile una soluzione negoziata della guerra in Chiapas e mostra maggiormente la distanza tra la classe politica e la domanda popolare.
Le lamentele dei vari popoli e la presa di posizione ufficiale di 320 municipi, hanno portato la questione davanti alla Suprema Corte di Giustizia dello stato del Messico. Nella prima settimana di settembre si è avuta una risposta: come già avevano fatto il potere esecutivo e legislativo, anche il massimo organo di giustizia ha ratificato la nuova legge riguardo i diritti e la cultura indigena.

Con questa presa di posizione anche il massimo organo di giustizia del paese non vuole ascoltare il clamore del popolo, il quale ha cercato di esprimere il proprio dissenso in ogni modo, e ha richiesto la messa in atto degli Accordi di San Andrés, firmati dalle due parti nel lontano '96.
Il giorno 10 settembre 2002, si sono riuniti a San Cristobal de las Casas in Chiapas, provenienti da più parti dello stato, gli indigeni che volevano esprimere il loro dissenso legato alla ratifica di una legge decisa dal governo. Senza volerne far mistero, gli oratori hanno dichiarato che la decisione presa dalla Corte di Giustizia avrà conseguenze negative.
Quelle espresse in piazza sono solo alcune tra le conseguenze, e si riferiscono al fatto che le porte del dialogo per costruire la pace in Messico sono ormai chiuse, perché non ha più senso continuare un processo di pace se gli accordi che si firmano non sono tradotti in pratica. Quello che esce chiaramente dai fatti accaduti è che l'organo di governo messicano, nella stessa maniera del governo al potere per i 71 anni di dittatura priista, non sta dalla parte del proprio popolo ma bensì a favore dei propri interessi, di quelli del capitale transnazionale e del governo degli Stati Uniti.La legge che è appena stata imposta da Fox e dal Congresso, e ratificata dalla Corte di Giustizia, tiene solo conto delle necessità delle multinazionali, le quali pensano solo a saccheggiare le risorse naturali della zona. E se questo è quello che succederà, allora saremo noi, dicono uniti tutti gli indigeni messicani riunitisi a San Cristobal, a doverci unire alla società civile per difendere la nostra patria. La manifestazione di piazza tenutasi nella cittadina del Chiapas, ha anche voluto sottolineare la grave situazione che si sta creando in questo stato. I portavoce denunciano il preoccupante aumento di militari nella zona ed anche gli attacchi perpetrati recentemente da gruppi paramilitari, che si avvalgono dell'impunità da parte del governo federale e statale, ai danni delle basi d'appoggio dell'EZLN e alle autorità dei municipi autonomi. Al grido di "La legge che vogliamo sono gli Accordi di San Andres!!, No al Plan Puebla Panama e Lotteremo per l'autonomia dei popoli indios" è stata dichiarata la continuazione della resistenza ribelle degli Zapatisti.

 

DI PRESE IN GIRO, LA COCOPA
di Ricardo Robles. La Jornada 8-10-2000

Se accettiamo la realta' avremmo memoria e ricorderemmo che l'unica osservazione dell'EZLN alla riforma costituzionale approvata e promossa l'anno scorso fu che si trattava di un tradimento. Da voci molteplici del movimento indigeno e dalla societa' civile fu qualificata come presa in giro. La reazione dal mondo indigeno fu di totale rifiuto e l'esigere l'attuazione di quanto firmato a San Andres. Nessuno fece 'osservazioni' al tradimento o alla presa in giro, ne' si potrebbero fare perche' supporrebbero che si accetta in generale la proposta, anche se con certe modifiche. E questo non e' mai accaduto. Che cosa dice l'attuale Cocopa di tenere conto delle 'osservazioni' di tutti questi cittadini? Sta fingendo di non sapere neppure ricordare e di prendere in giro di nuovo, cosi' suppone, i messicani.

 

Annuncia pero' piu' di questo, una postura inflessibile d'appoggio totale all'apprezzamento dell'Esecutivo e alle sue presunte vie di soluzione. Dice di nuovo, in altri termini: o si riconoscono minori d'eta' e si integrano alle politiche economiche gia' decise o sono irrazionali. La prova sarebbe chiara: non la pensate come il Potere Esecutivo, non assumete d'essere merce d'occasione. Il recente annuncio di una 'nuova proposta di riforma costituzionale si riduce, cosi' sembra, a cinque leggi secondarie per applicare la riforma del 2001. Ed ognuna di loro rinnega quanto firmato a San Andres ed offende i popoli indios, li prende in giro, li minimizza, li segrega.

La legge d'amnistia, prima annunciata, merita ricordare quella magistrale risposta dell'EZLN alla prima offerta d'amnistia: Per cosa dobbiamo chiedere perdono? Di cosa ci perdonerete? Possiamo domandarci che senso avrebbe tale proposta se basterebbe attuare le leggi in vigore. La direzione che prendono le seguenti proposte di legge fa temere che piu' che altro si tentera' di limitare l'attuale.Legge per il Dialogo e la Pace Giusta in Chiapas.

La legge per lo sviluppo sociale non sarebbe altro che un rafforzamento legale del piano che l'Esecutivo impone e con il quale pretende di risolvere i problemi che hanno dato origine al conflitto, scegliendo a proprio gusto le carenze come motivo unico e vedendole dal suo molto particolare parere, a convenienza. E' da temere che la nuova iniziativa di programmi rafforzi la linea selettiva di benefici che tanto ha smembrato le comunita' con cattive intenzioni.

La legge per la protezione e lo sviluppo delle culture indigene fin dal suo titolo e' gia' indignante. Non e' da prevedere che sara' accolta dai popoli indigeni e molto meno con entusiasmo. Potrebbe forse, da come si annuncia, propiziare una campagna contro il razzismo tra la societa' meticcia. Non vedo da dove possa attribuirsi al Congresso capacita' e legittimita' per regolare o dare il via alla trasmissione dell'identita' dei popoli. Sara' che li vuole proteggere dal Potere Esecutivo, o quale sviluppo annuncia se non quello gia' proposto dagli economisti e rifiutato dai popoli.

La legge per proteggere l'ambiente e la biodiversita', regolando il diritto delle comunita', sembra solo voler rafforzare l'espulsione delle comunita' che abitano zone della piu' ricca biodiversita' e sgombrare il terreno agli investimenti senza il disturbo della gente. Promette, cosi' sembra, le primizie delle risorse naturali. Cosa sara' questo qui? Forse tollerare che si presentino a concorso con le multinazionali e facciano migliori proposte e maggiori investimenti di loro.

La legge organica municipale sembra rievocare quel progetto coloniale ed etnocentrico delle cosiddette carte municipali. Ridurre l'autonomia delle comunita' a quelle dei municipi e negare la radice delle firme di San Andres, cosi' come negare che il pensiero sia cresciuto ed avanzato durante questi dialoghi; e' riprendere il tradimento e schiaffarlo in faccia al vinto. I popoli indios non sono vinti, naturalmente. Per contro a quanto potuto commentare e che ancora commentano in pubblico i tecnocrati, il movimento indigeno nazionale cresce, non si scoraggia, non si ferma, non si rassegna davanti al tradimento.

L'attuale Cocopa pero' avra' capacita' di memoria? E' molto difficile addirittura pensare che ignori tanto quanto vuole far vedere sulle culture e le differenze ma, sapra' di cosa parla? Il beneficio del dubbio e' gia' difficile, chi oserebbe ancora concederglielo? Resto attonito davanti a tanta ignoranza o tanta finzione. Non saprò mai -perche' e' coscienza altrui, e non mia- che buona o mala fede alimenta questo tipo di disprezzi, razzismi, cinismi, infamie, prese in giro e tradimenti.

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